Gioie e dolori, sono questi i sentimenti che i due piloti Red Bull regalano alla squadra dopo le qualifiche di Montecarlo: primo e ultimo. Da una parte Ricciardo, pilota solido, concreto, concentrato, uomo dalla mente fine e dal piede pesante. Commette pochi errori e la pole position a Montecarlo gli esce facile quasi quanto al suo compagno l'incontro col muro in uscita dalle Piscine. Max Verstappen è, infatti, pilota talentuoso ma fragile, fortissimo ma disattento e ancora - inesorabilmente- giovane e incostante.
Uno partirà in pole position e l'altro addirittura dall'ultima casella della griglia, senza tempo, dopo una mattinata passata a sfidarsi -e a spingersi l'un l'altro come ben sottolinea Ricciardo- a suon di giri veloci durante l'ultima sessione di prove libere della mattinata. Verstappen però esagera e forse distratto da un doppiaggio sfiora il muro, rompe il tirante dello sterzo e finisce contro le barriere pochi metri dopo terminando mestamente la sua giornata e anche la sua qualifica parecchie ore prima. I suoi meccanici tenteranno l'impossibile per rimetterlo in pista (verrà sostituito il cambio) ma il tempo non basta. Un errore inutile e grave perchè commesso con una vettura nettamente da prima fila, dettato dal desiderio di vedere il proprio nome in cima alla lista dei tempi di una inutile sessione di prove libere.
 
Uomo di giornata è invece Daniel Ricciardo, il brutto anatroccolo della squadra che si trasforma in meraviglioso cigno quando tutto funziona e può concentrarsi sulla pista, oltre che sulla solita lotta interna col vicino di box. L'1:10:810 con cui sgretola il record della pista è un capolavoro di freddezza e abilità, manifesto della sensibilità del pilota necessaria per trionfare nel Principato. Un giro perfetto con una velocità media che riscrive tutto quello che credete di sapere sulla percorrenza dei 3337 metri più famosi del motorsport, con passaggi ai limiti dell'impossibile che sembrano invitare a duello le leggi della fisica.
"Spingere al massimo senza esagerare", questo il mantra che Ricciardo è andato ripetendosi tutto il giorno, raccogliendo però un risultato favoloso che gli è valso la chiamata del patron Mateschitz appena sceso dalla macchina, che forse ora sarà più attento al futuro del suo pilota in uscita e pezzo pregiato del prossimo mercato piloti. Il nome dell'australiano viene infatti accostato a quello della Ferrari: "La tifavo da piccolo" confessa, e apre alla possibilità di tornare a essere compagno di Vettel. I due si troveranno però a duellare ruota a ruota domani in partenza, con una fame di vittoria dettata da ragioni diverse: l'uno per ristabilire la supremazia interna al team, l'altro per invertire il trend negativo delle ultime gare che ha visto Lewis Hamilton recuperare inesorabilmente terreno e portarsi saldamente al comando della classifica piloti. Hamilton scatterà dalla terza casella subito alle loro spalle con una ritrovata Mercedes pronta a dare battaglia.
 
Al netto dei distacchi oggi la Red Bull è stata la migliore vettura in pista. Senza se e senza ma la RB13 ha mostrato il resto del lotto un bilanciamento invidiabile ma soprattutto una perfetta gestione gomme legata principalmente alle temperature. Mescola Hypersoft per tutti quanti domani tranne forse per Verstappen, per un lungo serpentone di 78 giri denso di imprevisti, safety car e incertezza fino al traguardo.
 
Stefano De Nicolò