Non delude la prima della Formula Uno al Mugello: gara ricca di emozioni che incolla alla sedia. Una pista d'altri tempi che regala spettacolo come una volta.

Il Gran Premio della Toscana, o Ferrari 1000 come è stato anche ribattezzato, è stato una gara pazza. Interminabile e imprevedibile; due bandiere rosse e tre partenze per una corsa spettacolare che, possiamo proprio dirlo, non ha deluso le attese. Onore dunque a uno dei tracciati più belli del mondo, pista per uomini ed elogio al motorsport.

Tre gare in una

Lo spettacolo di tre gare racchiuse in un pomeriggio. La prima, di fatto inesistente e neutralizzata subito per il contatto in partenza che ha coinvolto Max Verstappen. Ripartenza dopo la Safety Car rovinosa, ma spettacolare; nessuna conseguenza per i piloti, ma costa una bandiera rossa e successiva ripartenza.

Seconda gara della giornata nella parte centrale del GP. Le Mercedes scappano e Leclerc, ottimo a portarsi terzo, si difende per quanto possibile da avversari più veloci di lui (quasi tutti). La terza parte è stata una gara sprint: 14 giri flash dopo la seconda bandiera rossa per l'incidente di Lance Stroll all'Arrabbiata 2.

Lewis Hamilton ha dominato due di queste gare, sbagliando la prima partenza, ma centrando in pieno le altre due. Una vittoria meritata la sua, davanti a un Bottas che invece, tolto il primo start, non è mai riuscito a impensierirlo.

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Spettacolo italiano

Scenario da urlo, panorama da sballo, curve da amare a occhi chiusi. L'essenza del motorsport sta nel saliscendi del Mugello che tutti i piloti hanno amato a parole prima della gara. La pista è difficile, veloce, stretta: non perdona il minimo errore. E la gara l'ha confermato. Un GP che si è trasformato in una corsa e eliminazione e che ha visto solo 12 vetture al traguardo. Mercedes e Ferrari le uniche squadre a portare tutte e due le vetture alla fine, i tedeschi sul podio mentre i Rossi a punti ma con disarmanti certezze. Quelle di una vettura lenta, insidiata nel finale anche dalla Williams: Vettel ha avuto il suo da fare per tenere dietro Russell.

Gara vera su pista vera

Le attese della vigilia, che secondo i più scettici non vedevano la F1 adatta a questa pista sono state sostanzialmente smentite. La sfida presentata da questo tracciato si è dimostrata più che all'altezza delle attese dei piloti. La mancanza di vie di fuga in asfalto ha ricordato ai più come sono le gare con vera bagarre e continui colpi di scena. Tifosi, ma anche piloti, non più abituati a un'azione senza fine e ormai anestetizzati da gare piatte e scontate.

E le discussioni per un futuro ritorno al Mugello, tra le colline toscane, che si possono risolvere con un semplice 'molto probabilmente no'. Perché ci sono tracciati più brutti e noiosi che stanno in paesi ricchi che possono pagare di più per ospitare i Gran Premi, e perché la passione, senza pecunia, non è sufficiente.

Il dollaro comanda e il mondo, al solito, ascolta. E la Formula 1 in questo è sempre stata maestra di vita.

Stefano De Nicolo'