È ancora l’alba di questo Mondiale 2022 di F.1, ma i primi riscontri ottenuti in quel di Barcellona sembrano positivi per la Ferrari. La Scuderia di Maranello ha portato a termine il proprio programma senza particolari intoppi. È ancora troppo presto, ovviamente, per focalizzarsi sulle prestazioni assolute, ma l’inizio è sicuramente incoraggiante.

Affidabilità importante valore aggiunto

Più ancora dei tempi fatti registrare da Carlos Sainz e Charles Leclerc, contano i sorrisi dei ragazzi vestiti in Rosso. L’ufficio facce della Ferrari, in questi giorni, mostra certamente un cauto ottimismo che in qualche modo contribuisce ad accendere le speranze di tutti i tifosi.

Va bene nascondersi e non mostrarsi troppo a cuor leggero, ma è anche da sottolineare come la Ferrari abbia messo in pista un’affidabilità assoluta, che ha fatto tirare un grande sospiro di sollievo ai tecnici di Maranello. Non era certo scontato, vista la rivoluzione che sta vivendo la F.1; per conferma, chiedere a Red Bull, che ha perso praticamente un’intera giornata con Perez.

Sono stati 440 i giri percorsi, per un totale di 2052 km, senza evidenziare particolari problematiche. Un dato certamente importante, che mostra la bontà del lavoro svolto in tutto il periodo speso a lavorare sulla SF-75. A questo punto, sorge spontanea la domanda topica: com’è messa la Rossa rispetto agli altri? Troppo presto per dare una risposta esaustiva. Quel che è certo è che non è avanti di mesi nello sviluppo, come esageratamente dichiarato da Wolff e Hamilton, sempre bravissimi a spostare l’attenzione sugli avversari.

Certamente, però, c’è del buono in tutto quanto visto a Barcellona. Per quanto tutti in Ferrari si sforzino di abbassare le aspettative, a partire da Leclerc e Sainz, i risultati sono stati certamente in linea, se non migliori, di tutte le più rosee previsioni.

Binotto: “In molti si nascondono”

Il primo a smorzare sul nascere, se vogliamo, gli entusiasmi, è stato (giustamente) come sempre il team principal di Maranello. Mattia Binotto ha infatti sottolineato la poca attendibilità dei riscontri avuti a Barcellona: “Alcune squadre si nascondono più delle altre. Un quadro più completo emergerà sicuramente in Bahrain, e ancora di più nelle gare successive. Sono tutte monoposto molto diverse tra loro ma vicine nelle prestazioni”.

Binotto ha posto l’accento su alcuni aspetti fondamentali. È evidente che molti team (Mercedes in testa) si siano nascosti abbondantemente, almeno fino alla terza giornata. Però è altrettanto chiaro come i tanti chilometri percorsi siano fonte di soddisfazione: “La macchina si comporta bene, in particolare rispetto a come l’avevamo progettata e disegnata”.

Il maggior problema riscontrato in questi tre giorni, comune peraltro a diverse vetture, è certamente quello del porpoising, il saltellamento della vettura sul dritto ad alte velocità. Figlio dell’effetto suolo, questo ha provocato le difficoltà maggiori ai piloti: “Sembra di essere su un aereo in mezzo alle turbolenze”, lo ha descritto Leclerc.

Anche su questo, però, la squadra di Maranello ha già lavorato alacremente: “In galleria del vento non emergeva — ha aggiunto Binotto — perché le prove vengono svolte a una velocità fissa, non così elevata. Ma non è così grave, lo abbiamo mitigato”. Come a dire: qualora emergano problemi, siamo pronti a lavorarci su e risolverli con tempestività.

In conclusione, è evidente come sia ancora presto e soprattutto prematuro dare un giudizio sul lavoro svolto a Maranello, in particolare relazionandolo agli altri team. Le sensazioni, però, sono sicuramente buone e fanno guardare al futuro con ottimismo; il Bahrain ci darà certamente più risposte.

Nicola Saglia