Se Monaco rappresenta la pista in cui la Ferrari debuttò nel Circus nel lontano maggio 1950, Silverstone invece è ricordata per essere l’apripista dei successi ottenuti da Maranello nella classe regina del motorsport. Infatti il 14 luglio 1951 Josè Froilàn Gonzalez centrò il primo storico trionfo per la Ferrari, precedendo sul traguardo l’Alfa Romeo del rivale Juan Manuel Fangio e la gemella di Luigi Villoresi. Un trionfo che Enzo Ferrari ricorda nelle sue memorie: “Piansi di gioia, ma a quelle lacrime di felicità mescolai lacrime di dolore, perché pensai: oggi ho ucciso mia madre”.

Anche nelle successive tre edizioni, il gradino più alto del podio di Silverstone si tinse di rosso Ferrari. A trionfare furono Alberto Ascari (1952-53) e nuovamente Gonzalez (1954). Nel 1961 il Circus gareggiò ad Aintree, pista che si alternava con Silverstone: sul tracciato semi-permanente, situato all’interno di un ippodromo nelle vicinanze di Liverpool, il Cavallino ritrovò il successo in Gran Bretagna con Wolfgang von Trips. Quella vittoria fu anche ultima conquistata dal pilota tedesco, prima della tragedia di Monza che avrebbe purtroppo posto fine alla sua esistenza terrena.

Dall’affermazione colta ad Aintree di Von Trips passarono ben 15 anni prima di rivedere una Ferrari nuovamente vincitrice in Gran Bretagna. Ad interrompere il digiuno fu Niki Lauda, con il successo di Brands Hatch (terza pista inglese a ospitare una gara di Formula Uno dopo Silverstone e Aintree) nel 1976. Un successo, quello dell’austriaco, certificato solo nel settembre successivo, vista la squalifica comminata dalla FIA alla McLaren di James Hunt. L’inglese venne definitivamente penalizzato dalla Federazione per essersi servito del muletto (a tal riguardo il regolamento prevedeva che solo i piloti che avessero terminato il giro, ove fosse stata sospesa temporaneamente la corsa, potessero riprendere la gara) per riallinearsi sulla griglia di partenza dopo la bandiera rossa causata al via dalla carambola che vide protagonisti Clay Regazzoni, lo stesso Hunt e Jacques Laffite. 

Nell’edizione 1978 del Gran Premio di Gran Bretagna, corso sempre a Brands Hatch, a vincere fu la Ferrari dell’argentino Carlos Reutemann che precedette le due Brabham-Alfa Romeo di Lauda e Watson. Negli anni ’80 il Cavallino, complice lo strapotere mostrato in pista da Williams e McLaren, non riuscì a conquistare nessun successo Oltremanica, tornando protagonista con Alain Prost nel 1990 a Silverstone (la pista del Northamptonshire riapparì definitivamente nel calendario iridato dal 1987). Gara vinta dal Professore approfittando dei ritiri del compagno di squadra, nonché idolo locale, Nigel Mansell (visti gli ordini di scuderia pro-Prost, l'inglese al termine di quella corsa annunciò l’addio, solo sulla carta, alla Formula Uno) e della McLaren di Gerhard Berger.

Avvicinandoci sempre più ai giorni nostri, sono state tre le affermazioni Ferrari colte da Michael Schumacher, delle quali la prima (1998) viene ancor oggi ricordata per lo stop&go che vide protagonista il campione tedesco prima di tagliare la linea del traguardo direttamente dai box. Passata alla storia anche l’edizione del 2003, vinta da Rubens Barrichello, segnata dall’invasione in pista di un ex sacerdote irlandese.

Trionfo importante anche quello ottenuto da Kimi Raikkonen al suo primo anno in Ferrari (2007). Un’assoluta dimostrazione di forza, quella mostrata a Silverstone dal finlandese, condita da un’impressionante sequenza di giri veloci nei momenti topici di gara che portarono l'allora presidente Montezemolo a dichiarare: “In quei passaggi ho rivisto Schumacher”. 

L’ultima vittoria in assoluto ottenuta dalla Ferrari nel GP di Gran Bretagna risale al 2011 con Fernando Alonso. Una stagione avara di soddisfazioni per il Cavallino e lo spagnolo, ravvivata solo dalla perla di Silverstone. Un successo arrivato nei giorni del 60° anniversario dalla prima storica affermazione di Gonzalez, con passato e presente uniti più che mai dal corso della storia. 

Piero Ladisa 

 

 

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