Charles Leclerc aveva illuso tutti questa mattina durante la FP3 di poter insidiare il dominio Mercedes per la pole. Ed invece abbiamo assistito all’ennesima figuraccia da parte del muretto Ferrari, che costa al monegasco addirittura l’eliminazione dalla Q1 e la sedicesima casella in griglia.

Una scelta incomprensibile quella di non rimandare in pista Leclerc da parte degli uomini Ferrari, considerando che il vantaggio dal primo degli esclusi a pochi minuti dalla fine era di solo un decimo. 

Un errore di strategia ed un eccesso di sicurezza che fa veramente male al monegasco visti i tempi con cui girava in mattinata (qui il report completo delle FP3), con la certezza di essere il pilota più veloce del fine settimana in casa Ferrari.

“Ho chiesto al Team se ce l’avremmo fatta e non ho avuto risposta. Mi hanno detto soltanto dopo che avrei potuto farcela, ma ad un minuto dal termine abbiamo scoperto invece che non ci saremmo qualificati perché ormai era troppo tardi” - Queste le parole di un deluso Leclerc dopo la qualifica alla stampa internazionale.

“E’ un momento difficile, perché sono nel Gran Premio di casa ed in una pista come Monaco non possiamo permetterci di essere eliminati in Q1. Adesso non possiamo fare più nulla e domani sarà una gara molto difficile perché qui non si sorpassa. Sono più deluso che arrabbiato”.

Grande delusione quindi sia per Leclerc che per i tifosi del cavallino, considerando che Charles è stato l’unico durante il weekend ad impensierire gli uomini Mercedes, ed il passo mostrato questa mattina durante la FP3 faceva veramente ben sperare. Nella pista di casa il monegasco poteva condurre una gara da vero protagonista grazie ad una partenza migliore, ma adesso sarà chiamato ad una clamorosa quanto incredibile rimonta. 

L’unica speranza infatti è una gara pazza con diverse safety car che permettano un rimescolamento delle carte. Siamo consapevoli che a Monaco tutto può succedere, ma in questo caso bisogna affidarsi veramente ad un miracolo divino considerando la forza degli avversari e l’impossibilità di sorpassare.

Julian D’Agata