Colin Chapman, più che un ingegnere, è una figura leggendaria per tutti gli appassionati del motorsport. Il creatore della Lotus e grande innovatore della Formula Uno degli Anni ’60 e ’70 compirebbe oggi 92 anni. La sua vita è trascorsa per larga parte in pista, a seguire le sue creature e i suoi piloti.

Contenere il peso

Nato a Richmond (Regno Unito), progettò e costruì il primo modello di auto da corsa per gare locali mentre ancora studiava all’University College di Londra. Si trattava della Lotus Mark I, modellata sulla base della Austin 7.

Quando tornò dal servizio militare tentò la strada del pilotaggio, con scarsi risultati. Così fondò la Lotus, iniziando a progettare e assemblare modelli innovativi di vetture stradali dotate di telaio tubolare e carrozzeria in alluminio per essere molto leggere.

La ricerca del contenimento del peso sarà una costante di Chapman in ogni vettura da lui concepita e realizzata, in ogni settore.

L'esordio nella massima formula

L’ingresso nel mondo racing, segnatamente in F1, avvenne nel 1958 e per trovare la prima vittoria di una vettura “targata” Colin Chapman bisognerà attendere solo un paio d’anni.

Stirling Moss portò infatti in trionfo la Lotus nel GP di Monte Carlo nel 1960, facendo volare in aria per la prima volta il berretto del suo team owner. Da segnalare come le monoposto britanniche si segnalarono subito per la maggiore agilità rispetto alle rivali, grazie al minor peso e al motore collocato in posizione centrale.

I numeri

Da quella gara a Monaco in avanti saranno anni di trionfi per il team Lotus e Chapman: 13 titoli Mondiali (6 Piloti e 7 Costruttori) tra il 1963, con Jim Clark, e il 1978 conquistato, con Mario Andretti in volata.

Nel 1965, inoltre, arrivò un'inaspettata affermazione affermazione alla 500 miglia di Indianapolis grazie al velocissimo Clark, che tre anni dopo troverà la morte in una gara di F2 ad Hockenheim in Germania, sempre alla guida di una Lotus.

Le innovazioni

Non sono tanto i numeri a fare la leggenda di Chapman, quanto le innovazioni da lui portate, che hanno cambiato radicalmente il Circus. Tra queste segnaliamo il telaio monoscocca (1962) e l’effetto suolo (1978), sfruttato alla perfezione dalla mitica Lotus 79.

Colin, inoltre, fu il primo a intuire le potenzialità mediatiche di eventi seguiti in tutto il mondo come le gare automobilistiche. Le sue vetture, infatti, furono le prime ad abbandonare i colori classici nazionali (verde per i britannici), per sostituirli con quelli degli sponsor. Il primo fu Gold Leaf, in seguito, passò al classico nero-oro della marca di sigarette John Player Special.

Gli ultimi anni e l'affare DeLorean

Gli ultimi anni di vita per Chapman furono segnati dalla collaborazione con il marchio DeLorean per la costruzione di una vettura sportiva interamente assemblata in Inghilterra.

Il progetto non prese mai piede, e gran parte dei fondi finì nelle tasche dei proprietari del marchio statunitense e dello stesso Colin. Questo fatto gettò un’ombra di sospetto anche sulla sua morte, avvenuta ufficialmente il 16 dicembre 1982 per un arresto cardiaco a 54 anni.

A parte ai famigliari più stretti, non fu concesso a nessuno vedere la salma del genio più creativo della storia della F1. A causa di ciò, vennero alimentate voci secondo cui Chapman non era per nulla morto, ma semplicemente scappato in Brasile per evitare ripercussioni (rischiava fino a 10 anni di carcere) dopo lo scandalo DeLorean.

Si dice che dopo una plastica facciale abbia addirittura partecipato come spettatore ad alcuni GP dei primi anni 2000 e molti hanno parlato di un versamento milionario su un conto panamense pochi giorni prima della sua morte.

Difficilmente sapremo come sono andate le cose in realtà. Quello che è certo, è che Colin Chapman è stato un personaggio chiave della storia della Formula 1, tanto da essere ricordato ancora oggi come uno dei miti del motorsport!

Nicola Saglia