Conclusa la prima sessione di test, l'attenzione è tutta sulla Mercedes e la sua nuova incredibile e geniale trovata del DAS.

Una sessione di test, tre giorni in pista per confermare la supremazia di una squadra su tutte le altre: per km percorsi, tempi, affidabilità. Nel suo essere una meravigliosa roulette, però, lo sport potrebbe (chissà) regalare inattese e clamorose sorprese già da Melbourne; ma è impossibile negare che ad oggi ci sia già un chiaro ed evidente vincitore di questa stagione, in pista come fuori.

Mercedes e la W11, con Hamilton, Toto Wolff, James Allison e il sistema DAS hanno sovvertito gli equilibri del paddock e fatto parlare. Tanto. Ancora una volta tutta il team di ingegneri e progettisti ha tirato qualcosa fuori dal cilindro che ha spiazzato, sorpreso, ovviamente infastidito. Il DAS sarà la svolta della stagione? Probabilmente no. Il suo vero valore in pista? Tutto da valutare. La legalità? Ad ora confermata, ma decisamente borderline. L'idea? assolutamente geniale e, se non altro, costringerà gli avversari a destinare tempo e risorse alla ricerca di sistemi simili. Perché in fondo che cos'è il genio? E' fantasia, intuizione, decisione e velocità di esecuzione.

Il solo fatto di aver ideato e portato in pista un sistema del genere merita un plauso alla creatività, un'acclamazione al coraggio, un like alla guasconeria e un'ode all'eclettismo progettuale di un team di lavoro con al vertice figure come James Allison e l'imprinting che ha lasciato Aldo Costa (con un pedigree nostrano che ben ricordiamo), un comandante come Toto Wolff saldamente al timone del team. Testimonia libertà di pensiero e d'azione a tutto tondo, che dalle nostre parti sembra essersi smarrita. Stabilità, efficienza, competenza e definizione dei ruoli parrebbero essere le chiavi di questo successo, per lo meno dall'esterno. Ma sotto la pelle, come si dice, c'è di più.

Un fatto però è tangibile. Sempre più appassionati, dopo anni di sana rivalità sportiva, iniziano - apertamente- ad apprezzare il lavoro della Mercedes, la sua continua di innovazione e gli... amari successi. Un team che domina, ma che sa vincere con una gran classe, dimostrandosi aperto, disponibile e attento ai fan, ai giornalisti, agli appassionati tutti. Una squadra, è bene ricordarlo, che riesce a muoversi con disinvoltura su più tavoli (politici e sportivi) contemporaneamente. Capace di esercitare pressioni notevoli sulla FIA e su Liberty Media allo stesso tempo. Ma anche di impegnarsi parallelamente sia in Formula 1, sia in Formula E.

Che la Ferrari attraversi forse una crisi di sostegno e le sue quotazioni siano in calo nel cuore dei tifosi? Neanche per idea. Al solo pensiero si peccherebbe di lesa maestà. Quello che molti sostenitori ormai lamentano - e invidiano contestualmente al vincente avversario - è però ormai il maggiore peso politico nelle decisioni e il relativo potere, reale o percepito. Che Ferrari non sia arretrata di un millimetro nel cuore dei tifosi lo testimonia del resto l'ardore con cui si è accompagnata la recente presentazione della SF1000, circondata da un seguito impressionante di amore assoluto e fede incondizionata.

La stagione è lunga, la Mercedes è in vantaggio e il DAS creerà grattacapi ai rivali. Ma la Ferrari ha 90 anni di storia che lavorano per lei e il sostegno di una nazione intera a spingerla. C'è un'altra sessione di test e 21 gare di una lunghissima stagione per centrare lo zero nella roulette dello sport.

Leggi anche: F1 | Test Day 3, simulazione gara: Red Bull dietro a Mercedes… e la Ferrari?

Stefano De Nicolo'