Manca pochissimo alla nuova stagione di Formula 1 e le aziende, poichè in questi termini occorre parlare delle scuderie, stanno mettendo a punto gli ultimi dettagli dopo un inverno neanche tanto lungo. In queste ore stanno però facendo il giro del globo le parole di Sergio Marchionne, nell'intervista concessa a Pino Allievi de "La Gazzetta dello Sport". Il Presidente della Ferrari non si nasconde, come nel suo stile, ed affronta a testa alta l'intervista con l'esperto giornalista.

Proprio come sta facendo nel suo percorso in sella al Cavallino Rampante, evidenziando subito: "E' una Ferrari molto diversa rispetto a quello che trovai quando arrivai io nel 2014". In quel preciso momento, le Rosse di Maranello stavano vivendo una delle peggiori stagioni di sempre, a dire il vero.

Il manager italo-canadese ha sorpreso coloro che non si aspettavano la sua presenza in fabbrica, e soprattutto il suo profilo da lavoratore che più di una volta lo ha portato a mensa insieme agli operai. Proprio così: il big boss di FCA ha curato da vicino il gioiello italiano e questo ha permesso di ottenere risultati già dalla scorsa stagione attraverso il cambio di uomini al vertice della gestione sportiva, oltre che ai piloti.

Il Presidente della Ferrari ha tenuto a precisare che nel 2015 il budget per la Formula 1 è stato inferiore a quello dell'anno precedente. La ricetta? "Reindirizzando gli investimenti in una certa direzione, sviluppando quello che era necessario e limitando il resto", aggiungendo che "dobbiamo ancora migliorare, non siamo ancora al punto in cui poter dire che il costo della Formula 1 sia accettabile. I costi sono enormi." Questo sta a rimarcare quanto sia stato importante il cambio di mentalità in fabbrica, oltre che in pista o tra i piloti, anche se a detta del Presidente occorre più efficienza per ridurre i costi della gestione sportiva.

Il 2016 sarà il primo anno con la Ferrari quotata in borsa durante una stagione di F1, e l'ottimo Allievi ha chiesto a Marchionne se i risultati in pista influenzeranno il titolo in borsa. Questa la risposta: "In linea generale, se ci fosse stata una continuità di insuccessi nelle gare della F.1, questa avrebbe impattato sul brand. Parlavo con uno dei nostri grandi dealer e concordavamo sul fatto che un successo parziale come è stato il risultato della stagione 2015 ha ridato moltissima credibilità al marchio rinvigorendo il sistema. Perdere per 10 anni di seguito sarebbe una tragedia, una tragedia greca".

Marchionne non si è nascosto neanche quando gli è stato chiesto il momento più difficile della sua presidenza: "Il primo mese. Quando sono andato a vedere dove stavamo veramente nel panorama della F.1 e mi sono reso conto che non eravamo né presentabili né competitivi".

L'Imperatore Sergio ha spiegato a modo suo la strategia posta in essere in Ferrari: "Abbiamo ripulito i ranghi. Abbiamo vinto togliendo le ingerenze e rifocalizzando il team a fare le cose che erano veramente importanti. L'arrivo di Maurizio ha aiutato molto". Se qualcuno non l'avesse capita, questa è stata l'investitura ufficiale per il Generale Arrivabene. 

L'arguto Pino ha chiesto a Marchionne i pregi ed i difetti del suo Direttore della Gestione Sportiva e la risposta è quanto mai puntuale: "Non è un tecnico, ma non so se sia un difetto o un pregio. Il vantaggio è che possiede l’abilità di fare squadra in un modo bestiale. Lo fa visceralmente, fisicamente. Sa creare il gruppo e carica i suoi collaboratori come una molla. E poi, dall’altra parte, ci sono io che carico lui!". Un Presidente di cui anche l'Ing Ferrari sarebbe stato contento, anche perché gli somiglia molto.

Deve essere stato uno spasso per Allievi intervistare un Marchionne così carico anche quando gli è stato chiesto di John Elkann: "Siamo tutti e due competitivi, io ovviamente più di lui perché sono coinvolto direttamente. E' molto interessato perché capisce benissimo il collegamento tra la Formula 1 e il business. A lui la F.1 piace, ma gli piacciono anche le vetture e tutto il resto del mondo Ferrari. E poi sta diventando un ottimo cliente...". Grande scoop: il rampollo degli Agnelli paga le vetture che usa... 

Tornando alla F.1, Marchionne ha spiegato che la Mercedes è riuscita meglio degli altri a "capire" il nuovo regolamento: "Noi lo abbiamo fatto un po' alla carlona, credo. Ma non voglio criticare il passato. Da quello che ho visto io, non c'era il motore necessario per vincere, la power unit non era all'altezza. E il telaio ovviamente aveva i suoi difetti".

Negli ultimi mesi si sta parlando molto di Alfa Romeo e di un probabile ritorno in F.1 e Marchionne non ha nascosto la sua voglia di vedere di nuovo il Biscione nel grande Circus, "probabilmente in collaborazione con la Ferrari". 

Allievi ha sfidato il Presidente dicendo che non si può pensare ad un motore Ferrari su di una Alfa e la risposta è stata: "Altrettanto non si poteva immaginare un marchio Red Bull accoppiato alla Ferrari! Lo dico perché mi criticano visto che non ho dato loro il motore: o li vogliamo fuori o li vogliamo dentro. D'accordo con quelli che dicono che la Red Bull ha criticato troppo il motorista che aveva, ma alla fine bisogna anche tenere in piedi questo sport. L'importante è far entrare altre Case automobilistiche nei gran premi". Marchionne ha riferito che l'Alfa Romeo ha le competenze per prodursi il telaio ed anche il motore, così come la Maserati, ma questa non la vede in F.1. 

Sergio Marchionne è stato così prolisso da svelare anche che l'Audi fosse pronta al debutto in Formula 1, "poi è sopraggiunto il caos Volkswagen". Parole che hanno un significato multiplo, da concorrente ma anche da manager. Il primo soddisfatto ed il secondo che non vorrebbe essere nei panni del suo omologo.

Con queste dichiarazioni si preannuncia una grande stagione di F.1 all'insegna delle Rosse di Maranello e del loro Cavallino, che deve essere Rampante a tutti i costi. Ma senza spendere troppo...

Fabrizio Crescenzi