Anche le Power Unit vengono stressate, sia a causa dell’altezza (siamo a 700 metri sul livello del mare) che per quanto riguarda l’utilizzo, visto che la valvola del gas sarà aperta per più del 70% del giro.
A causa della conformazione del circuito gli pneumatici più sollecitati sono l’anteriore sinistra, che lavora in appoggio, e la posteriore destra, che lavora in trazione, con la Pirelli che ha adottato una scelta conservativa portando le mescole Soft, Supersoft e Ultrasoft. Poiché tutti i team sono impegnati in un vero e proprio tour de force (con ben tre GP in tre settimane) sono poche le novità portate in pista, vediamole nel dettaglio:

Mercedes
Dopo il debutto vincente della Power Unit Step 2 in Francia la Mercedes ha portato un corposo pacchetto di novità aerodinamiche. L’obiettivo è di studiarle in vista anche del prossimo GP in Inghilterra, ma andiamo con ordine.
Sull’anteriore sono stati rivisti i tre convogliatori sotto l'alettone anteriore, con lunghezze e orientamenti diversi, per spingere l’aria oltre gli pneumatici anteriori; rivisti anche i bargeboard in prossimità del T-tray è stato aggiunto un profilo orizzontale, mentre sono state riviste le derive sul marciapiede.
Ma andiamo nella zona dove sono state apportate più modifiche ossia ai lati dell’abitacolo: l’obiettivo di tutti i tecnici è cercare di allontanare le pance dalle ruote anteriori per aver modo di pulire l’aria dalle turbolenze, anche gli uomini della stella sono intervenuti in questo senso modificando l’ingresso delle pance laterali ora più squadrate e con la barra antinitusione (in verde) a vista (introdotta da Ferrari e vista su numerose monoposto) che si collega direttamente al deviatore, a sua volta a ponte e sorretto da una deriva, che ha il chiaro compito di deviare il flusso (cerchio giallo e riquadro arancio), oltre che dal doppio supporto dello specchietto retrovisore (cerchio rosso), di scuola Force India, tutti questi accorgimenti hanno lo scopo di far aderire meglio il flusso sulle pance per meglio “alimentare” il retrotreno. Viste le nuove pance, più strette, i tecnici, per meglio alimentarle, hanno introdotto un piccolo flap posto sui bargeboard già visto su numerose monoposto; rivisti anche i supporti orizzontali dei deviatori laterali. Completamente inedito l’alettone posteriore, con paratie verticali, di chiara ispirazione McLaren: con le cinque frange verticali (cerchio azzurro) che hanno l’obiettivo di ripulire il flusso generato dal rotolamento degli pneumatici; ridotte a due le derive oblique presenti in coda (cerchio giallo).
Interventi importanti anche al diffusore dove sono aumentate le paratie verticali (cerchi verdi) per migliorare l’espansione.
Secondo indiscrezioni il pacchetto comporterebbe un incremento di prestazione notevole: pari ai due decimi su di un circuito come Silverstone, resta da capire se tutt’e le soluzioni portate verranno utilizzate già in Austria. (Foto @AlbertFabrega; @janci1612) FOTO 1 2

Ferrari

Nulla di nuovo nei box del cavallino. Per la prima volta da inizio stagione il team di Maranello non ha portato aggiornamenti, complice anche le tre gare ravvicinate, ma soprattutto per studiare meglio le soluzioni portate in Francia e non ancora capite a fondo.
A tal proposito si è rivisto l’alettone anteriore introdotto al Paul Ricard; sulla SF71H si è preferito adottare un assetto da medio-alto carico considerando la potenza della Power Unit; mentre il cofano presenta delle aperture più generose alle estremità per migliorare lo smaltimento del calore. Piccola curiosità: i tecnici della Ferrari hanno studiato la rugosità del tracciato con un apposito macchinario.

Red Bull
Nessuna novità visibile ad occhio nudo sulla RB14 che gioca in casa, ma Ricciardo e Verstappen avranno a disposizione una mappatura da qualifica, precedentemente introdotta in Francia dalla Renault; mentre, grazie ad una nuova benzina sviluppata da Exxon Mobil, solamente dall’Ungheria o al massimo in Belgio si riuscirà a colmare il gap di potenza della Power Unit montata sul team ufficiale Renault.

Williams
Nessuna novità per il team di Grove se non il volante utilizzato da Kubica per le prove libere dotato di un solo paddle per il cambio.

Renault
Il team francese ha portato addirittura quattro tipi di alettoni anteriori per meglio adattarsi al layout del circuito della Stiria. Ma la novità più importante è l’utilizzo della nuova MGU-K disponibile per tutti i team motorizzati dal costruttore francese, finalmente si è raggiunta la tanto attesa affidabilità al banco prova, resta da vedere se verrà montata subito da tutti. (Foto @AlbertFabrega) FOTO 3

Toro Rosso
Il team di Faenza ha portato un alettone anteriore innovativo: nello specifico il canale esterno è stato dotato di due soffiaggi (riquadro verde) con il chiaro obiettivo di energizzare il flusso che va ad impattare sugli pneumatici anteriori riducendo, così, le turbolenze; ancora una volta, con questa soluzione, il team italiano può fare tendenza in soluzioni molto raffinate. (Foto @AlbertFabrega) FOTO 4

McLaren
Ancora alla ricerca del bandolo della matassa il team di Woking ha utilizzato le prime prove libere per confrontare il nuovo alettone anteriore (quasi quello utilizzato già nel 2016 in Messico) con la soluzione precedente: Alonso ha girato a velocità costante con le appendici verniciate con la paraffina per studiare i flussi. Il profilo principale ha un andamento diverso (in rosso), privo di ricciolo, per spostare aria verso l’esterno della monoposto andando ad oltrepassare le ruote, inoltre mano mano che si avvicina al centro presenta altri rigonfiamenti per incanalare più aria nel sotto vettura.
L’estremità del profilo principale presenta un piccolo soffiaggio (riquadro azzurro) per velocizzare il flusso in questa zona. Leggermente rivisto il marciapiede all’estremità della paratia verticale (cerchio viola), per migliorare l’effetto sigillo. Così come sono stati rivisti anche gli upper flap (in arancio), per cercare di gestire meglio il vortice Y 250, che lavorano in sinergia con le derive superiori anch’esse riviste. (Foto @AlbertFabrega) FOTO 5

Articolo e grafiche a cura di Michele Montesano