Partenza sindacale. Come accennato nella premessa, sono pochi i colpi di scena offerti dalla gara belga, e tra questi “non” vi è lo start della gara. Allo spegnersi dei semafori infatti, i piloti si comportano come dei bravi soldatini, e tutti i big partono mantenendo le rispettive posizioni. Eccezion fatta per Fernando Alonso che all’esterno della prima curva divora tre avversari, anche se poi come al solito lo spagnolo si ritirerà per problemi meccanici e quindi sarà solo fatica sprecata.

La resa di Verstappen. Il primo vero colpo di scena arriva già all’ottavo giro, con le inquadrature che vanno sulla Red Bull di Max Verstappen che procede lentamente. L’olandese si trova in quel momento in quinta posizione, e la camera car lo immortala mentre con le mani cerca di “armeggiare” con i tasti del suo volante nel tentativo di risvegliare la sua “lattina”. Purtroppo per lui però la monoposto dei bibitari dice basta, costringendolo a parcheggiare a bordo pista. Sesto ritiro stagionale su dodice gare per il figlio di Jos, ragionevolmente furibondo alle interviste post-gara. E come biasimarlo: il compagno Ricciardo, in quel momento dietro di lui con la medesima strategia, è finito sul podio…

Penalty per Kimi Raikkonen. Siamo al giro 16, con Kimi Raikkonen in quarta posizione all’inseguimento di Bottas. Tutto è “tranquillo”, sino a quando non si iniziano a sentire parolacce dal team radio dello stesso Ice Man. Secondo gli steward (poi confermato dal video), il finlandese non avrebbe rallentato sul rettilineo dopo l’Eau Rouge nonostante il regime di bandiere gialle causato dalla presenza della vettura di Max Verstappen ancora parcheggiata nel prato. Stop and Go di 10 secondi per il ferrarista, che gli costeranno “una vita” e lo faranno rientrare in pista in settima posizione (diventata poi quinta in poche tornate grazie alla superiorità della sua vettura rispetto agli avversari).

Frittata rosea. E qui il “rosea” non è sinonimo di “felice”, ma sta ad indicare il colore delle vetture che hanno fatto il casino. Ebbene sì, stiamo parlando delle due Force India. Nelle fasi finali della corsa infatti, i due “animali” del team indiano si sono ritrovati ancora una volta in lotta fra loro, e visto l’alto grado di competizione fra i due (oltre a precedenti esperienze), la cosa già a sensazione non faceva di certo presagire niente di buono. E difatti così è stato: in uscita dalla prima curva, Ocon attacca il compagno nella discesa verso l’Eau Rouge. Perez ovviamente non ci sta, e stringe senza troppi complimenti il compagno di colori verso il muro. Dal canto suo, il buon Esteban non ci pensa nemmeno ad alzare il piede, e se uno stringe senza pietà mentre l’altro non molla il pedale, l’esito diventa facilmente prevedibile. Contatto fra i due, con l’ala di Ocon che salta e lo pneumatico posteriore di Perez a terra. Il messicano a fine gara avrà la peggio (sarà costretto al ritiro), mentre il compagno di team si consolerà con la nona piazza finale. Quel che è certo, è che i vertici del team faranno forse bene a dire due paroline ai propri alfieri. Non è la prima volta che succede, e il buon senso dice che se ti vai a schiantare con una monoposto dalla livrea uguale alla tua, non è mai una bella figura per la squadra.

Finale da cardiopalma. Causa “patatrac” Force India, la presenza di detriti in pista costringe “zio Charlie” a far uscire la Safety car. La cosa convince tutti a rientrare ai box per un ultimo cambio gomme, e al rientro della vettura di sicurezza sono praticamente tutti su gomma nuova. C’è solo una piccola grande differenza: le due Mercedes sono le uniche vetture a montare pneumatici Soft, mentre le Ferrari si allineano al resto della concorrenza e tornano in pista con mescole Ultrasoft. Scatta così un nuovo mini Gran Premio, con Ricciardo che sopravanza Bottas, e con Raikkonen che a sua volta recupera il tempo perso con il penalty arrivando anch’egli a sbarazzarsi del connazionale. Lì davanti invece, Sebastian Vettel le prova tutte per riuscire a passare davanti a Lewis Hamilton, con l’inglese che però non ne vuole sapere di perdere la vittoria, e taglia di conseguenza per primo il traguardo resistendo di forza a tutti gli attacchi della Ferrari che per giunta montava pneumatici con due mescole di vantaggio. Grande Lewis. Se c’era un modo per condire bene il weekend dove hai eguagliato il record di pole dell’imperatore Schumacher, l’hai trovato. Vittoria di forza, più del pilota che della macchina. Touchè!

Manda anche tu un SMS per aiutare Alonso Ok non c’entra nulla con la gara, ma proponiamo una campagna di raccolta fondi per Fernando Alonso. Aiutiamo lo spagnolo a montare per la prossima stagione una Power Unit degna di questo nome. Basta con Honda, per favore. La situazione è ridicola, e l’immagine iconica della McLaren ormai non esiste più. Lo stesso Fernando è diventato un caso mediatico, ed è tristissimo vederlo “prendersi in giro da solo” come ha fatto in Ungheria, posando sopra il dipinto che lo raffigurava nell’ormai famosa posizione sulla sdraio. Bisogna fare qualcosa per quello che forse è davvero il miglior pilota del Circus, perché sarebbe una blasfemia immane vedergli concludere veramente la carriera in questo modo.

Emozioni Schumacher. Per chiudere vogliamo fare un applauso agli organizzatori del particolare evento andato in scena in Belgio: il figlio di Michael Schumacher (Mick), guarda caso nello stesso weekend in cui Hamilton ha eguagliato il record di pole position del padre, ha girato in pista con la Benetton B194 con cui papà Michael ha vinto il primo mondiale nel 1994. Immagini davvero emozionanti, specialmente durante le inquadrature del casco, negli colori che il padre utilizzava in quegli anni. Un grande omaggio per un grande campione che ha fatto storia. #keepfightingMichael.

Ci si vede a Monza.

Daniel Limardi