Il Mondiale di F1 2020 si sta svolgendo nonostante la pandemia che ha colpito tutto il mondo. Il Circus è riuscito a dimostrare che, con i giusti accorgimenti ed una corretta organizzazione, tutto può essere svolto nella massima sicurezza. Ma cosa succederà l’anno prossimo? Come mai ancora non si parla di un calendario 2021?

La scorsa settimana si è riunito il FIA World Motor Sport Council, nel corso del quale sono state prese diverse decisioni tra cui l’approvazione ufficiale del Patto della Concordia. Quello che è mancato appunto era una bozza di calendario per il 2021. Nessuna discussione è stata intavolata a riguardo. Ma la F1 può aspettare così tanto? Organizzare un calendario richiede parecchio tempo, visto la logistica che c'è dietro il Circus ed i suoi spostamenti. Andiamo ad analizzare quali potrebbero essere gli scenari più plausibili.

MONDIALE SOLO IN EUROPA

Considerando i tempi ristretti, quasi sicuramente il focus principale rimarrà sugli eventi europei come in questo 2020. Le trasferte intercontinentali sono complesse e difficili, senza considerare i problemi causati dalle compagnie aeree che vivono nella più totale incertezza tra cancellazioni e restrizioni. 

Il trasporto via terra è molto più semplice, e permette alle squadre di spostarsi senza troppi problemi all’interno del Vecchio Continente. Anche il poter organizzare più gare nello stesso circuito si è rivelato possibile, con i piloti che nella maggior parte dei casi sono stati felici di avere una “seconda possibilità”. E poi volete mettere il fascino di vedere la F1 correre in circuiti come Imola o Mugello? Se c'e qualcosa di positivo in questo 2020 è proprio questa: il fatto di aver riportato il Circus in circuiti storici, lontani anni luce dai moderni "Tilkodromi" o circuiti cittadini. E lo spettacolo ringrazia.

In ogni caso, la priorità della F1 è di avere un calendario 2021 di 22 gare al fine di massimizzare i ricavi, ma tutto dipende da cosa sarà possibile fare al di fuori dell’Europa. Il calendario WRC, recentemente annunciato, per esempio include anche eventi in Turchia, Lettonia ed Argentina che sono stati denominati "eventi di emergenza". Questo concetto potrebbe, in teoria, essere utilizzato anche in Formula 1.

AUSTRALIA SI O NO?

Il tesoriere australiano Josh Frydenberg ha dichiarato la scorsa settimana che è improbabile che il Paese apra i suoi confini per i viaggi internazionali fino alla fine del 2021. Potrebbero esserci delle eccezioni per il Circus della F1, ma sicuramente non sarà un evento aperto totalmente al pubblico. 

Come visto in questo 2020, la mancanza di spettatori potrebbe non essere sostenibile per gli organizzatori, in quanto alcuni circuiti non possono permettersi di rinunciare agli introiti dei biglietti. Questo vale anche per altre località come Azerbaijan e Canada, in cui lo scopo della F1 è anche quello di portare visitatori internazionali. Niente turismo, niente F1: le due cose vanno di pari passo. Resta comunque ancora da vedere come si evolverà la situazione in America e Sud America nel 2021, ma considerando che le maggiori serie americane sono tornate a correre non sembra impossibile rivedere la F1 magari ad Indianapolis.

In ogni caso, la scelta più probabile di questi Paesi sembra essere quella di rinunciare alla F1 anche per il 2021, in attesa di tempi migliori. Chi entrerà a a far parte del calendario F1 2021 sarà, come quest’anno, chi si potrà permettere di accettare determinate condizioni soprattutto economiche, come nel caso di Bahrein ed Abu Dhabi. La palla adesso passa a Stefano Domenicali, che avrà l’arduo compito di trovare la soluzione ottimale per organizzatori e tifosi. Noi non vediamo l’ora di saperne di più.

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Julian D’Agata