Partenza più che regolare nelle prime posizioni, come non accadeva da anni a Spa: unico a commettere l’errore è stato Perez, che ha sbagliato mappatura del motore con la conseguenza di rallentare il gruppo che lo seguiva dopo la ripartenza della Source e relativo contatto con Ocon.
La strategia di Hamilton nella prima fase è stata chiara e semplice: dettare il ritmo con le UltraSoft cercando di staccare Vettel, con quest’ultimo che cercava di seguire come un ombra il pilota della Mercedes senza disturbare l’aerodinamica dalla scia della vettura che lo precedeva.
Mentre i due di testa si studiavano a vicenda nelle retrovie si davano battaglia Alonso, Hulkenberg, Grosjean e i due delle Force India.
Ennesimo ritiro per la Red Bull di Verstappen (quando era in quinta posizione), con Raikkonen che, non rispettando le bandiere gialle, subiva uno Stop&Go di 10 secondi e tre punti sulla patente.

Ad entrare per primo per il pit stop è stato il leader, alla dodicesima tornata, passando alle Soft che sulle Mercedes hanno lavorato sempre bene fin dal venerdì, seguito il giro successivo da Bottas, anche lui su Soft.
Il muretto box della Ferrari, considerando la durata delle mescole UltraSoft sulla SF70H, ha cercato di allungare il primo stint per avvicinarsi ad Hamilton, purtroppo senza avere un riscontro in pista visto il ritmo martellante del pilota inglese; anche Ricciardo ha effettuato la sosta al quattordicesimo giro montando SuperSoft, cercando di compensare con la mescola di una gradazione più morbida la minor velocità sul giro rispetto ai diretti rivali.
Addirittura troppo ritardata la chiamata ai box di Raikkonen, solo al quindicesimo passaggio, con il risultato di non ottenere alcun beneficio.

Gara cristallizzata in attesa della successiva tornata ai box, quando Perez si "vendicava", con una manovra quasi analoga a quella di Baku, su Ocon con il risultato di rovinare la gara di entrambe le Force India.
La Direzione neutralizza la gara per eliminare la pista dai detriti e tutti i team richiamano ai box i rispettivi piloti con le due Mercedes che si differenziano montando le Soft anziché le UltraSoft.
Strategia inizialmente inspiegabile: infatti mancando quattordici giri alla bandiera a scacchi, sarebbe sembrato logico puntare sulle mescole più morbide, oltretutto più facili da mandare in temperatura.
Inoltre, ripartendo quando mancavano solo undici giri al termine, la gara di fatto diventava uno sprint verso la bandiera a scacchi; a loro discolpa, i tecnici Mercedes hanno preferito le Soft in quanto mescole più congeniali alla W08, in grado di mandarle subito in temperatura e mantenerle nella giusta finestra di utilizzo per lungo tempo; inoltre gli pneumatici UltraSoft rimanenti erano già usati, col rischio di trovarsi in difensiva negli ultimi e cruciali giri.

Hamilton ha gestito in maniera impeccabile la ripartenza con gomme Soft, più fredde rispetto alle UltraSoft di Vettel, che ha tentato un’unica reale manovra di sorpasso, al contrario di Bottas che in fondo al rettilineo del Kemmel ha perso la terza posizione in favore di Ricciardo e Raikkonen.
Invariate le posizioni fino alla bandiera a scacchi con Vettel che ha girato su tempi interessanti in 1’47”-1’46”, con il giro record segnato al quarantesimo passaggio (1’46”577).
Nonostante Vettel sia arrivato secondo è il pilota che ha avuto il ritmo gara più sostenuto: sempre sotto ai due secondi di distacco da Hamilton, ma nonostante ciò non ha mai avuto reali occasioni per provare l’attacco.
Il risultato del secondo posto deve essere visto come il riscatto di Silverstone e la certezza che si è lavorato nella giusta direzione in casa Ferrari, considerando che Spa doveva essere una delle piste congeniali alla Mercedes.

Ottimo piazzamento a podio per Ricciardo visto che la Red Bull non era fra le favorite sulla carta, date le sue carenze velocistiche, utilizzando sempre le mescole più morbide (due treni di UltraSoft inframezzato da uno di SuperSoft) e confermandosi sempre più  ago della bilancia nella lotta al titolo.

Gara solida per Hulkenberg, primo degli altri, bravo a mantenere un ritmo costante, coadiuvato da strategie ideali, e lesto ad approfittarne dei guai dei piloti davanti a lui; da considerare la crescita globale della Renault confermata dalle buone prestazioni in qualifica di Palmer.

Si volta pagina e si va verso Monza, circuito molto tecnico, di motore e aerodinamica, dove è quasi fondamentale partire in pole position: riuscirà la Ferrari a spezzare l'egemonia Mercedes sui circuiti veloci?

Michele Montesano

strategie spa

 

{jcomments on}