Il GP d'Ungheria ha visto una nuova debacle strategica da parte del box Ferrari: in un tracciato dove virtualmente le monoposto di F1 non hanno agio per effettuare sorpassi, le due Rosse, partite dalla seconda e terza casella, hanno peggiorato le posizioni al traguardo. Avevamo visto qualcosa di simile a Montecarlo, altro tracciato dove i sorpassi costituiscono merce rara.

Strategie

Stando a quello che la pista ha proposto, le scuderie di F1 hanno elaborato undici diversi pattern strategici, con la scelta vincente che ha visto due soste, con sequenza di mescola morbide - medie - medie. Quasi tutti questi pattern hanno visto un'alternanza tra gomme morbide e gomme medie, relegando l'utilizzo della composizione più dura in tale alternanza al ruolo di "seconda scelta".

I tecnici Ferrari hanno scelto di diversificare la strategia tra Leclerc e Sainz. Prendiamo come riferimento Verstappen: l'olandese, vincitore dalla decima posizione in griglia, ha seguito la successione morbide (16 giri), medie (22 giri) e nuovamente medie (32 giri). Leclerc ha corso su quattro stint (media, 21 - media, 18 - dura, 15 - morbida, 16), Sainz invece ha impostato la gara su tre stint (medie, 17 - medie, 30 - morbide, 23).

Leclerc e le gomme medie

Charles ha commentato in questa maniera la sua strategia: "Avevo detto che volevo mantenere le gomme medie il più a lungo possibile. (...) Dobbiamo capire perché abbiamo deciso di andare sulle dure. (...) Sulle dure abbiamo perso tutto il passo gara. Abbiamo fatto una fermata in più degli altri, perdendo venti secondi, e per cinque o sei giri sulle dure abbiamo perso un secondo al giro."

Il monegasco ha esteso molto la vita del primo treno di gomme. Per il secondo treno, invece, la scuderia ha richiamato con largo anticipo il pilota, andando a coprire la fermata di Verstappen. Mattia Binotto ha dichiarato: "Quando abbiamo montato le hard, le nostre simulazioni parlavano di un paio di giri di riscaldamento difficili. Avrebbero dovuto essere più lente delle medie per dieci - undici giri, ma alla fine dello stint sarebbero state le più veloci."

Strategia di protezione

Stranamente al box Ferrari hanno deciso di seguire in toto le indicazioni fornite dalla simulazione, nonostante le Alpine, sul composto più duro dalla ventunesima tornata, avessero grosse difficoltà nel fare tempi decenti. Sainz, d'altro canto, non ha usato gomme dure e ha seguito una strategia simile a quella di Hamilton, pur arrivando dietro all'inglese (nonostante fosse partito molto più avanti).

Binotto ha parlato di una generale mancanza di velocità della F1-75 in Ungheria, che ha portato ad una strategia "protettiva" sulla vettura di Leclerc. Secondo quanto dichiarano in Ferrari, il gap prestazionale risulta tale per le condizioni ambientali più fresche trovate domenica. Con il senno di poi, la strategia non ha protetto il monegasco, ma ne ha distrutto la gara. Tanto valeva andare su una scelta conservativa come quella attuata per Sainz.

Paura?

L'impressione è che in Ferrari abbiano sbagliato ad andare su una strategia di copertura rispetto a Verstappen. Red Bull e l'olandese hanno giocato l'azzardo dell'under-cut e la Ferrari è caduta con tutte le scarpe nel tranello. Viene da chiedersi perché in Ferrari abbiano avuto così paura da andare ad infilarsi nell'angolo.

La vettura di Leclerc, al momento del rientro ai box, stava viaggiando davanti e non manifestava grossi problemi di ritmo. Facile parlare dalla comodità del proprio divano e con il senno di poi, ma il box ha a disposizione una quantità enorme di dati e rilevazioni su cui basare con criterio le proprie strategie. Ammesso e non concesso che la Ferrari non avesse passo sufficiente a stare davanti, con i vari cambi gomma, probabilmente una strategia differente sul monegasco avrebbe portato un risultato migliore.

Da questa disastrosa domenica in Ferrari devono imparare qualcosa, anche perché non è possibile che gli altri (non solo Red Bull, ma anche Mercedes) scelgano consistentemente le strategie giuste e a Maranello no. Di sicuro non potranno mai competere per il Titolo Mondiale se manca qualcosa sulla decisione delle basi strategiche. E dire che fino a quindici anni fa la scuderia di Maranello difficilmente sbagliava una strategia e non aveva paura della propria ombra. Sarà anche per questi motivi che il mondiale F1 latita dal 2007 e, dovesse continuare così, continuerà a stare lontano da Maranello ancora per un lungo periodo.

Luca Colombo