Nelle ultime settimane, il nome di Jean Todt è stato più volte accostato alla Scuderia Ferrari. L’ex Presidente FIA, secondo le voci, avrebbe dovuto ricoprire un ruolo di spicco all’interno della squadra in veste di super-consulente. Almeno fino a qualche giorno fa, quando a Maranello hanno annunciato il nuovo assetto dirigenziale. Qualcuno è rimasto deluso, notando la sua assenza: ma siamo sicuri che in Ferrari abbiano veramente bisogno di lui?

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RITORNO IN ROSSO?

Jean Todt e la Ferrari. Un accostamento suggestivo e che sicuramente rievoca nei tifosi del Cavallino momenti indimenticabili. Con Todt la Ferrari ha vissuto gli anni più vincenti della sua storia, grazie alla conquista di ben 5 titoli piloti e 6 costruttori che hanno riportato la squadra di Maranello dove più gli compete. Come tutti ben sappiamo, il manager francese lasciò poi la Scuderia per ricoprire il ruolo di Presidente FIA, incarico mantenuto sino al 17 Dicembre scorso, quando ha ceduto il posto a Ben Sulayem.

Da allora le voci su Jean Todt e la Ferrari si sono fatte sempre più insistenti, evidenziando come l’ex Presidente FIA avrebbe potuto ricoprire un ruolo di spicco a Maranello. Il ritorno del francese, infatti, sarebbe dovuto avvenire in veste di “super-consulente” o addirittura come direttore della gestione sportiva. Ipotesi apparentemente tramontata qualche giorno fa, quando Ferrari ha annunciato il suo nuovo assetto dirigenziale per la stagione 2022.

IL RUOLO DI TODT

E allora che ruolo avrebbe dovuto ricoprire Jean Todt in Ferrari? L’impressione è che il ritorno del manager francese sarebbe stata più una mossa politica per riavvicinare la Scuderia di Maranello ai vertici della FIA. In Ferrari, infatti, dopo la batosta rimediata all’inizio del 2020 con l’accordo "segreto" siglato proprio con la Federazione, appare evidente la necessità di riguadagnare potere politico nei confronti dei diretti avversari. La Ferrari ha perso parecchio terreno nei confronti di Mercedes e Red Bull, sia a livello di sviluppo che a livello di “peso” nelle stanze dei bottoni.

La figura di Todt, in questo caso, sarebbe stata utile per riguadagnare consensi a livello di immagine internazionale. Ma ne siamo davvero sicuri? Il ritorno di Todt avrebbe anche potuto generare l’effetto opposto, screditando l’attuale gestione ed i recenti anni di lavoro. Richiamare Todt, infatti, avrebbe significato ammettere che quanto fatto finora non abbia funzionato e che solo un ritorno al passato avrebbe potuto risollevare la situazione. 

UN RITORNO NON NECESSARIO

Forse in Ferrari si sono resi conto che l’ipotesi migliore è quella di camminare con le proprie gambe, mettendo in campo forze fresche e dando fiducia a persone indubbiamente innamorate del marchio. Senza la necessità di dover rincorrere ad ogni costo figure (seppur di grande prestigio) legate ormai al proprio passato. L'attuale gestione sportiva, sebbene non abbia prodotto i risultati sperati, merita ancora fiducia almeno fino alla fine di questo 2022, anno in cui a Maranello dovranno dare risposte concrete in pista.

La Ferrari non ha bisogno di Jean Todt per tornare a vincere, cosi come Todt non ha bisogno di tornare a Maranello a questo punto della sua carriera. Tutti sappiamo quanto le minestre riscaldate difficilmente riprendano il sapore originale. Ai tifosi piace ricordare la storia tra Jean Todt e la Ferrari cosi come è stata. Senza la necessità di nuovi capitoli che potrebbero di fatto rovinarla.

Julian D’Agata