Già, perchè il dibattito si presta a svariate considerazioni. Meno tanti sorpassi "facili" o pochi, ma di grande qualità? Vedendo quanto accaduto durante la gara di Shanghai, i dubbi sembrerebbero davvero essere pochi. Lo splendido spettacolo regalato in occasione degli attacchi di Vettel su Ricciardo, ma anche di Verstappen sullo stesso australiano e di Grosjean su Massa nel finale (giusto per citare qualche esempio) ha messo in evidenza l'abilità del pilota di saper "osare" nei momenti cruciali, magari con una staccata al limite o inventandosi una traiettoria alternativa.

Basta, dunque, ai "facili" sorpassi visti negli ultimi anni e resi possibili dall'utilizzo del DRS lungo i rettilinei, buoni a fini statistici ma non altrettanto per scatenare le emozioni del pubblico. Quanto emerso già nel corso dei test invernali di Barcellona, dopo le previsioni della vigilia, è diventato infatti realtà nei primi due appuntamenti stagionali. Le nuove monoposto, caratterizzate da una differente configurazione aerodinamica rispetto al passato, rendono assai più arduo mantenere la scia e tentare l'attacco nei confronti di un avversario. Complice anche un abbassamento delle velocità di punta sui rettilinei, gli spazi di frenata si sono notevolmente ridotti, rendendo ulteriormente complicato per i piloti superare anche in questa fase. Nonostante la presenza a Shanghai del rettifilo più lungo del Mondiale, le azioni di attacco in tale zona del circuito si sono viste col contagocce, malgrado l'ampia zona prevista per l'utilizzo dell'ala mobile. Il punto che ha invece regalato maggiori emozioni è stato invece quello della curva 5, con la violenta staccata che precede un secco tornantino: qui si sono infatti verificate le azioni più spettacolari del Gran Premio, con piloti spesso impegnati in staccate a ruote fumanti per avere ragione dei propri avversari.

Degna di nota soprattutto l'azione di Sebastian Vettel nei confronti di Daniel Ricciardo, con una frenata al limite da parte del ferrarista e successivo ruota a ruota tra i due che ha mandato in visibilio tutti gli appassionati. Insomma, meglio pochi ma buoni: bentornati ai cari, "vecchi" duelli, per una Formula 1 che, oltre all'aspetto estetico delle monoposto, sembra essere tornata all'antica anche per quanto riguarda emozioni che sembravano ormai sopite da tempo.

Marco Privitera

 

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