Nico Rosberg ha ammesso che nella lista dei suoi desideri c'era anche quella di aggiudicarsi un casco d'oro di Autosprint. "Da piccolo la vidi nelle mani di un pilota e pensai che quella statuetta era molto bella, ed era anche uguale a quella che aveva mio padre nel suo studio. Mi dissi che, semmai fossi riuscito a diventare campione del mondo, anche io ne avrei voluta una". E dunque, dopo aver ricevuto la notizia che questo premio gli sarebbe stato assegnato a Bologna, Nico ha preso il suo jet privato direzione Firenze, dopo di che in automobile fino a Bologna, anche contro la nebbia fitta.

Nonostante i molti tifosi italiani accorsi alla cerimonia abbiano chiesto a Nico di tornare sui propri passi, il neo iridato ha confermato tutto quello che già aveva detto chiaramente. "La mia decisione riguardo il ritiro è definitiva ed inappellabile. Vincere un titolo è tutto ciò che sognavo. Dopotutto quando arrivi sulla cima dell'Everest non si può andare oltre. La mia famiglia merita un marito ed un padre più presente di quanto non sia stato negli ultimi anni. Al momento non sento il bisogno di rimettermi al volante, magari guiderò un po' i kart per divertirmi, ma nulla di più. Ora l'unica coda di cui sento il bisogno è una bella vacanza. Biglietto senza ritorno per i Caraibi. Che dite me lo merito, no?" 

Dunque una scelta di cuore, oltre che di testa, quella che ha spinto Rosberg a dire basta. Si augura che Stoccarda si impegni ad assicurare un compagno di squadra all'altezza di un campione come Lewis Hamilton. Anche sull'ex-compagno di squadra Nico ha voluto spendere due parole: si è detto certo che ora, dato che non dovranno più competere per lo stesso obiettivo, potranno tornare ad essere gli amici di sempre. Ha confermato l'interesse e la stima che Toto Wolff nutre nei confronti di Fernando Alonso, prima scelta nella lista personale del campione. Nonostante questo, l'alternativa più probabile rimane sempre Pascal Wehrlein, come confermato dall'Ingegner Aldo Costa, anch'esso presente alla kermesse bolognese. Per ora l'unica cosa certa è che il nome del futuro driver d'argento sarà annunciato prima di Natale.

Successivamente, il campione del mondo si è concesso ai microfoni del Corriere dello Sport, al quale si è unito anche Alex Zanardi per porgere qualche domanda a Nico. Il medagliato alle ultime paralimpiadi ha voluto chiedere quali caratteristiche abbia ereditato in qualche modo dal padre Keke. "Sicuramente la capacità di non arrendermi mai. L'ho sempre vista nei suoi occhi sin da quando ero un bambino, ne ho fatto tesoro e mi sono accorto che ne avevo fatto un'abilità nel 2014 e poi nel 2015, quando persi così male i due campionati contro Lewis."

Parlando invece degli ultimi giri della sua carriera ha rivelato di aver patito molto la condotta di Hamilton. "Sono stati momenti allucinanti. Dopo il sorpasso a 'Mad Max' Verstappen pensavo che il più fosse fatto. Poi però il mio caro compagno ha pensato bene di piantarsi, non è stato proprio piacevole, diciamo. Ho realizzato che anche il minimo errore avrebbe potuto costarmi il sogno di una vita, proprio quando era lì a portata di mano. Durante questa stagione ho ingaggiato un mental coach che mi ha sempre aiutato a superare i momenti difficili, oltre che mantenere alto il morale e la concentrazione. Credo che il suo lavoro si sia fatto sentire in quei dieci giri alle spalle di Lewis".

Quindi ora nella carriera, e nella bacheca, di Mr. Nico Rosberg non manca davvero più nulla. Anche quella statuetta tanto invidiata al padre è arrivata e avrà un posto speciale in casa, dove ha ammesso che a comandare sugli arredi è la moglie Vivian.

Alessandro Gazzoni

 

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