Max Verstappen conquista in Giappone il secondo titolo in F1 in maniera "strana": dopo aver tagliato il traguardo, non senza sorpresa, viene fatta valere la decisione della FIA di assegnare punteggio pieno, per una gara corsa su poco più della metà della distanza programmata. La pioggia, ricordiamo, ha causato un'interruzione di due ore nel programma dell'evento e ha portato alla conclusione della gara dopo 28 giri (su 53). Com'è possibile che la F1, il campionato di più alto livello nell'automobilismo da corsa, si sia trovato in una situazione nella quale qualcuno deve decidere sul momento quanti punti assegnare in una gara, traendo una conclusione diversa da quanto prospettato dalle scuderie?

Spa-Francorchamps 2021

Dobbiamo fare un salto indietro nel tempo e tornare nel 2021 a Spa-Francorchamps. In seguito all'assegnazione di metà punteggio per una gara corsa su un totale di tre giri dietro la safety car e lunga solo un giro nella classifica ufficiale, FIA e parti in causa hanno deciso di correre ai ripari. L'intenzione prevedeva la riscrittura delle regole affinché non fossero assegnati punti a meno che non ci fosse stata una vera gara, anche se breve.

Storicamente, la F1 prevede riduzioni nel punteggio in funzione di gare ridotte. Dal 75% della distanza di gara coperta vengono erogati pieni punti, tra il 50% e il 75% le tabelle prevedono l'attribuzione di tre quarti del punteggio. In altre parole, per il GP del Giappone di domenica, le scuderie prevedevano un monte punti così ripartito: 19-14-12-10-8-6-4-3-2-1.

Buco regolamentare

Qui sorge l'inghippo. Le regole relative all'assegnazione dei punti ridotti, cioè l'articolo 6.5 del regolamento (letto in congiunzione con le tabelle distanza gara / percentuale punteggio), trovano applicazione solo in caso di "sospensione di gara non riprendibile", citazione testuale di una clausola (presente da anni) inerente a tale articolo.

Il problema emerso in Giappone riguarda un "buco" regolamentare. Da nessuna parte, infatti, le regole stabiliscono cosa succede al punteggio quando la gara riprende, come successo a Suzuka, dopo la sospensione con bandiera rossa e poi trova completamento (con bandiera a scacchi) su una distanza minore, limitata dalla regola sull'estensione temporale dell'evento (le famose tre ore complessive e/o due ore di gara). Senza regole specifiche sul da fare, la FIA ha deciso di assegnare punteggio pieno. Decisione in contrasto con la previsione delle scuderie, con i precedenti storici e forse anche con lo spirito delle correzioni da apportare dopo il GP del Belgio edizione 2021. Questa decisione ha determinato il titolo mondiale di Max Verstappen in Giappone.

Un errore

Christian Horner, team principal della Red Bull, ritiene che l'assegnazione del punteggio pieno a Suzuka costituisca un "errore" nella riscrittura delle regole dopo il GP del Belgio della passata stagione, nonostante la decisione abbia portato il secondo mondiale nelle mani di Max Verstappen. Horner ha sottolineato come ciò che avrebbe dovuto essere corretto dopo Spa-Francorchamps 2021, in realtà, regolamento alla mano, non abbia trovato risoluzione.

L'anomalia regolamentare che ha permesso a Max Verstappen di conquistare il titolo a Suzuka dovrebbe costituire materia di discussione e correzione da parte della F1 per evitare altre derive simili in futuro. Valutando la situazione più estrema dell'attuale set di regole per gara ridotta/punti erogati, una gara fermata con bandiera rossa dopo due giri e poi ripresa con la durata di un solo giro potrebbe valere punteggio pieno.

Il GP del Giappone ha visto fin troppi eventi in cui le ambiguità fanno risultare la F1 uno sport prossimo all'ambito amatoriale e che ridimensionano la vittoria mondiale di Max Verstappen. Questo non dovrebbe accadere, a meno che il Circus non sia ufficialmente diventato un prodotto per cui, citando Oscar Wilde, "non importa che se ne parli bene o male, l'importante è che se ne parli".

Luca Colombo