Tre anni, conditi da molte delusioni: l'epilogo del rapporto sportivo e commerciale tra la scuderia inglese McLaren e la casa automobilistica giapponese Honda sembra ormai prossimo. Il binomio che risultò eccezionale tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90, portando i titoli iridati di Ayrton Senna ed Alain Prost, non ha dato gli stessi frutti una volta riproposto nel ventunesimo secolo. Già dai primi esordi nel 2015, il motorista nipponico ha dato prova di una scarsa competitività ed una ancor minore affidabilità. Elementi questi, che hanno trascinato la McLaren fino all'attuale ultimo posto in classifica costruttori, dopo il nono posto del 2015 ed il sesto nel 2016. 

Secondo quanto raccontano gli ultimi rumors, McLaren ha ormai concluso l'accordo per ritornare alla precedente fornitura di motori: ossia Mercedes. Tutto è cominciato quando, durante il mese di marzo, giravano voci riguardo una collaborazione tra Honda e proprio Mercedes, per far sì che i tecnici tedeschi trasferissero alcune nozioni ai colleghi asiatici, in modo da rimediare all'ennesimo errore di progettazione della Power Unit. Con il passare dei mesi tali voci sono andate pian piano placandosi, anche in virtù del fatto che diversi team clienti della casa tedesca, in primis Force India, avessero esposto le proprie lamentele riguardo tale collaborazione. Inoltre, cosa ben nota a tutti, Honda ed i suoi dirigenti, contraddistinti dal tipico orgoglio nipponico, non vedono di buon occhio gli aiuti da parte di diretti concorrenti. Ciò nonostante, in Giappone degli aiuti sono comunque arrivati, con consulenze esterne da factory come Ricardo per quanto riguarda l'elettronica della Power Unit e Mario Illien per la parte endotermica; inoltre, si sta sondando la possibilità di un aiuto da parte dell'azienda austriaca AVL per migliorare le infrastrutture di Sakura. Ma a McLaren non basta, la pazienza è finita e a Woking più nessuno crede alle promesse in arrivo dal Giappone.

Le ultime dichiarazioni che arrivano dal Circus suonano come un ultimatum. Zak Brown, direttore generale del team, ha dichiarato pochi gironi fa: "Alla Honda stanno lavorando duro, ma abbiamo l'impressione che si siano un po' persi. Dovevano portare un upgrade in Canada ma ci hanno appena fatto sapere che non l'avremo e ora non c'è nemmeno una tempistica precisa di introduzione. Come McLaren siamo delusi, lo sono anche i piloti che contavano molto sui nuovi sviluppi. Ma a questo punto è chiaro che non possiamo andare avanti così all'infinito".  

Evidente la delusione da parte di un dirigente che, per sua ammissione, sperava di poter riportare il binomio McLaren-Honda ai vertici della categoria: "Vorremmo vincere il Mondiale con la Honda, ma se questo non è possibile, arriva un momento in cui si deve decidere se andare avanti o meno. E noi abbiamo molti dubbi in proposito". 

Un altro ad essere estremamente deluso, e non ne ha mai fatto segreto, è il pilota di punta del team: Fernando Alonso. Lo spagnolo, che da anni è in cerca di una vettura che possa consentirgli di tornare a lottare per il titolo iridato, ha detto esplicitamente: "Se entro settembre ho l’opportunità di tornare vincente, bene, allora è possibile che resti. Ma se questo non accade, è probabile che cambi i miei piani". E per un team a corto di sponsor, la perdita di una figura di così alto appeal come Alonso potrebbe essere una mazzata tremenda.

Ora, il divorzio tra Honda e McLaren è ormai avviato: gli inglesi hanno già un accordo con Mercedes per il 2018; i giapponesi, desiderosi di rimanere comunque in Formula1, si sono accaparrati il team Sauber fornendo motori a 0, in cambio di un occhio di riguardo per i giovani piloti nipponici nel circus. Adesso, però, gli avvocati di Woking dovranno lavorare sodo per ottenere una rescissione consensuale di un contratto pluriennale multimilionario. Alcune stime, mai ufficializzate da nessuna delle due parti, parlerebbero di una partecipazione attiva (circa 100 milioni di euro l'anno) da parte di Honda. Soldi che con Mercedes non solo svanirebbero, ma che anzi costringerebbero a sborsare non pochi quattrini per pagare la fornitura di motori. Questo però è un problema che si potrebbe risolvere grazie a delle prestazioni sportive al momento inesistenti. I tecnici McLaren, ormai da 3 anni, disegnano ottime monoposto: non al pari di Mercedes, ma probabilmente in grado di lottare per il podio, o poco meno, venendo costantemente limitate dalle Power Unit Honda. Con i motori tedeschi ci si augura, dunque, di poter tornare ad occupare posizioni importanti nella classifica costruttori, aumentando quelli che sono gli introiti della FOM, e possibilmente fare avvicinare nuovi sponsor ad un team che, da quando è scaduto il contratto con Vodafone a fine 2013, non ha più avuto una partnership economica rilevante.

L'ultima speranza per McLaren, viste le insistenti voci che vorrebbero Mercedes ritirarsi dalla Formula 1 al termine del 2020, può essere anche quella di ritornare, come fu dal 1995 (e per i successivi 14 anni) il main team motorizzato proprio dalla casa tedesca, che potrebbe rimanere nel Circus solo come motorista.

Alessandro Gazzoni

 

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