Pilota talentuosissimo, era arrivato nel Circus della Formula 1 quasi in punta di piedi. Con enormi sacrifici, si è costruito una credibilità in pista che tutti gli hanno riconosciuto, già dopo i “primi passi” compiuti nel mondo dorato della categoria regina. Tra tutti i suoi rivali, Fernando Alonso non ha mai nascosto di temere le potenzialità di Robert Kubica, che in soli 4 anni di Gran Premi, era giunto al cospetto della casa di Maranello, pronto a firmare quel contratto che avrebbe scritto una storia del tutto diversa da quella che poi abbiamo dovuto raccontare. L’infortunio al rally di Andorra a bordo di una Skoda 2000 RS, infatti, ha messo fine ai sogni dell’allora venticinquenne polacco, costretto a ricostruire da un lato il fisico martoriato dal gravissimo incidente e dall’altro una carriera apparentemente ormai compromessa.

In soli due anni, però, nel 2013, tornato alle corse nel mondo dei rally, si è laureato campione del mondo WRC-2 a bordo di una Citroen C3, dimostrando doti velocistiche che solo un fuoriclasse può mantenere intatte. L’anno successivo, promosso in WRC, a bordo di una Ford Fiesta del team M-Sport di Malcolm Wilson, non è riuscito ad imporre la propria velocità, seppur con diverse vittorie di tappa, numerose come del resto le uscite di strada, che ne avrebbero minato i risultati a fine stagione.

Ma la sua passione per la pista lo hanno portato a dare tutto sé stesso per raggiungere quel sogno che oggi, a distanza di otto anni dal suo ultimo Gran Premio, è diventato realtà. Finalmente potremo rivedere Robert Kubica in una monoposto di Formula 1 e cimentarsi con tutti quei ragazzi che ne hanno potuto apprezzare le qualità nella sua prima esperienza e che avevano già capito di che pasta fosse fatto questo ragazzo. Alla soglia dei trentadue anni, è tornato Robert Kubica: cavaliere della velocità ed esempio per tutti coloro che vogliono credere nei propri sogni, ma soprattutto nelle proprie capacità. Lo “Jedi” è pronto.

Michele Bertolini