La stagione di Formula 1, con l’inizio dei test al Montmelò, ha riacceso i motori e con essa i team hanno iniziato a sfoderare le prime soluzioni tecniche interessanti. Quelle definitive si vedranno alla fine degli otto giorni, se non direttamente nel weekend di Melbourne, ma nel frattempo possiamo limitarci ad osservare le soluzioni provate finora.

Mercedes Il team campione del mondo ha iniziato ad effettuare prove di correlazione con la galleria del vento e il CFD, dotando la W10 di rastrelliere nei punti nevralgici: sia immediatamente dietro gli pneumatici anteriori, per sincerarsi della qualità dell’aria che investe la zona delle pance laterali, che sul retrotreno per cercare di studiare l’interazione fra i gas di scarico e l’alettone posteriore. Interessante da notare che sulla zona dell’estrattore il team anglo-tedesco si sia uniformato alla tendenza, copiando la soluzione inizialmente introdotta dalla Red Bull dotando la zona esterna di micro vorticatori (freccia verde) nel tentativo di incrementare il rapporto di espansione del diffusore.

Ricordiamo che tutti i team cercano di aumentare l’efficienza del fondo piatto espandendo il flusso lateralmente “beccandosi” le turbolenze nocive del rotolamento degli pneumatici posteriori, proprio per questo sono presenti quei riccioli per cercare di spostare la scia il più lontano dalla zona del diffusore.

Ferrari Il team di Maranello ha impressionato nella giornata di ieri sia a livello velocistico che di consistenza del passo, in particolare è parsa molto veloce nel primo settore dov’è la stabilità a farla da padrone. Si è provata una versione del fondo piatto brevemente utilizzato nelle prove del GP del Giappone e poi scartato perché i trucioli di gomma ostruivano l’ultima soffiatura che ha la funzione di cercare di ridurre l’effetto negativo del tyre squirt. Da notare che la zona posteriore è stata colorata con la vernice di paraffina per cercare di studiare il comportamento dei flussi sia dell’alettone che del diffusore, nello specifico quest’ultimo è stato dotato di piccoli flap ai lati della struttura anti-crash che, lavorando in sinergia, migliorano l’efficienza dell’estrattore rendendo più stabile la monoposto nel retrotreno soprattutto nei curvoni più veloci. Manca il piccolo tubo di scarico dell’olio che tanto ha fatto discutere nella passata stagione.

Red Bull Il team austro-inglese ha stupito tutti mostrando una costanza e un’affidabilità della Power Unit Honda nella prima giornata compiendo ben 128 giri. Il team di Milton Keynes, come più volte ci ha abituati, ha sfruttato il primo slot di test per verificare la bontà delle soluzioni bardando la RB15 di numerosi sensori e studiando, per mezzo della vernice colorata di paraffina, la corretta aerodinamicità delle sospensioni anteriori che vanno ad influire direttamente sulla zona dei bargeboard e del fondo vettura.

Renault È indubbiamente il team che, per ora, ha mostrato alcune soluzioni interessanti. Innanzitutto sulla vettura francese sono comparsi gli specchietti retrovisori soffiati (freccia verde) simil Red Bull (che quest’anno stranamente sono stati abbandonati dalla Ferrari) per migliorare la qualità del flusso in una zona così nevralgica incrementando la portata d’aria nelle pance laterali. È stato abbandonato anche l’Aerocat in vista di deflettori verticali più tradizionali, formati da quattro elementi in stile Mercedes (cerchio rosso), per meglio gestire l’efficienza del fondo e della zona delle pance laterali.

Molto interessante le paratie laterali dell’alettone posteriore: in corrispondenza della spalla degli pneumatici ci sono diverse sagomature frecce rosse) che hanno il compito di raccogliere l’aria proveniente dal basso e sollevarla verso l’alettone posteriore aumentando la sua deportanza. Il tubo di scarico dell’olio è stato inglobato fra quelli del motore endotermico e delle valvole Wastegate migliorando così la compattezza dell’insieme.

Haas Il team americano ha introdotto i bargeboard con il primo elemento più alto (freccia rossa) sfruttando così il buco regolamentare.

Molto interessante la soluzione a “onda” dell’estrattore (in giallo) per migliorare le pressioni in gioco in questa zona così nevralgica cercando di ottenere il massimo di deportanza per stabilizzare il retrotreno nelle curve più veloci.

Articolo e grafiche a cura di Michele Montesano