Sono trascorsi alcuni giorni dalla scomparsa di Philippe Streiff, deceduto all'età di 67 anni dopo averne trascorsi oltre trenta su una sedia a rotelle, in seguito all'incidente occorsogli in Brasile nel 1989. Nell'ambito dei ricordi dedicati all'ex-pilota francese, forse non molti sanno che fu proprio lui l'artefice di quella che sarebbe destinata a rimanere come l'ultima sfida in circuito tra due leggende della Formula 1: Ayrton Senna e Alain Prost.

GLI ELF MASTERS KARTING DI BERCY

E' il week-end pre-natalizio del 1993. Soltanto poche settimane prima, il Mondiale di Formula 1 si era concluso ad Adelaide, nella gara poi passata alla storia come quella della pace "definitiva" tra Ayrton Senna e Alain Prost. Con il primo sul gradino più alto del podio ed in procinto di passare alla Williams, ed il secondo che aveva annunciato il ritiro dopo aver conquistato il suo quarto titolo iridato, i due si erano stretti in un abbraccio destinato a segnare la fine di un'epoca. Ma quella australiana non sarebbe stata l'ultima occasione in cui i due avrebbero avuto modo di confrontarsi in pista.

Merito principalmente di Philippe Streiff, artefice di un'iniziativa che avrebbe radunato di lì a poco i migliori interpreti della Formula 1 e del karting a livello internazionale. La location è il palazzetto dello sport di Bercy, a Parigi dove viene allestito un circuito indoor per disputare la prima edizione dell'Elf Masters Karting. Un evento-show al quale aderiscono sin da subito numerosi esponenti del Circus, tra cui Damon Hill, Bertrand Gachot, Andrea De Cesaris, Olivier Grouillard, Olivier Panis e persino il fresco campione del mondo in carica Alain Prost.

L'ULTIMA SFIDA TRA PROST E SENNA

Un parterre-de-roi al quale si aggiunge in extremis, ed in maniera quasi del tutto inaspettata, la ciliegina sulla torta: Ayrton Senna. Il brasiliano viene convinto a partecipare sia dallo stesso Streiff, ma anche grazie ai numerosi rapporti di amicizia che ancora conserva nel mondo del karting. Proprio dove si era tolto numerose soddisfazioni prima di approdare in monoposto. Arriva a Parigi nel pomeriggio di venerdì, sfoggiando una tuta bianca quasi completamente priva di sponsor, mentre (l'ormai-ex) rivale francese si presenta con la divisa Williams appena utilizzata nella stagione 1993.

Il confronto tra i due avviene tra sorrisi e cordialità, ma si capisce subito che entrambi ci tengano a primeggiare una volta abbassata la visiera. Al punto che il brasiliano picchia forte nella qualifica valevole per la sfida a squadre, nel tentativo di battere la pole position realizzata da Panis. Prima del gran finale, i due si scambiano pareri e impressioni fianco a fianco, in attesa di essere presentati dallo speaker e ricevere l'ovazione del pubblico. Il tutto sotto lo sguardo soddisfatto e compiaciuto di Philippe Streiff. Nella qualifica conclusiva è ancora Alain a svettare, ottenendo il secondo tempo alle spalle di Herbert e subito davanti a Senna.

UN GIRO CHE CHIUDE UN CAPITOLO

Il format prevede un confronto a squadre, con l'ingresso in scena dei due grandi protagonisti nell'ultimo stint di gara. Subito dopo il cambio pilota, Senna si ritrova per un soffio davanti a Prost. Il francese tenta più volte l'attacco, ma il brasiliano chiude tutte le porte. E' un confronto che dura meno di un giro, ma che fa letteralmente impazzire il pubblico, il quale non aspettava altro che vedere i due lottare fianco a fianco. Un momento magico, che in una sorta di fotogramma chiude un cerchio durato quasi dieci anni.

I momenti eterni sono quelli destinati a rimanere nella memoria, indipendentemente dalla loro durata: quel duello disputatosi solo per poche curve, insieme a quell'ultima stretta di mano tra i due a fine gara, avrebbero chiuso un capitolo destinato a segnare un'epoca nella storia della Formula 1. Il destino avrebbe poi compiuto la sua tragica scelta soltanto pochi mesi più tardi, in quel maledetto pomeriggio del 1° Maggio 1994 a Imola. Ma se non altro, grazie all'impegno e alla passione di Philippe Streiff, l'ultimo passo di un lungo cammino ha avuto la sua degna conclusione.

Marco Privitera