“Il GP d’Australia si correrà regolarmente”. Così il CEO della tappa inaugurale del Mondiale di F1 suona la carica tra le incertezze dettate dalla rapida diffusione del Coronavirus. L’epidemia scoppiata in Cina ha portato al rinvio dell’evento di Shanghai, programmato inizialmente per il 19 aprile. L’effetto domino causato dai casi registrati in Italia ha posto l’accento su una problematica che si è rivelata più spinosa del previsto nell’ambito del motorsport.

A seguito della cancellazione del round di Losail per la MotoGP dettata dalle restrizioni imposte dal governo qatariota, l’amministratore delegato del GP d’Australia di F1 Andrew Westacott ha risposto con l’avanti tutta per la tappa all’Albert Park. Nel comunicato rilasciato nella mattinata di lunedì viene inoltre sottolineata l’assenza di divieti di ingresso nel Paese. Questo fattore che consentirebbe il libero accesso di personale proveniente dall’Italia e dal Giappone, tra le nazioni attualmente più colpite.

"L'organizzazione del Gran Premio prosegue, aspettiamo l'arrivo delle squadre" - recita la nota - "Non abbiamo avuto indicazioni di divieti di viaggio, né che i team non arriveranno come al solito. La salute e la sicurezza di tutti è fondamentale. L'Australian Grand Prix Corporation dispone di solidi accordi in materia di salute, sicurezza e gestione delle emergenze in atto ad ogni evento. Stiamo collaborando con le agenzie sanitarie e le relative organizzazioni governative e di servizi di emergenza per affrontare la questione".

Oltre al messaggio di Westacott, arriva prontamente la Ferrari a tranquillizzare gli animi sul normale svolgimento del GP di F1 in Australia, a partire dall’assenza di impedimenti relativi al viaggio dei propri dipendenti.

FERRARI: NESSUN TAMPONE PER IL PERSONALE

"Contrariamente a quanto riportato, non è assolutamente previsto che il personale della Scuderia Ferrari che parte per l'Australia faccia alcun tampone preventivo”.

"Pur sapendo che la situazione è in continua evoluzione, sul fronte della partenza per Australia/Bahrain non ci sono al momento giunte controindicazioni da nessuno degli enti con i quali siamo costantemente in contatto, ossia la FIA, Formula 1, le autorità sia italiane e dei paesi in questione: quindi al momento la nostra partenza è confermata".

PROBLEMA BAHRAIN

Malgrado le rassicuranti comunicazioni da Maranello e da Melbourne, la Farnesina in un aggiornamento del 2 marzo rende nota l’impossibilità di entrare in Bahrain da parte dei cittadini italiani sprovvisti di un permesso di residenza.

Brutte notizie arrivano anche dal Vietnam per i cittadini italiani, ai quali a partire da martedì sarà temporaneamente negato il visto d’ingresso per motivi precauzionali. Pertanto, iniziano a vacillare anche i round di Sakhir e Hanoi, nonostante la FIA ancora non si sia pronunciata sulle prime tre gare dell’anno.

A propostito del Bahrain, la Farnesina comunica: “Le autorità aeroportuali dal 27 febbraio avrebbero inserito l’Italia, oltre al Giappone e all’Iraq, nell’elenco dei Paesi per i quali è previsto il divieto di ingresso per i viaggiatori sprovvisti di permesso di residenza. In particolare, si distinguerebbe tra turisti provenienti dall’Italia e viaggiatori provenienti dall'Italia con permesso di residenza in Bahrain.

"Questi ultimi sarebbero distinti a loro volta tra sintomatici (per i quali le autorità disporranno l’isolamento ospedaliero di 14 giorni per i necessari accertamenti) e asintomatici (per i quali le autorità disporranno l’obbligo di auto-isolarsi per 14 giorni, con monitoraggio da parte delle autorità sanitarie locali)”.

Si rannuvola quindi il cielo sull'alba del Mondiale di F1, in uno stato di febbrile preoccupazione, senza risposte né certezze.

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Beatrice Zamuner