La gara di F1 in Messico è stata un calvario per la Ferrari: entrambe le Rosse non sono mai state in lotta per le posizioni di vertice ed il distacco a fine gara si avvicinava al minuto di ritardo dal vincitore Max Verstappen. Senza alcun dubbio la F1-75 versione messicana è la peggiore vista questa stagione. Ma a cosa è dovuto questa brutta copia della macchina capace di lottare con Red Bull nella prima metà di stagione?

IL WEEKEND "NERO" DELLE ROSSE

In primis, il lavoro di messa a punto non è stato dei migliori in tutto il weekend, Sainz e Leclerc hanno faticato con il bilanciamento della vettura in trazione e lungo i cordoli alti del secondo settore. I più esperti hanno accreditato le difficoltà della seconda parte di stagione alla direttiva tecnica “TD039” legata al fenomeno del porpoising: la F1-75 ha perso il suo bilanciamento naturale con una vettura costretta a viaggiare più alta. La conseguenza principale è la cattiva gestione degli pneumatici, punto focale delle difficoltà Ferrari nelle ultime gare. Tuttavia, il round messicano è una tappa particolare in calendario. Il circuito Hermanos Rodriguez infatti si trova in altura, ad oltre 2000 metri sul livello del mare, ed ha esasperato le difficoltà Ferrari, contrariamente a quanto successo a Mercedes.

IL MESSICO HA ESASPERATO I PROBLEMI FERRARI: F1-75 DEPOTENZIATA

A causa dell’aria rarefatta che si trova a quell’altitudine, Ferrari è stata costretta a viaggiare con meno potenza del solito e, per questa ragione, a Maranello hanno scelto di optare per un assetto più scarico dei competitors che, come constatato, non ha portato a granché. Sainz e Leclerc infatti non hanno mai avuto il ritmo dei primi quattro, se non per una piccola finestra su gomme medie nel secondo stint. La Mercedes di Russell ha potuto effettuare il pit stop nel finale per fare il giro veloce. Il ritmo iniziale sulle gomme Soft (montate anche sulle RB18) era più vicino al midfield. Il lato positivo rimane una costanza maggiore, ma considerando l’assenza di avversari in pista nella domenica messicana è molto probabile che il duo Ferrari abbia potuto gestire il ritmo per non strapazzare la gomma.

Nel dettaglio, il fine settimana di Città del Messico è stato positivo per Sainz, al netto delle limitazioni della vettura, mentre Leclerc ha avuto a che fare con la peggior gara in stagione. Il monegasco ha dichiarato nel post-gara: “non mi aspetto gare peggiori di questa, spero sia un caso isolato. Non c’era molto che potessimo fare oggi, io e Carlos eravamo semplicemente più lenti di quelli davanti e più veloci di quelli dietro. Per il futuro dobbiamo capire cosa possiamo fare in queste condizioni per essere migliori”.

QUALE FUTURO PER QUESTA F1-75?

Il “minuto di silenzio” riporta alla luce gare spettrali per il team di Maranello, come ad esempio il Gran Premio degli Stati Uniti del 2019, chiuso con un distacco analogo. Sebbene il circuito messicano fosse un punto isolato in calendario è giusto dire che anche il prossimo appuntamento in Brasile si presenta a circa 800 metri sul livello del mare. La tappa di Interlagos darà già una prima risposta alle prestazioni di una F1-75 che sicuramente non è (e non sarà più) la stessa dell’inizio stagione.

Antonio Fedele