Si fanno sempre più insistenti le voci su un possibile addio alla F1 da parte di Renault, uno dei marchi messi in ginocchio dalla crisi economica legata al Coronavirus. A rischio il programma di F1, che potrebbe essere incluso nel piano di tagli necessari per salvare la casa automobilistica.

Si parla già di chiusura per almeno 4 impianti sul territorio francese, al fine di ridurre i costi della Casa della Losanga di 2 miliardi di euro nel 2020. Il piano completo relativo alle riduzioni dei costi sarà presentato il prossimo 29 maggio, data in cui verranno determinate anche le sorti del programma F1.

Arriva poi l’ammissione da parte del ministro dell’economia Bruno Le Maire: Renault potrebbe addirittura scomparire se non riesce ad adattarsi dopo la crisi del Coronavirus”. Per permettere al marchio di rimanere a galla servirebbero più dei 5 miliardi richiesti al Governo che, in qualità di principale azionista della Casa transalpina, per la terza volta in 75 anni si preparerebbe a elargire un prestito salvavita a Renault, ma a una condizione.

Tutti gli aiuti che forniamo alle imprese devono andare nella direzione della decarbonizzazione dell’economia francese” precisa Le Maire. La rivoluzione ‘green’ viene quindi mutuata dal Governo francese, pronto a incentivare l’elettrico in numerosi settori all’insegna della sostenibilità.

UNA SPERANZA PER RENAULT IN F1: LA RIDUZIONE DEL BUDGET CAP

Nonostante la preoccupazione per il futuro di Renault, c’è una voce fuori dal coro, quella di Cyril Abiteboul, il quale si rivela alquanto ottimista circa la continuazione del marchio francese nel motorsport. La recente approvazione di un budget cap ridotto a 133 milioni di euro (128 nel 2022 e 124 dal 2023 al 2025) fa ben sperare, come afferma il team principal, uno dei principali promotori dell’abbassamento del tetto massimo per il budget dal 2021 in poi.

La riduzione dei costi rappresenta quindi un punto a favore di Renault Sport per mantenere vive le speranze di rimanere in F1, senza dover gravare sulla Casa madre in caso di necessità.

"Siamo riusciti a spingere per contenere la folle corsa allo sviluppo del motore, ed è davvero folle quello che abbiamo speso per il motore, ma finalmente le cose cambieranno. La nostra voce è stata finalmente ascoltata, perché hanno capito che è una voce che rappresenta il buon senso” ha aggiunto Abiteboul.

Sicuramente i risultati ottenuti da Renault nel corso dell'era turbo-ibrida non compongono il biglietto da visita ideale quando si tratta di valutarne le prospettive future. Tuttavia gli investimenti già impiegati in ottica 2021 e la progressiva riduzione del tetto massimo nel corso delle prossime stagioni potrebbero, almeno sulla carta, dare ragione ad Abiteboul. 

Beatrice Zamuner