Secondo le dichiarazioni rilasciate dal team principal Mattia Binotto, la Ferrari ha fermato il programma di sviluppo tecnico della monoposto per il campionato F1 2022 a causa del raggiungimento del tetto di spesa imposto dal budget cap. Il regolamento sul tetto finanziario, introdotto nella passata stagione, prevede un valore limite per il 2022 fissato a 140 milioni di dollari. Ricordiamo che nel complicato meccanismo di composizione del bilancio (da sottoporre ai revisori) non figurano tutte le voci di costo per una scuderia. Lo stipendio dei piloti non trova spazio, per esempio, mentre i costi di progettazione e sviluppo sì.

Ultimo pacchetto di aggiornamenti

Escludendo l'introduzione di evoluzioni minori, bisogna tornare al periodo estivo per trovare l'ultimo pacchetto tecnico di aggiornamenti introdotto dalla Ferrari. Il team principal Ferrari, interrogato sul perché le evoluzioni della F1-75 abbiano subito uno stop, in occasione del GP in Brasile ha dichiarato: "Non è stata una scelta, abbiamo semplicemente finito i soldi per il budget cap. Quindi siamo semplicemente rimasti dove eravamo. Non abbiamo compromesso lo sviluppo dell'auto del prossimo anno, ma abbiamo deciso di interrompere quello attuale. Perché con l'attuale sviluppo dovremmo produrre le parti e portarle in pista. E questo rappresenta il costo extra che non possiamo permetterci."

La "storia" tecnica

Una volta constatate le motivazioni che hanno portato allo stop tecnico sulla vettura attuale, andiamo ad analizzare il 2022 "tecnico" della Ferrari. La scuderia di Maranello ha cominciato il campionato in maniera bruciante, disponendo di una F1-75 decisamente più competitiva della concorrenza nel primo quinto di stagione. Le Rosse hanno cominciato a perdere parte del passo man mano che la fase europea del campionato procedeva. L'estate ha coinciso con una decisa diminuzione nelle prestazioni, con un gap nei confronti della Red Bull in continuo aumento.

Le ultime tre gare hanno decretato un avvicinamento tangibile da parte della Mercedes nelle zone alte della classifica, culminate con la doppietta in Brasile. La scuderia di Brackley pare avere trovato, con l'aggiornamento introdotto ad Austin, una maniera per sbloccare il potenziale della W13, vettura piuttosto "critica" nelle fasi iniziali del campionato. Il miglioramento della prestazione e la costanza di rendimento hanno fatto sì che la scuderia capitanata da Toto Wolff ora costituisca una spina nel fianco per Maranello, con il secondo posto nel Costruttori da assegnare ad Abu Dhabi. Qualcosa di impensabile, tornando con la memoria alle gerarchie espresse in pista fino alla pausa estiva.

A riguardo, Mattia Binotto aveva dichiarato: "Mercedes è tornata competitiva perché ha sviluppato la macchina più di noi. Sappiamo di aver interrotto abbastanza presto il lavoro sulla nostra vettura concentrandoci sul 2023. Non sono troppo preoccupato perché so anche quando abbiamo smesso di aggiornare la nostra macchina". Questa dichiarazione, messa assieme ai motivi dello stop anticipato degli aggiornamenti sulla F1-75, porta ad una riflessione.

Efficaci ed efficienti

Ferrari non è parsa in grado di imbastire un buon programma evolutivo per la F1-75, se non altro dal punto di vista di allocazione delle risorse. La concorrenza, invece, ha avuto la capacità di lavorare con più efficacia ed efficienza. Del resto in Mercedes hanno lavorato in maniera tale da correggere un progetto, la W13, critico ed inizialmente con una prestazione decisamente più lenta rispetto al duo Red Bull - Ferrari. In un certo senso, possiamo dire che Ferrari dovrà lavorare da questo punto di vista, ovvero nell'aumento dell'efficienza finanziaria nel programma di sviluppo durante la stagione.

In ogni caso possiamo datare il declino prestazionale della Ferrari con l'estate. L'evidenza più eclatante riguarda il GP del Belgio ed è forte la tentazione di puntare il dito contro la DT039. Poiché l'applicazione di questa direttiva non ha generato eccessive polemiche da parte di Maranello, supponiamo che non abbia aggiunto grossi problemi sul progetto. L'inghippo tecnico principale va retrodatato. Dobbiamo tornare alla gara del Paul Ricard, quella dell'errore di Charles Leclerc che tanto ha ricordato quello di Sebastian Vettel a Hockenheim nel 2018.

Fondo e futuro

In Francia la Ferrari aveva introdotto una nuova specifica di fondo, elemento fondamentale nel bilancio aerodinamico delle vetture attuali, che semplicemente non ha funzionato. In buona sostanza questa modifica ha scombinato le correlazioni con i modelli studiati dalla Scuderia, generando grosse perdite di tempo nella definizione puntuale degli assetti. Probabilmente a Maranello dovevano maneggiare una monoposto sulla quale la disposizione delle maggiori componenti geometriche non forniva troppi gradi di libertà, tuttavia la questione della bontà per gli aggiornamenti tecnici durante la stagione andrà ben studiata ed approfondita sul progetto 2023.

Per il futuro bisognerà sgomberare il tavolo da ogni dubbio che in Ferrari ci sia un problema endemico con gli aggiornamenti tecnici, soprattutto con la nuova generazione di regolamenti.

Luca Colombo

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