Abbiamo avuto bisogno di quasi due giorni per metabolizzare la top-20 dei migliori piloti che hanno guidato in F1 negli ultimi quarant'anni (circa), pubblicata sul sito della stessa massima Formula: con uno sforzo titanico durato un anno, i sistemi di machine learning del Circus hanno fagocitato dati e, come nella più classica delle sceneggiature tra i film in cui le macchine voltano le spalle all'umanità, hanno prodotto conclusioni deliranti.

L'oggetto del contendere

In parole molto povere, l'analisi dei dati relativi a quasi quarant'anni di qualifiche ha prodotto la seguente griglia di partenza, con tanto di distacchi, per determinare il pilota più veloce:

1 Ayrton Senna 0.000s
2 Michael Schumacher 0.114s
3 Lewis Hamilton 0.275s
4 Max Verstappen 0.280s
5 Fernando Alonso 0.309s
6 Nico Rosberg 0.374s
7 Charles Leclerc 0.376s
8 Heikki Kovalainen 0.378s
9 Jarno Trulli 0.409s
10 Sebastian Vettel 0.435s
11 Rubens Barrichello 0.445s
12 Nico Hulkenberg 0.456s
13 Valtteri Bottas 0.457s
14 Carlos Sainz 0.457s
15 Lando Norris 0.459s
16 Daniel Ricciardo 0.461s
17 Jenson Button 0.462s
18 Robert Kubica 0.463s
19 Giancarlo Fisichella 0.469s
20 Alain Prost 0.514s

Abbiamo avuto bisogno di una mole di dati, rilevata dal 1983 in poi, elaborata da macchinari sofisticati per scoprire un'insospettabile arma da qualifica in Heikki Kovalainen, capace di regolare Alain Prost. E dire che il francese batte 33 a 1 il finlandese sul giro secco. Proprio vero che i computer "vedono" cose che gli umani non sono nemmeno in grado di comprendere.

Spoiler alert

La questione relativa a chi sia il pilota migliore / più veloce di tutti i tempi è indubbiamente affascinante e rappresenta un ottimo argomento per intavolare un discorso al bar, magari per azzuffarsi con chi la pensa diversamente.

La regola numero zero di chi si occupa di automobilismo dice che questo tipo di classifiche non ha senso, specie quando sono associate ad un valore oggettivo. Non si possono confrontare piloti di epoche diverse, perché tra tecnica, contesti e regolamenti diversi si parla di universi differenti.

Per quanto questa top-20 venga diramata da un sito... autorevole, il concetto di insensatezza rimane sempre. Fine della discussione.

Machine learning

La regola dovrebbe essere nota anche al team che ha lavorato dietro questa top-20. Infatti la "credibilità" di questa top-20 risiede nella generazione da parte di un sistema computazionale basato sul machine learning.

All'atto pratico non sappiamo quanto abbia contribuito il machine learning o il suo concetto "commerciale", tanto per giustificare con un termine esotico la bontà di un algoritmo (rispetto ad altri) che deve lavorare su un modello particolarmente complicato.

Quando poi si apprende che i dati sono stati elaborati dagli stessi che generano i contenuti dei pannelli televisivi per il pubblico da casa, sorge spontaneamente un pensiero.

Il settantesimo anniversario meritava qualcosa di meglio

Nel bene o nel male, purché se ne parli. Alla fine si ha la sensazione che questa classifica sia un espediente molto ruffiano, confezionato con il luccichio delle nuove tecnologie, per parlare di Formula 1.

Del resto, guardando i primi tre nomi, le numerose entry di piloti dell'ultima generazione e quel Kovalainen (non ce ne vogliano lui e i suoi tifosi) tra i primi dieci, il sospetto viene.

Se vogliamo trovare una nota dolente in questa classifica di Ferragosto, è che la Formula 1, nel mezzo delle celebrazioni del settantesimo anniversario (pur segnato da un'emergenza sanitaria inedita), abbia bisogno di un simile espediente.

Sembra che da sola non sia in grado di generare interesse o dibattito, soprattutto sul pubblico più giovane e sullo zoccolo duro dei tifosi. Questo deve far riflettere.

Luca Colombo