"E' un cambiamento epocale per la Formula 1, anche perchè è stato messo da parte uno (Bernie Ecclestone, ndr) che per ben 40 anni ha creato e cresciuto questo Circus, come lo chiamiamo spesso, con tutto il bene ed il male che questo personaggio ha creato, compreso tutto quanto vi è stato di positivo per i team, specialmente in una certa fase di crescita. Ma cosa farà Liberty Media credo sia difficile prevederlo in questo momento: sicuramente è un gruppo economicamente molto forte. sembra che abbia delle idee innovative, ma ora è facile dire che bisogna cambiare. Piuttosto bisogna sapere cosa e come cambiare, e ci tengo a sottolineare che mutare il tutto in modo radicale non sarà così semplice, in quanto oggi è vigore un "Concord Agreement (Patto della Concordia, ndr), che regola i rapporti tra FOM, FIA e i team in scadenza nel 2020. Credo che sia quasi impossibile fare cambiamenti sia sportivi che tecnici se non ci sarà l'unanimità, molto difficile da raggiungere per via di un accordo con una scadenza così precisa, così come l'avere parecchi circuiti a fine contratto e senza il Deus Ex Machina di tali operazioni può portare il movimento ad avere degli squilibri difficilmente quantificabili ora". Minardi ha poi proseguito: "Indubbiamente, come detto, è un cambiamento radicale per la Formula 1 che, come sottolineato da Liberty Media, fino a ieri era gestita da un uomo solo, mentre ora ce ne sono ben tre. Uno di questi è Ross Brawn che a me piace molto, nel quale nutro molta fiducia perchè è un tecnico e non un costruttore. Brawn ha però la conoscenza sia tecnica che sportiva accumulata negli ultimi venti anni di Formula 1 ed è in grado di gestire una movimento che da troppo tempo non è gestito da un promoter bensì da un gruppo di ingegneri o addirittura dai vari team principal, i quali hanno varato regole e contro-regole che non sempre hanno avuto o hanno un riscontro positivo da parte del pubblico".

Non solo Liberty Media nelle domande degli opinionisti presenti in puntata, con l'attuale supervisore della Scuola Federale ACI Sport che crede sia possibile risollevare la Formula 1 ritornando al passato ma modernizzando i format: "L'errore è stato commesso quando si è definito il Circus come la massima espressione del motorsport, dimenticandosi che la Formula 1 è la massima espressione della velocità e della competitività. Io credo che oggi la ricerca, che giustamente va fatta in proiezione futura, la debbano fare i prototipi o le categorie che gareggiano sulla lunga durata, più idonee a sperimentare tutto ciò che concerne i consumi e la gestione delle gomme. La Formula 1, secondo la mia opinione, dovrebbe essere l'espressione della lotta fianco a fianco, ruota a ruota. Ovviamente la FIA ha dato delle indicazioni molto precise sull'essere meno flessibili in merito al rispetto del regolamento, è questo è un segnale che in futuro certe penalizzazioni, in molti casi assurde, mi auguro non vengano comminate. Credo e spero - ha ribadito Minardi - che nella riorganizzazione che Liberty Media sta preparando venga creato un gruppo di lavoro specifico e formato dalle stesse persone, in grado di prendere delle decisioni oggettive e non soggettive, come capitato nelle scorse stagioni. A mio parere la Formula 1 deve essere spettacolare, fatta di battaglia in pista e possibilmente con dei sorpassi che non siano artificiali, ma per fare questo bisogna operare dei grossi cambiamenti che non è detto che la nuova proprietà voglia fare. Tutti chiedono che venga cambiato il format: io che sono un nostalgico ricordo che gli eventi in Italia, parlo di Monza e Imola, oltre ad avere la durata di una settimana erano una festa per il pubblico che prendeva le ferie per assistere ad un Gran Premio, cosa non possibile attualmente anche a causa dei costi dei biglietti. Il ritorno al passato in versione modernizzata potrebbe essere uno step importante per chi vuole cambiare la Formula 1".

Tuffo nel passato per Gian Carlo Minardi, il quale rivendica orgogliosamente la paternità dei cambiamenti regolamentari volti al contenimento dei costi, da lui stesso proposti e successivamente approvati: "Già nel lontano 1996/1997 proposi a Max Mosley (l'allora Presidente della FIA) dei cambiamenti regolamentari, come lo stesso motore e stesse gomme per tutti, che si sono purtroppo verificati quando la Minardi è uscita dal Circus, ma dire se queste norme ci avrebbero permesso ancora di esserci è difficile stabilirlo. E' chiaro che la Manor, che oggi non è più presente, e ciò mi dispiace soprattutto per i componenti del team, paga il fatto di essere stato l'undicesimo team della scorsa stagione, piazzamento che non gli ha fatto percepire i proventi derivanti dai diritti televisivi che spettano a coloro che si piazzano nei primi dieci. Per fortuna che noi della Minardi siamo rimasti sempre nei dieci, altrimenti saremmo scomparsi prima! Purtroppo a causa del caotico Gran Premio del Brasile la Manor ha perso la posizione a beneficio della Sauber perdendo risorse importanti che non gli hanno permesso di continuare. La prima cosa da fare, oltre ai bonus per la storia o per i campionati vinti, è garantire una base fissa uguale per tutti gli attori protagonisti, mantenendo ovviamente dei bonus per i risultati ottenuti l'anno precedente. Mi dispiace che un team come la Manor debba rinunciare perchè in una gara particolarmente caotica è stata superata di un punto da un'altra squadra che, se andiamo a vedere, nell'arco di tutto l'anno non meritava quanto loro. A questo punto, in ottica di una revisione sportiva, andrebbero dati i punti a tutte le vetture classificate perchè, molto probabilmente con la somma dei punti ottenuti con i piazzamenti oltre il 10° posto la Manor avrebbe potuto lottare per la decima posizione".

Chiusura con una sorta di..."investitura" di Minardi da parte del nostro direttore Marco Privitera, quale responsabile sportivo per conto di Liberty Media al posto di Ross Brawn: "Grazie mile (ride, ndr). No no, Ross è molto bravo e credo che abbia tutte le capacità e possibilità per ribaltare la situazione. Mi auguro che nel tempo abbia la forza per poterlo fare".

Ed è quello che tutti quanti gli appassionati di Formula 1 si augurano nella speranza di poter vedere una Formula 1 più "umana" e più vicina a loro. Ma ne saranno capaci gli americani di Liberty Media? Ai posteri l'ardua sentenza.

Vincenzo Buonpane