Secondo un'indiscrezione riportata da Auto Motor und Sport, nel fine settimana del Gran Premio del Brasile i commissari di gara avrebbero smontato (su input della Federazione) gli impianti di alimentazione di tre vetture, Ferrari compresa, prelevandone componenti in maniera di analizzare e "vedere meglio" sulla recente questione tecnica relativa all'afflusso di carburante verso la parte termica delle unità propulsive. Il risultato più evidente di questa inchiesta è una nuova direttiva tecnica FIA inviata alle scuderie in questi giorni, che prevede l'introduzione di un secondo flussometro sulle PU dalla stagione 2020.

Riavvolgendo il nastro della questione, ad Austin la Red Bull aveva richiesto alla FIA un chiarimento sul processo di misurazione del flusso di carburante che scorre verso la camera di combustione: tale flusso è limitato per regolamento a un massimo di 100 kg/h (con il monitoraggio che viene effettuato per mezzo di un flussometro) ed i tecnici di Milton Keynes avrebbero provato come un'escamotage tecnico per aggirare il limite fosse possibile.

Nonostante la richiesta di chiarimenti fosse generica, senza puntare esplicitamente il dito verso alcuna scuderia rivale, è facile comprendere come l'obiettivo non dichiarato fosse la Ferrari, scuderia in grado di produrre dalle proprie power unit più potenza (in determinati momenti) rispetto a tutta la concorrenza presente in griglia, un comportamento notato già da tempo e monitorato da vicino dai rivali della Rossa.

La FIA ha così emanato una direttiva tecnica prima del GP degli USA, nella quale chiariva i limiti del corretto utilizzo del flussometro e dichiarava illegale qualsiasi tecnica che andasse ad alterare la portata di carburante in camera di combustione nell'intervallo di tempo tra una lettura e l'altra dello strumento (maggiori riferimenti sono riportati in questo articolo).

Contemporaneamente, gli uomini della Federazione hanno tenuto sotto controllo anche i dati telemetrici prodotti in tempo reale dalle monoposto, senza che da queste letture emergessero anomalie anche se, da questo punto di vista, si potrebbe obiettare che la gara delle Ferrari ad Austin non sia stata molto informativa.

A questo punto, in totale autonomia, la FIA ha deciso di portare avanti la sua indagine e in Brasile avrebbe prelevato da tre monoposto i tubi che collegano il flussometro nel serbatoio al motore termico: stando all'indiscrezione una Ferrari, una Alfa Romeo (vettura equipaggiata con una motorizzazione clienti del Cavallino Rampante) e una vettura motorizzata Honda sono state prese in considerazione dai commissari, che sarebbero intervenuti seguendo un protocollo standard.

All'indomani di questi controlli e prima del Gran Premio finale ad Abu Dhabi, la FIA ha emesso una nuova direttiva tecnica (la 39/19), che però entrerà in vigore dal 2020, per la quale le squadre di Formula 1 dovranno dotare il sitema di alimentazione di un secondo flussometro direttamente controllato dalla FIA.

In parole povere, questo correttivo inserisce un nuovo grado di vincolo sulla "libertà tecnica" di aggirare il limite, andando a mettere una pezza su una "falla di sistema" piuttosto evidente del regolamento. I dettagli del provvedimento sono abbastanza semplici, perché il secondo flussometro sarà tarato non dalle squadre, ma direttamente dalla FIA, e questo dovrebbe fare piazza pulita di tutti i "trucchi" possibili (o forse dovremmo dire "per ora ipotizzabili") per aggirare il limite.

L'indiscrezione proveniente da ambienti tedeschi ha dunque chiarito come e quando la FIA sia arrivata a questa decisione, anche se non risulta chiaro se tale correttivo sia dovuto ad una necessità di tutela più conservativa delle rilevazioni da parte della FIA o sia effettivamente figlio di "qualcosa" emerso dalle indagini della Federazione.

Luca Colombo