La stagione 2021 non è iniziata nel migliore dei modi per Daniel Ricciardo. L’australiano sta soffrendo più del previsto lo switch effettuato quest’inverno, passando dalla Renault alla più competitiva McLaren. Nelle prime sei gare svolte, infatti, il divario rispetto al team mate Norris è sembrato veramente troppo elevato per un pilota del calibro del driver di Perth.

Inizio prudente, poi bella prestazione in Spagna

I test pre-stagionali sembravano essere il preludio ad un altra stagione di alto livello per Daniel. Non dimentichiamo che l’australiano, ogni qualvolta si è trovato ad affrontare la sfida di un nuovo team, ha sempre tirato fuori il meglio di sè. Nel 2014, per esempio, fece letteralmente scappare da Red Bull il quattro volte Campione del Mondo Sebastian Vettel.

Anche quando passò a Renault, non si fece certo intimidire da Nico Hulkenberg, e men che meno da un giovane aggressivo e tutt’altro che lento come Esteban Ocon. Certo, Lando Norris rappresenterebbe un paragone scomodo per tutti, ma i test di Sakhir mostrarono una situazione tutto sommato equilibrata all’interno della McLaren, tornata alle power unit Mercedes.

Il primo GP stagionale, poi, tenutosi sempre in Bahrain, aveva restituito una situazione più o meno simile, con Ricciardo davanti in qualifica e Norris in gara. Poi, le gare di Imola e Portimao avevano fatto segnare una netta inversione di tendenza, con l’inglese a conquistare un magnifico podio in Italia, su una pista resa pericolosa dalla pioggia caduta copiosa sull’impianto emiliano.

I primi dubbi erano ovviamente sorti, ma le prestazioni di Daniel erano grosso modo sovrapponibili con tutti i piloti che avevano cambiato casacca, come Perez o Sainz, o che erano rientrati dopo un periodo di stop, come Alonso.

La convinzione che Ricciardo stesse finalmente ritrovando la via della competitività aveva cominciato a farsi strada a Barcellona. Finalmente un weekend solido, concluso con una gara perfetta terminata in sesta posizione e sicuramente più consistente del team mate. Eccolo, il vero Daniel! Nelle interviste post GP era riapparso quel sorriso che è sempre stato il suo marchio di fabbrica.

Il disastro di Monaco, il botto di Baku

Proprio quando tutto sembrava rimettersi in carreggiata, ecco che arriva l’orribile weekend di Monaco. Un disastro ferroviario su tutta la linea, su una delle piste preferite da Daniel, dove peraltro aveva già vinto nel 2018. Fuori dal Q3 in qualifica, solo 12° al traguardo, mentre Norris arrivava ad artigliare un altro strameritato podio, grazie anche ai problemi di Leclerc e Bottas davanti a lui.

“E’ tutto molto strano, mi trovo bene con la macchina, ma non riesco ad essere veloce!”, dichiarava un Ricciardo stranito nel dopo gara. Il gap accumulato da Norris sembrava essere veramente troppo elevato per essere vero a tutti, addetti ai lavori e tifosi, figurarsi a uno come lui.

A Baku era attesa la riscossa definitiva, su una pista che gli è sempre stata amica. Invece, ecco che Daniel commette uno dei pochi errori di tutta la sua carriera, andando a sbattere in curva 3 durante le qualifiche, e restando ancora una volta escluso dalla Q3. In gara, nessun problema del genere, ma comunque non  si è mai vista quella brillantezza che lo ha sempre contraddistinto. Il nono posto finale e i due punti conquistati sono certamente un bottino troppo magro, anche perchè le Ferrari (in ottica Mondiale) sembrano tornate ad essere più competitive.

Daniel può e deve tornare sui suoi standard!

“E’ stata una gara molto confusa, e alla fine due punti sono meglio di niente”, ha dichiarato Ricciardo, che è sembrato perdersi nel momento in cui era più vicino al team mate. “Per guidare la nostra macchina, al momento, serve uno stile particolare che a Daniel al momento non viene naturale. Dobbiamo soltanto continuare a lavorare da squadra e restare tranquilli”, fa quadrato intorno al suo pilota il team principal Andreas Seidl.

Ora, il punto è questo: nessuno si dimentica come guidare una monoposto di F.1 nell’arco di un inverno, tantomeno se quel qualcuno ha l’immane talento di cui dispone Daniel Ricciardo. La spiegazione più plausibile è forse quella di Seidl; chissà però fino a quando il manager tedesco resterà di questa opinione.

In questo momento, con un terzo di stagione ormai alle spalle, Ricciardo non deve fare altro che continuare a lavorare con il team per trovare il bandolo della matassa, senza pensare al momento ai due podi conquistati dal team mate. Quelli arriveranno anche per Daniel, ma ora per lui e per il team è il momento di lavorare per step, per tornare alle prestazioni standard di entrambi.

L’apporto di Ricciardo per McLaren sarà fondamentale da qui a fine stagione; oltre a Ferrari, infatti, Aston Martin e Alpha Tauri hanno dimostrato di poter essere della partita per il terzo posto, e anche Alpine sta cominciando a dare segni di evidente ripresa.

Insomma, Ricciardo ha tutti i mezzi necessari per tornare tra i top; forza Daniel, da qui in poi si può solo risalire!

Nicola Saglia