A quell’appuntamento in terra transalpina il Professore arriva col vento in poppa, forte del grande successo in rimonta colto due settimane prima a Città del Messico. La F1-90 si dimostra subito competitiva al Paul Ricard con Nigel Mansell che conquista la pole position in 1’04”402, precedendo le McLaren-Honda di Gerhard Berger e Ayrton Senna. Prost invece è accreditato del quarto tempo, a quasi quattro decimi dalla migliore prestazione detenuta dal compagno di squadra.

In gara la grande sorpresa è rappresentata dalle Leyton House che, approfittando delle soste ai box operate dai piloti davanti, scalano la classifica salendo addirittura al primo e al secondo posto con Ivan Capelli e Mauricio Guglielmin. Ma il sogno del piccolo team britannico di centrare una straordinaria doppietta svanisce a causa dell’affidabilità.



Infatti Guglielmin, dapprima sopravanzato da Prost nel corso della tornata 55, è costretto ad alzare bandiera bianca (rottura del motore, ndr) qualche giro poco. Anche sulla CG901 di Capelli si verifica un calo di potenza al motore Judd, che lo obbliga a gareggiare sulla “difensiva”. Il pilota milanese riesce a completare la gara, conclusa al secondo posto, davanti alla McLaren di Senna, ma è costretto a cedere la leadership a Prost a soli due giri giri dalla bandiera a scacchi.

Il francese coglie dunque la sua quinta vittoria in patria, la terza consecutiva al Paul Ricard che l’anno successivo lascia il testimone del Gran Premio di Francia alla pista di Magny-Course. Un successo storico per la Ferrari che centra così il trionfo numero 100 in Formula Uno della propria storia.

Piero Ladisa