Da qualche Gran Premio a questa parte, c’è sempre qualcosa che si frappone tra la Ferrari e quel successo che manca ormai dall’Australia. A Baku ci si è messa l’affidabilità del pacchetto completo, visto che i guasti che hanno fermato Sainz e Leclerc sono differenti. C’è tanto da lavorare per gli uomini di Mattia Binotto, che nell’arco di una settimana dovranno cercare almeno di stabilizzare la situazione, mettendo una pezza dove possibile. D’ora in avanti, infatti, per puntare davvero al Mondiale le battute di arresto non potranno più essere ammesse.

Problemi diversi, risultato uguale

Il primo tuffo al cuore degli uomini Ferrari è avvenuto al nono passaggio, quando la telecamera ha inquadrato Carlos Sainz fermo nella via di fuga della curva 3. Lo spagnolo ha lamentato un problema ai freni, in particolare al sistema Brake by Wire, che non gli ha concesso di continuare. Peccato per lui, ma oggi Carlos girava quarto ed era già molto staccato dai tre di testa, e non pareva avere un ritmo irresistibile. Difficile per lui andare a prendere la testa.

La power unit in fumo una decina di giri dopo di Charles Leclerc, invece, è un vero e proprio colpo per le speranze mondiali del monegasco e della Rossa. E dire che, al contrario di quanto avvenuto a Monte Carlo, la strategia a Baku ha funzionato alla perfezione. Il monegasco era stato richiamato ai box in regime di VSC (per spostare la Ferrari di Sainz) al nono passaggio, e si era così ritrovato con un tempo di sosta dimezzato e un vantaggio su Verstappen quantificabile tra i dieci e quindici secondi.

Il muretto ha fatto un ottimo lavoro, dunque, dopo che in partenza Leclerc si era fatto rubare la prima posizione da un brillantissimo Perez. Ancora una volta, però, come già avvenuto a Barcellona, la PU di Maranello ha tradito Charles, apparso comprensibilmente sconsolato ai microfoni dei giornalisti a fine gara.

Due ritiri a due, ma i jolly sono finiti per le Rosse

All’ottava gara di campionato, i ritiri dei due diretti contendenti per il campionato sono due a testa. Verstappen si era infatti fermato in Bahrain e a Melbourne, mentre Charles ha dovuto alzare bandiera bianca a Barcellona e Baku. Attenzione però, perché questi dati vanno interpretati in modo corretto: non tutti i DNF hanno lo stesso peso, soprattutto nelle loro conseguenze.

I guasti che avevano fermato le vetture anglo-austriache, infatti, si sono rivelati facilmente risolvibili, evitando così di andare a stravolgere la rotazione delle tre PU imposte dal regolamento, oltre le quali si incorre in penalità. Non si può dire la stessa cosa per quanto avvenuto in Ferrari.

Ora, occorre certamente attendere l’analisi dei dati e del motore oggi esploso a Leclerc, ma nel caso si dovesse andare a montare una terza unità già in Canada, questo avverrebbe con un enorme anticipo sul programma stagionale, con tutte le conseguenze del caso. Insomma, la situazione potrebbe essere abbastanza complicata.

Anche Binotto lo ammette: affidabilità un problema

Non si è nascosto Mattia Binotto, che avrà tanti difetti, a cui possono essere imputate diverse mancanze in questi anni, ma che certo non si nasconde di fronte alle responsabilità. Il manager di Selvapiana ha correttamente voluto sottolineare come la strategia impostata oggi fosse perfetta, ma allo stesso tempo ha sottolineato un altro aspetto fondamentale. “Oggi due ritiri che ci penalizzano. L’affidabilità è un problema; probabilmente gli sforzi che abbiamo fatto per chiudere il gap rispetto alla passata stagione ci stanno penalizzando”.

Ora, è evidente che il lavoro fatto sulla prestazione sta dando i risultati attesi, anzi, forse si sta andando addirittura oltre. Se, però, per fare ciò si è andati a rovinare l’affidabilità delle PU e della vettura nel suo insieme, il problema è molto grande, anche perché tanti campanelli d’allarme stanno arrivando dai team clienti. Il salto di prestazione, e il dover a tutti i costi affrontare un team che ha un motore super potente, potrebbero avere leggermente incrinato la situazione.

Infine, quello che risulta più difficile oggi è mettersi nella testa di Charles Leclerc. Il monegasco sta facendo del suo meglio, tira fuori prestazioni pazzesche, ma i risultati non arrivano. Con tutta la buona volontà e la grinta che ci può mettere, è evidente che per lui sono arrivati tre “diretti” da KO. Troverà sicuramente le motivazioni necessarie per continuare la lotta, ma i punti da recuperare da Max, adesso, sono 34, e di mezzo c’è anche Perez. Una situazione delicatissima e che in pochi si aspettavano dopo l’inizio di Mondiale fulminante del monegasco.

Nicola Saglia