Nella definizione delle pagelle ci siamo chiesti: bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto per la stagione F1 2020 della Racing Point? È un quarto posto che sa di rimpianti quello del team di Silverstone. L’ultima stagione prima di diventare Aston Martin poteva rivelarsi un’apoteosi, che in parte si è vista con la gemma regalata da Sergio Perez, ma mai nella sua interezza. Considerando le premesse di inizio stagione sicuramente c’è tanto da recriminare. Ma le prospettive per un 2021 in crescendo ci sono tutte.

Team: voto 7

Diciamolo sinceramente: dalla Racing Point ci si aspettava molto, considerando la sua stretta parentela con la Mercedes del 2019. Già dai test pre-stagionali del Montmelò la RP20 aveva attirato ammirazione e invidie. Diverse sono state le proteste mosse dagli avversari, come la diatriba sul Reverse Engineering. Alla fine della fiera la Racing Point se l’è cavata con poco: quindici punti decurtati nel GP di Stiria per via dei Brake Duct clone Mercedes. Però nelle nostre pagelle dobbiamo considerare che, al netto della penalizzazione, la Racing Point avrebbe concluso la stagione di F1 2020 al terzo posto nella classifica Costruttori, ma ben distanziata dalla Red Bull. A fare da contraltare, ad una monoposto potenzialmente vincente, è stato il team che non si è mostrato all’altezza della situazione, forse ancora acerbo per districarsi nei piani alti della classifica. In diverse occasioni il muretto box ha peccato di strategie controproducenti: a volte troppo conservative e a volte fantasiose. Dal canto suo la Mercedes rosa ha dimostrato tutto il suo potenziale e l’anno prossimo, complice il congelamento regolamentare, potrà regalare belle soddisfazioni. Inoltre l’innesto del quattro volte campione del mondo Sebastian Vettel potrà sicuramente aiutare nella metodologia di lavoro.

Sergio Perez: voto 9

Per il messicano è stata la stagione della maturità, culminata con il suo primo trionfo in carriera nel rocambolesco GP di Sakhir. Per Perez un quarto posto finale che sa di medaglia d’oro, riuscendo a mettersi dietro anche la Red Bull di Alexander Albon. Oltretutto, nel suo ruolino di marcia, bisogna considerare anche i due Gran Premi non disputati, causa positività al Covid-19, e i due ritiri in Bahrain e ad Abu Dhabi per noie alla Power Unit. Per il resto il messicano ha portato sempre in zona punti la RP20, riuscendo a sfruttare bene le sue doti telaistiche e meccaniche. Lampante, a tal proposito, il raffronto nelle qualifiche con il suo team mate Stroll: vinto per undici a tre. La magnifica stagione gli ha aperto le porte di un top-team quale Red Bull, una seconda chance che Perez non deve assolutamente sprecare.

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Lance Stroll: voto 6,5

Ancora una volta un’annata altalenante per il pilota canadese, con troppi alti e bassi. Stroll termina la stagione solamente all’undicesimo posto, pagando cinquanta punti di scarto nei confronti di Perez. Un campionato, quello targato 2020, costellato da ben cinque ritiri. Nonostante ciò Stroll ha dimostrato, in diverse occasioni, di non essere su quel sedile solamente perché figlio del ricco proprietario. I due podi, ottenuti a Monza e a Sakhir, sono maturati in corse a dir poco caotiche e frenetiche, mostrando una buona capacità di lettura di gara da parte del canadese. Purtroppo la soddisfazione più grande, la pole nel GP di Turchia, si è tramutato nel boccone amaro del nono posto in gara. Sul canadese pendono ancora tanti dubbi sulle sue capacità e sui suoi progressi da quando è approdato in F1.

Nico Hulkenberg: voto 7,5

Se qualcuno chiama, il tedesco risponde presente! Hulkenberg per ben due volte, delle tre “supplenze”, è stato convocato dalla Racing Point in extremis. La capacità di adattamento dell’ex pilota Renault alla RP20 è stata sorprendente, tanto che nel corso delle qualifiche del GP del 70° anniversario ha ottenuto la terza posizione. Hulkenberg ha saputo dimostrare di saperci ancora fare e di meritare ancora un posto in una F1 che forse l’ha scaricato troppo presto. Con i suoi dieci punti conquistati (nel GP d’Inghilterra non ha preso il via per problemi alla vettura) ha contribuito in maniera tangibile alla causa Racing Point.

Michele Montesano

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