Il tracciato del Montmelò, teatro del GP di Spagna, ha dato il suo responso sul pacchetto di aggiornamenti che hanno cambiato i concetti tecnici di Mercedes e Ferrari: "chi va forte a Barcellona, va forte dappertutto" dicono gli esperti di F1 e, stando alla classifica finale, a Brackley sembrano aver fatto bene "i compiti".

Ferrari

Partiamo dalle note dolenti. La Ferrari ha introdotto in Spagna l'aggiornamento tecnico relativo al concetto della vettura che, fondamentalmente, doveva correggere alcuni problemi della monoposto del 2023. Globalmente l'aggiornamento non sembra aver dato i frutti sperati, per quanto abbiamo visto soltanto una gara corsa con il nuovo arrangiamento. Dal punto di vista dell'analisi, la storia "complicata" delle qualifiche non presenta un quadro molto chiaro. Sainz finisce in seconda posizione staccato di ben quattro decimi dal giro veloce di Verstappen, mentre le prestazioni ed il timing costringono Leclerc ad un'ingloriosa penultima posizione in griglia.

La gara ha mostrato una mappa delle forze in campo più definita, con una Ferrari che ha artigliato il quinto posto, best of the rest, come miglior risultato. Va detto che la SF-23 in gara perde terreno e posizioni con Sainz, mentre Leclerc risale fino all'undicesimo posto finale. Lo spagnolo, giocoforza, fornisce il riferimento da prendere in considerazione e i risultati non sono quelli sperati. Carlos paga quasi quarantasei secondi dalla vetta, pur avendo corso una gara tutto sommato lineare. I diagrammi con i riferimenti cronometrici rispetto alla gara di Max Verstappen forniscono una fotografia impietosa del gap attuale tra le due scuderie.

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Problemi con le gomme

Se Leclerc durante le qualifiche aveva lamentato una monoposto non consistente, durante la gara entrambi i piloti hanno mostrato difficoltà nella gestione su tutta la gamma di gomme. Tenendo fuori dalla discussione le coperture dure, che hanno dato grattacapi a chiunque (anche alla Red Bull, per quanto su un impiego più lungo), Ferrari pareva avere una finestra di utilizzo molto limitata sulle gomme medie e morbide. Pirelli ha portato in Spagna la gamma più dura disponibile, quindi rimane aperta un'incognita su cosa potrà succedere nel momento in cui troveranno impiego le coperture più soffici.

In buona sostanza gli aggiornamenti introdotti sulla monoposto di Maranello non sembrano aver dato la spinta prestazionale ricercata. Per quanto riguarda i debriefing, si spera che le novità abbiano diradato le nebbie "tecniche" nelle quali naviga la scuderia. Capire cosa non funziona diventa il primo passo per impostare il lavoro futuro. La scuderia di Maranello occupa la quarta posizione nel Costruttori e, di fatto, lo fa anche in pista, nonostante il best of the rest ottenuto da Sainz. Il lunedì del GP di Spagna, visto da fuori, aggiusta l'obiettivo stagionale verso il terzo posto nel Costruttori. Piazza da conquistare sperando in qualche inciampo negli aggiornamenti o in una scarsa performance tecnica nel processo di sviluppo da parte di Aston Martin.

Mercedes

Mercedes aveva introdotto le novità tecniche a Montecarlo, portando avanti una scelta di pianificazione molto discussa, ma che pare aver dato i suoi risultati. In forza di una maggiore "conoscenza" della monoposto la scuderia di Brackley ha avuto agio nell'attuare regolazioni differenti e correttive per la gara. Le sessioni di prove e qualifiche non hanno avuto andamenti lineari, complicando non di poco il lavoro di tutte le scuderie.

I piloti, nonostante un'incomprensione durante il Q2, hanno estratto, verrebbe da dire agevolmente, il potenziale dalla monoposto, che ha sfruttato molto bene le gomme con una finestra di impiego piuttosto ampia. Nella gestione del passo gara, il muretto Mercedes riesce a tenere a distanza la rimonta di Perez, attuando una chiamata strategica per il secondo stop di entrambi i piloti. La mossa induce un dubbio in casa Red Bull sulla tenuta del passo del messicano nelle fasi finali di gara. Mercedes dimostra di essere presente con la testa per quanto riguarda le decisioni strategiche, cosa non del tutto scontata per una scuderia che a Miami aveva grossi problemi di coerenza tra quello che succedeva in qualifica e quanto accadeva in gara.

Sospensione anteriore importante

Concetto aerodinamico a parte, va sottolineato come la nuova sospensione anteriore contribuisca a far lavorare decisamente meglio la monoposto, in maniera più prevedibile e consistente. La scuderia di Brackley sembra quindi aver messo da parte i vari interrogativi sull'incostanza della monoposto durante il fine settimana e i risultati sembrano dare sostanza a questa sensazione. Le W14 pagano ancora trenta secondi al traguardo, arrotondando il tutto ad almeno mezzo secondo al giro sul passo gara rispetto alla Red Bull. A Milton Keynes lavorano con materiale proveniente "da un altro pianeta", tuttavia a Brackley sembrano avere le carte in regola per rispondere presente, per la vittoria in gara, qualora la scuderia di Milton Keynes muovesse qualche passo falso.

Oggettivamente la prima posizione nel Costruttori o nel Piloti rimane un obiettivo troppo lontano. La costruzione di una solida seconda posizione nel Costruttori e l'attacco alla terza / seconda posizione nel Piloti dovrebbero essere alla portata della scuderia di Brackley. In fondo sappiamo bene che per la scuderia anglo-tedesca il meccanismo di aggiornamento e sviluppo della monoposto, una volta innescato, corrisponda a risultati consistenti e provati.

Luca Colombo

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