Finalmente la Formula 1 riparte dal GP d'Austria dopo una lunga pausa forzata dovuta alla pandemia del Coronavirus e, con essa, la nostra analisi tecnica. Nonostante sia fra i circuiti più corti del mondiale, il Red Bull Ring presenta caratteristiche interessanti ed eterogenee tanto da mettere in crisi piloti e tecnici nel preparare le monoposto. Un tracciato non proprio facile da dove iniziare: oltre ai rettilinei, sono numerose le curve, parecchie anche cieche, che richiedono il giusto equilibrio fra vettura veloce sul dritto e scorrevole in curva. Non bisogna neanche tralasciare, nel corretto set-up, un’ottima motricità per uscire dai tratti lenti.

I numerosi saliscendi rendono il circuito austriaco ancora più ostico dal punto di vista del pilotaggio. Inoltre le staccate in fondo al rettilineo, molto ravvicinate, mettono a dura prova gli impianti frenanti.

Anche le Power Unit vengono stressate, sia a causa dell’altezza (siamo a 700 metri sul livello del mare) che per quanto riguarda l’utilizzo, visto che la valvola del gas sarà aperta per più del 77% del giro. A causa della conformazione del circuito gli pneumatici più sollecitati sono l’anteriore sinistra, che lavora in appoggio, e la posteriore destra, che lavora in trazione, con la Pirelli che ha adottato la scelta di portare le medesime mescole viste nella passata stagione. Passiamo alle prime novità portate dai vari team, alla luce anche del doppio appuntamento austriaco.

Mercedes

La freccia d’argento, anche se in versione nera, è il team da battere. Nelle passate stagioni non ha sicuramente brillato sul circuito austriaco e proprio per questo è chiamata ad un forte riscatto. Gli occhi saranno puntati tutti sul suo sistema DAS. Gli uomini della stella non sono rimasti con le mani in mano, portando anche un interessante pacchetto aerodinamico. Segno della cura minuziosa dei dettagli il nuovo supporto degli specchietti retrovisori: ora leggermente più squadrato (freccia verde). Tali supporti svolgono una funzione aerodinamica che ha il chiaro compito di laminare il flusso e prepararlo verso il retrotreno e l’ala posteriore.

Proprio l’alettone posteriore ha subito diverse modifiche: si parte dal monopilone per l’attuatore del DRS che ora, per mezzo di una anello, abbraccia lo scarico. Il profilo principale della W11 di Bottas si presenta più scarico sia al bordo di attacco che nell’intera conformazione a cucchiaio. Modificati anche gli endplate con un numero maggiori di frange per migliorare i vortici in coda alla vettura.

Allo stesso scopo notiamo la rivisitazione dell’estrattore del fondo piatto, che presenta sul lato esterno degli elementi curvilinei per migliorare l’espansione del flusso in uscita della vettura e di conseguenza il carico aerodinamico. Dal punto di vista motoristico è stata introdotta una nuova benzina in grado di migliorare l’efficienza complessiva della Power Unit. Rivisti i problemi a livello di lubrificazione che avevano fatto temere a livello di affidabilità a Barcellona, oltre a una nuova componente della MGU-H. (Foto: @MercedesAMGF1; @AlbertFabrega)

Red Bull Racing

Il team austro-inglese si è candidato come seconda forza nel mondiale e unico avversario Mercedes. Obiettivo vincere nella doppia trasferta casalinga. Sulla RB16 già nel filming day di Silverstone si sono viste delle modifiche sul fondo piatto per migliorare l’efficienza aerodinamica complessiva del sotto vettura. Per mezzo delle piccole derive (frecce verdi), davanti gli pneumatici posteriori, si cercherà di controllare il flusso e la deformazione del fondo con conseguente effetto sigillo.

Anche Honda è stata chiamata ad un lavoro extra per portare una Power Unit aggiornata in quel del Red Bull Ring. Non sarà un’evoluzione completa, ma mirata a migliorare l’efficienza e l’affidabilità, oltre a disporre di una mappatura più spinta in grado di dare alla monoposto quel guizzo in più in qualifica e nelle fasi cruciali di gara. (Foto: @AMuS)

McLaren

Il team di Woking ha fatto parlare di se in questa lunga pausa forzata. Ma alle parole il team diretto da Zac Brown ora deve associare i fatti. L’obiettivo in casa McLaren è senza dubbio quello di confermarsi come quarta forza in campo, vista la lotta intestina con il fornitore Renault. L’unica novità che per ora balza agli occhi è senza dubbio la diversa conformazione dell’estrattore del fondo piatto. Nello specifico la parte esterna presenta un andamento curvilineo per cercare di gestire le turbolenze generate dal rotolamento degli pneumatici posteriori e, al contempo, migliorare l’effetto di espansione del diffusore stesso, in modo da generare più carico deportante sull’asse posteriore. (Foto: @AlbertFabrega)

Renault

Il team francese è senza dubbio l’oggetto misterioso della stagione 2020 di F1. Sia per quanto fatto vedere (e non) nei test del Montmelò, che per la mole di aggiornamenti portati in Austria. Si parte dall’alettone anteriore che ora abbraccia in toto il concetto di Outwash con i flap discendenti verso la deriva verticale. Il profilo principale presenta un andamento più sinuoso per convogliare al meglio i flussi nel sotto vettura. Si procede con i due upper flap che presentano un conformazione arcuata per collegarsi entrambi al mainplane per gestire al meglio il vortice Y250 negativo per il blocco aerodinamico. Come già detto il profilo più in alto è svergolato verso gli endplate. Anche i profili laterali presentato una diversa conformazione: con il bordo di uscita tagliato proprio per far evacuare l’aria verso l’esterno degli pneumatici anteriori. Rivisto anche il marciapiede ora più piatto rispetto alla versione precedente.

Se l’alettone anteriore serve a preparare i flussi i bargeboard servono a convogliarle nel migliore dei modi. Proprio per questo sono spuntati sul marciapiede ben sei lame (freccia azzurra) che servono da generatori di flusso per rinvigorire il flusso verso il fondo vettura in modo da aumentarne la portata. Il lavoro in galleria del vento non si è fermato qui, considerando la nuova conformazione dei soffiaggi sul fondo piatto (freccia gialla) per cercare di migliorare ed equilibrare l’efficienza aerodinamica superiore e inferiore della monoposto. (Foto: @AlbertFabrega; @AMuS)

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Articolo e grafiche a cura di Michele Montesano