E' di pochi minuti fa la notizia di una protesta ufficiale, che la Renault avrebbe inviato agli stewards del Gran Premio di Stiria, contro la regolarità della Racing Point, le cui vetture hanno terminato la gara in sesta e settima posizione, proprio davanti alla Renault di Daniel Ricciardo.

Motivo della protesta inoltrata nel tardo pomeriggio austriaco è una presunta violazione degli articoli 2.1, 3.2, appendice 6 paragrafo 1, 2 (a) e 2 (c) del Regolamento Sportivo Formula 1 FIA 2020 durante la gara.

GLI ARTICOLI DELLE DISCORDIA

Testualmente gli articoli sopra menzionati affermano che "Un concorrente deve, per quanto riguarda le parti elencate che compongono le sue monoposto in Formula 1, utilizzare solo parti progettate dal concorrente stesso". In poche parole la scuderia deve possedere la proprietà intellettuale delle componenti che utilizza.

Inoltre il team deve "conservare il diritto esclusivo di utilizzare le parti elencate nella fintanto che compete nella Formula 1" e in caso di utilizzo di parti progettate da una società esterna, "tale società non può essere un concorrente o una società che progetta direttamente o indirettamente parti per qualsiasi concorrente".

IL COMUNICATO DELLA RENAULT

La conferma della protesta è arrivata direttamente dal team di Enstone che, con un comunicato, ha ufficializzato la richiesta di chiarimento alla FIA: "Confermiamo che il Team Renault DP World F1 ha presentato una richiesta agli amministratori dell'evento per chiarimenti sulla legalità del Racing Point RP20. Non abbiamo ulteriori commenti in merito fino a quando gli amministratori non saranno arrivati ​​a una decisione".

LA PAROLA ALLA FIA

L'ultima parola spetta alla FIA che ora dovrà dirimere una controversia che parte da lontano. I rapporti tra le due scuderie, infatti, si erano incrinati dal Gran Premio del Giappone dello scorso anno quando la RacingPoint protestò (ottenendo la squalifica delle vetture francesi) per il sistema di ripartizione di frenata ritenuto non legale.

Vincenzo Buonpane