Ma se non altro, dopo mesi di incertezze e voci riguardanti il suo futuro, il vice-campione in carica della GP2 Series avrà modo di concentrarsi sul lavoro che lo attende a Maranello, nell'attesa di indossare quella tuta rossa che rappresenta il sogno per qualsiasi pilota. Un lavoro fatto di tante ore al simulatore, di riunioni con ingegneri e di...tanta pazienza, in vista delle sessioni di test che lo vedranno salire a bordo della Rossa durante le (poche) occasioni concesse dall'attuale regolamento. Di certo però, la scelta del Cavallino rappresenta anche un investimento per il futuro, visto che Giovinazzi (oltre ad essere italiano, il che non guasta vista la penuria di nostri rappresentanti negli ultimi anni in Formula 1) ha sicuramente dimostrato di meritare una chance importante.

Se in molti, infatti, hanno scoperto il giovane pugliese soltanto durante l'ultima, fantastica stagione disputata in GP2 con il team Prema (dove il titolo gli è sfuggito per una manciata di punti in favore del ben più esperto compagno di scuderia Pierre Gasly) basta fare un salto indietro nel tempo per accorgersi del talento da sempre messo in mostra da Antonio. Il quale ha un curriculum agonistico di tutto rispetto, che lo ha visto dopo i successi accumulati in patria nel karting volare giovanissimo in Asia, sotto l'ala protettiva di Ricardo Gelael, per il salto in monoposto. Dopo i trionfi nella Formula Pilota China Series ed il titolo di vice-campione britannico di Formula 3, per Giovinazzi è quindi arrivato l'approdo nel FIA F3 European Championship, dove è riuscito ancora una volta a mettersi in luce conquistando il 2° posto assoluto nel 2015 dove aver dominato gran parte della stagione. Un risultato al quale va aggiunto anche il successo nel Masters F.3 di Zandvoort ed il 4° posto a Macao, insieme all'apparizione di Mosca nel DTM: risultati che gli hanno consentito il salto in GP2 Series, con l'esordiente team Prema.

Il resto è storia recente: dopo un iniziale periodo di adattamento, Antonio ha subito messo in mostra doti fuori dal comune, calamitando l'attenzione di pubblico e addetti ai lavori. Da inconiciare la sua doppietta a Baku, insieme alle straordinarie rimonte di Spielberg, Silverstone e Monza. In totale, 5 vittorie e otto piazzamenti sul podio, per un titolo sfuggito solo nel rush finale di Abu Dhabi in favore del francese Gasly, uno con alle spalle non solo la Red Bull, ma soprattutto una stagione e mezzo di esperienza già accumulata nel campionato. Al di là della comprensibile delusione finale, il talento naturale di Giovinazzi non è passato inosservato, scomodando i paragoni con i grandi del passato, capaci di essere subito protagonisti nel proprio anno d'esordio: gente come Hamilton e Rosberg, per intenderci.

Alla fine, proprio in pieno clima pre-natalizio, è arrivato questo "regalo" da parte del presidente Marchionne. Sognare non costa nulla, anche se Antonio finora ai miracoli sportivi ci ha ormai abituati: basta avere con sé una grande dote di talento, fiducia e umiltà. E pensare che nulla sia impossibile. 

Marco Privitera