Il clamoroso (e per certi versi inaspettato) divorzio a fine stagione tra Sebastian Vettel e la Ferrari apre una serie di scenari sul nome di colui che sostituirà il tedesco dal prossimo anno. La lista dei candidati appare piuttosto ristretta e, a meno di improbabili colpi di scena, sembrano essere tre i piloti con delle concrete chance di poter approdare alla corte del Cavallino al fianco di Charles Leclerc. Vediamo i pro e i contro di ciascuna scelta.

CARLOS SAINZ: I PRO

Al momento, sembra proprio lo spagnolo l'ipotesi più accreditata per il ruolo di successore di Sebastian Vettel. 25 anni e originario di Madrid, il figlio del due-volte campione del mondo Rally rappresenta per svariati motivi un profilo ideale per Maranello. Nonostante la giovane età, Sainz ha infatti già accumulato una notevole esperienza in Formula 1. Dalla sua ben 102 Gran Premi disputati, con ben tre scuderie diverse: Toro Rosso, Renault e McLaren. Cresciuto nel vivaio Red Bull, ha infatti esordito nella massima formula all'età di vent'anni, riuscendo a salire per la prima volta sul podio lo scorso anno in Brasile al termine di una gara rocambolesca. Proprio quella 2019 è stata sicuramente la sua migliore annata in carriera, al termine della quale è riuscito a concludere in sesta posizione nella classifica assoluta e primo alle spalle dei top team.

Altro fattore che gioca a suo favore è sicuramente l'aspetto economico. Con lo spagnolo, la Ferrari potrebbe accaparrarsi un pilota di sicuro affidamento a prezzi assolutamente vantaggiosi, risparmiando così un bel gruzzolo di milioni rispetto alle cifre astronomiche percepite finora da Vettel. Il che, anche in tempi di crisi da Covid-19, sicuramente non guasta. Inoltre, Carlos parla un ottimo italiano e costituirebbe una scelta valida anche dal profilo del marketing, con il Cavallino che così tornerebbe a "piazzarsi" sul mercato spagnolo dopo l'era-Alonso. Infine (ed è un fattore da non sottovalutare), Sainz sembra possedere tutti i requisiti della seconda guida ideale. Veloce ma...non "troppo", e sulla carta in grado di non alterare gli equilibri interni con Leclerc, già messi recentemente a dura prova dalla convivenza del monegasco con Vettel.

CARLOS SAINZ: I CONTRO

Al tempo stesso, però, Sainz non ha mai messo in mostra delle caratteristiche da "fenomeno" del volante. Un ottimo pilota, ma privo di quegli spunti velocistici capaci di farlo emergere e renderlo sin qui appetibile per i top team. A conferma di questo, un curriculum piuttosto "povero" di successi nelle serie minori, dove spicca una vittoria a Macao ed il titolo nella Formula Renault 3.5 del 2014. Inoltre, se da un lato può essere considerato un fattore capace di regalargli preziosa esperienza, dall'altro il fatto di aver cambiato tre scuderie in cinque stagioni denota una certa difficoltà di intraprendere progetti a lungo termine, al di là delle dinamiche di mercato.

DANIEL RICCIARDO: I PRO

Se la Ferrari dovesse lanciare ai propri tifosi un sondaggio sul nome di chi dovrebbe sostituire Sebastian Vettel, l'esito sembra essere scontato. Daniel Ricciardo rappresenta un nome amatissimo dal popolo della Formula 1 e dai fans italiani, viste anche le origini siciliane e calabresi del pilota nativo di Perth. Ma dalla parte di Ricciardo non vi è soltanto una simpatia innata, ma anche innegabili doti che lo portano ad essere uno dei cinque piloti più forti attualmente presenti nel Circus.

Dotato di una grande esperienza (con 171 Gran Premi alle spalle), all'età di 30 anni attende la propria definitiva consacrazione che possa permettergli di giocarsi le proprie carte per il titolo. In sette occasioni è già riuscito a salire sul gradino più alto del podio, spesso compensando con il proprio talento il fatto di non aver mai avuto tra le mani la monoposto più competitiva del lotto. Con lui la Ferrari punterebbe su un pilota affermato e talentuoso, prendendosi però al tempo stesso dei rischi da non sottovalutare.

DANIEL RICCIARDO: I CONTRO

E' chiaro, infatti, che se la Ferrari vorrà dotarsi di una coppia "tranquilla" ed in grado di determinare in maniera limpida i ruoli, la scelta di Ricciardo appare sicuramente quella più azzardata. Ben difficilmente (se non a parole...) l'australiano verrebbe a Maranello accontentandosi di un ruolo di seconda guida. Soprattutto al cospetto di un pilota di ben otto anni più giovane e di un curriculum, per forza di cose, ancora non all'altezza del suo. Gli equilibri interni potrebbero tornare a risentirne, anche perchè già in passato Ricciardo ha mal digerito situazioni interne "scomode". Come, ad esempio, la scelta di passare in Renault dopo che la Red Bull aveva puntato tutto su Verstappen.

Il matrimonio con la Casa francese sembra però già essere in crisi, e Ricciardo vorrebbe coronare il suo sogno di guidare per il team di Maranello. Già, ma a quali costi? L'australiano dispone di un ingaggio da top driver e, complice anche il recente adeguamento contrattuale di Leclerc, bisognerà vedere se la Ferrari sarà disposta ad accollarsi due stipendi "importanti". Anche se, a scanso di equivoci, quella con lui e il monegasco rappresenterebbe sicuramente l'ipotesi più intrigante.

ANTONIO GIOVINAZZI: I PRO

Una, seppur piccola, chance di approdare a Maranello esiste anche per il buon Antonio. Per lui, in realtà, si tratterebbe di un ritorno a casa, viste le due stagioni trascorse nel ruolo di terzo pilota in attesa di poter debuttare con l'Alfa Romeo. Giovinazzi è reduce da una prima stagione in crescendo al fianco di Kimi Raikkonen. Soprattutto nella seconda parte è riuscito a mettere in mostra le proprie doti, mettendosi più volte alle spalle (specialmente in qualifica) il proprio blasonato compagno di squadra. Inutile dire che Antonio arriverebbe a Maranello con un ruolo da seconda guida, ma al tempo stesso rappresenterebbe una spalla ideale per Leclerc, essendosi già dimostrato un ottimo "uomo squadra" in svariate occasioni. Il fatto poi di riportare al volante della Rossa un pilota italiano farebbe poi sussultare gli animi dei tifosi. Anche se, proprio da qui, potrebbero iniziare i problemi.

ANTONIO GIOVINAZZI: I CONTRO

Già, perchè la pressione che verrebbe a generarsi dalla presenza di un pilota italiano in squadra potrebbe portare ad effetti non esattamente positivi. Immaginate, infatti, un ordine di scuderia che possa portare vantaggio a Leclerc ai danni di Giovinazzi: stampa e tifosi potrebbero non prenderla esattamente nel migliore dei modi. E conoscendo il peso specifico di queste due componenti nel nostro Paese, dubitiamo che la Ferrari voglia correre un rischio simile. In più c'è il fattore legato all'esperienza. Giovinazzi alle proprie spalle ha soltanto una stagione disputata in Formula 1, nel corso della quale ha sicuramente patito i due anni di assenza forzata dalle corse.

Il ritardo nella partenza di questa stagione 2020 sicuramente non gioca a suo favore. Sarebbe stato utile poter effettuare un'ulteriore verifica sul suo processo di maturazione, anche alla luce di un confronto con un compagno ben più esperto come Raikkonen, che in Ferrari conoscono molto bene. Insomma, per Antonio il rischio di "bruciarsi" sarebbe concreto, anche se alle sirene della Ferrari è impossibile dire di no.

LE ALTERNATIVE: DA BOTTAS AD ALONSO

Improbabile che altri protagonisti possano entrare nella contesa. Da questo punto di vista, un nome spendibile potrebbe essere quello di Valtteri Bottas. Appare ormai scontato che il finlandese non rinnoverà a fine anno con la Mercedes, ormai decisa ad affiancare a Lewis Hamilton il proprio pupillo George Russell. Bottas era già entrato in passato in orbita Ferrari ed avrebbe delle ottime credenziali per ambire al ruolo di seconda guida. Questo avendo maturato una grande esperienza nel team campione del mondo ed essendosi dimostrato all'altezza del ruolo in svariate occasione. Di contro, rappresenterebbe una scelta per certi versi poco "stimolante", soprattutto per un'opinione pubblica che non gli ha perdonato un ruolo da scudiero (fin troppo remissivo) al fianco di Hamilton.

Pensare ad un ritorno di Fernando Alonso non è fantascienza, ma quasi. L'asturiano ha rotto i rapporti con la Ferrari in modo piuttosto burrascoso e, nonostante la nuova gestione, dalle parti di Maranello resta da vedere chi sarebbe disposto ad accollarsi un rischio del genere. Campione dal talento indiscusso, Alonso ha però mostrato in più occasioni di avere come tallone d'Achille una gestione "difficile" del rapporto interno con le varie componenti del team. Sicuramente, questo in Ferrari è un aspetto sul quale non vogliono correre rischi. C'è da considerare, inoltre, come l'asturiano sia ormai prossimo ai 40 anni, e da ormai due stagioni lontano dal Circus. Fattori, questi, che rendono assai improbabile un suo possibile rientro nei piani della Scuderia.

La caccia al posto di Vettel, insomma, è aperta: resta da vedere se in Ferrari non abbiano già le idee chiare, o se preferiscano invece aspettare il via di questa complicata stagione 2020 per maturare le proprie scelte ed assegnare il sedile più "scottante" del Circus.

Marco Privitera