E' stato in quel momento infatti che Hamilton, complice uno scatto leggermente migliore rispetto al compagno, è riuscito a prendere il comando delle operazioni, complice una difesa un po' troppo remissiva da parte del tedesco, incapace per i restanti 70 giri di costituire una concreta minaccia. Il capitolo ungherese registra quindi il primo cambio in vetta al Mondiale, ed ora sarà sicuramente interessante vedere sin dal prossimo appuntamento di Hockenheim in che maniera questo risultato potrà ripercuotersi sul morale di Rosberg.

Domenica delle Mercedes a parte, la gara di Budapest ha regalato momenti di vivacità soprattutto nel finale, con il doppio duello Red Bull-Ferrari che ha regalato emozioni e qualche polemica, dopo una gara per certi versi piuttosto piatta. Complici anche le caratteristiche del tracciato, sia Ricciardo che Verstappen sono riusciti a mantenere la propria posizione respingendo gli attacchi rispettivamente di Vettel e Raikkonen, con l'australiano che è riuscito a cogliere il terzo gradino del podio e, di conseguenza, salendo al terzo posto in classifica iridata. La Ferrari esce ancora una volta senza un podio, ma almeno avendo messa in mostra una strategia aggressiva (undercut di Vettel nel primo stint, Soft-Supersoft-Supersoft la tattica per Raikkonen) che le ha consentito di rappresentare una seria minaccia per le monoposto di Milton Keynes nel finale.

Ma se, da un lato, Seb non è mai riuscito a sferrare un vero tentativo di attacco nei confronti di Ricciardo, la battaglia tra Verstappen e il finlandese è stata a tratti molto accesa, culminando nel giro 57 in un contatto che ha leggermente danneggiato l'ala anteriore del ferrarista. Il giovane olandese si è distinto anche stavolta per una difesa molto dura, suscitando nel dopo-gara le ire di Maurizio Arrivabene e dello stesso Raikkonen, a causa dei cambi di traiettoria effettuati una volta che "Iceman" aveva già iniziato le proprie manovre di attacco. In ogni caso, se da un lato Verstappen ha ancora una volta corso da veterano, dall'altro la palma di "driver of the day" spetta sicuramente a Kimi Raikkonen, autore di una gara superba dopo essere partito dalla quattordicesima piazza. La sfortuna patita nelle qualifiche di ieri non ha di certo frenato l'impeto del ferrarista, capace di girare costantemente su tempi molto competitivi ed autore anche del giro più veloce della gara.

Positiva e regolare anche la gara di Fernando Alonso, settimo dopo essere sfuggito ad una possibile penalità per aver oltrepassato i limiti della pista, davanti al connazionale Carlos Sainz, capace di capitalizzare al massimo nel weekend il potenziale della Toro Rosso al contrario del compagno Daniil Kvyat, ancora una volta autore di una prestazione opaca. A punti anche Bottas, al volante di una Williams lontana anni luce dalle prestazioni del passato ed alle prese con un Felipe Massa in evidente fase calante, mentre Hulkenberg ha colto l'ultimo piazzamento disponibile in zona punti.

Da segnalare la penalità di 5" inflitta a Gutierrez, reo di non aver osservato le bandiere blu nel doppiaggio subito da Lewis Hamilton, il quale si è "vendicato" esibendo al messicano il ditino medio in mondovisione. Colpito da un drive-through anche Jenson Button a causa di una comunicazione radio non consentita dal regolamento, con l'inglese che è risultato alla fine l'unico pilota ritirato del Gran Premio. Non ci sarà però nemmeno il tempo di fermarsi ad analizzare troppo questa gara, visto che tra pochi giorni si tornerà in pista per l'appuntamento tedesco, con la sfida di Hockenheim che rappresenterà il quarto evento di un mese di Luglio mai così impegnativo, prima della meritata pausa estiva. Intanto, però, "the King is back": Lewis Hamilton è tornato lassù dove gli compete, e adesso sarà più che mai difficile riuscire a spodestarlo.

Marco Privitera