Per il campionato di F1 2022, la Ferrari ha presentato una monoposto con ampie parti nere, un evidente richiamo al passato. Andiamo a ritroso, partendo dal 1982, anno da cui le monoposto iniziarono ad essere rosse e nere.

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Proprio 40 anni fa, la Rossa iniziò ad essere bicolore, con la Ferrari 126 C2, una monoposto ricordata per l'incidente mortale di Gilles Villeneuve e quello tragico di Didier Pironi. Nonostante la tragedia, la monoposto riuscì a portare l'iride Costruttori a Maranello.

Stessa sorte tocca alla sua erede, la 126 C3, nel 1983, con un nero più evidente, dominante sul doppio alettone posteriore e sui profili anteriori. Anche essa portò l'alloro Costruttori alla Rossa.

L'anno dopo, nel 1984, la 126 C4, a livello estetico (aerodinamicamente e cromaticamente) manteneva la stessa impostazione, evolvendosi in una versione B per il GP d'Italia. La versione B ottiene una vittoria, con Michele Alboreto, nel GP del Belgio, a Spa. Oltre alla vittoria in terra fiamminga, Alboreto ottenne un terzo posto in Austria e due secondi consecutivi, a Monza e al GP d'Europa nel nuovo circuito del Nurburgring, con la già citata versione B.

Il secondo pilota, Renè Arnoux, ottenne un terzo posto in Belgio, a Monaco e un secondo posto in America. Questi risultati, oltre a vari altri buoni piazzamenti, permisero alla Scuderia di Maranello di concludere seconda dietro alla McLaren.

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Nel 1985, la 156-85 mantenne l'impostazione aerodinamica della versione B della precedente monoposto, ma affinandola. Ma la grande novità di questa monoposto fu l'introduzione del posteriore a "Coca-Cola", quindi più rastremato verso il fondo, aumentando l'efficienza dell'estrattore. Prima volta nella storia del Cavallino Rampante per una soluzione simile. Nuovamente, il rosso e il nero furono applicati come nel 1984.

In questa stagione, Alboreto ha lottato per il Mondiale Piloti fino a metà stagione, centrando due vittorie nella prima parte, in Canada e Germania. Sia Alboreto che Stefan Johansson, secondo pilota, ottengono quattro podi complessivamente. La seconda parte di stagione per la Rossa fu un calvario a causa di un problema tecnico.

I tecnici del Cavallino si accorsero che, le pompe di recupero olio del nuovo motore, non funzionavano correttamente e rendevano problematico il funzionamento delle turbine. A questo punto della stagione, Enzo Ferrari va su tutte le furie, volendo sostituire in fretta le turbine tedesche KKK con le americane Garrett, ma questo non era possibile. Tutto questo portò via da Maranello il Titolo Piloti e il Costruttori.

Il 1986, è una stagione ancora peggiore, con tanti ritiri, causati dall'affidabilità della F1-86. Anche lei mantenne il nero sui due profili anteriori e sull'alettone posteriore.

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Nelle due stagioni successive, la F1-87/88C fu nettamente migliore del 1986, ottenendo due vittorie sul finire del '87, con Gerhard Berger, subentrato a Johansson, oltre a ben 4 Pole. Ma la vittoria più memorabile e rimasta nel cuore degli appassionati è quella di Monza, nel 1988, centrando una magnifica doppietta. Con il primo posto di Alboreto e il secondo di Berger, fu la prima vittoria dopo la morte di Enzo Ferrari, scomparso a 90 anni il 14 Agosto. Sia la F1-87 che la 88C mantennero la disposizione bicolore degli altri anni.

Lo stesso vale anche per la 640 F1, del 1989, che introduceva una novità determinante per la Formula Uno: il cambio sequenziale al volante. Essa ottenne subito una vittoria, al GP del Brasile, con Nigel Mansell, subentrato ad Alboreto, ma poi ebbe problemi di affidabilità proprio al cambio.

Nel 1990, la Ferrari introdusse la 641 F1, risolvendo i problemi alla trasmissione sequenziale, contendendo il Titolo Piloti ad Ayrton Senna, con Alain Prost, diventato prima guida al posto dell'inglese. Si arrivò all'ultima gara, a Suzuka, con il brasiliano nuovamente Campione del Mondo. Proprio il pilota francese, l'anno successivo, pronunciò una frase ormai mitica, ''questa macchina è un camion'', guidando la 642 F1 e venendo licenziato praticamente a tempo zero.

La 642 F1 venne evoluta nella 643 F1 durante la stagione, ma nulla cambiò a livello di risultati. La stessa sorte toccò alla F92A e alla F93A del 1993, la quale introdusse una striscia larga, totalmente bianca, poco sotto l'altezza dell'airscope. Questa nuova striscia bianca fu l'unica vera novità, per cercare di ridurre l'impatto visivo rosso-nero delle precedenti stagioni.

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Nel 1994, con il modello 412 T1, si tornò al bicolore prima del 1993, oltre a riportare alla vittoria la Rossa. Questo avvenne nel GP di Germania, con Gerhard Berger. La sua evoluzione, la 412 T2, vinse il GP del Canada, con Jean Alesi, nel 1995.

Nel 1996, vedono andare via Berger e Alesi, con l'arrivo di Eddie Irvine, ma soprattutto di Michael Schumacher. Il tedesco era già bi-campione del mondo proprio nei due anni precedenti, con la Benetton. La monoposto di quell'anno, la F310, fu l'ultima a riportare il bicolore rosso-nero, oltre a tre vittorie, tutte con il tedesco: Spagna, Belgio e Italia. Fece segnare anche ben quattro Pole Position.

La Ferrari non utilizzerà più parti nere della carrozzeria fino al 2014, quando con la F14-T, la parte finale discendente della pinna, venne colorata di nero. Dalla monoposto del 2014, fino al 2021, anche la parte delle pance, confinante con i lati del fondo, venne colorata di nero.

La Ferrari non utilizzerà nuovamente parti nere, in modo evidente, fino al 2019, con la SF-90, la quale permette a Charles Leclerc di fare una doppietta di vittorie, ovvero Spa e Monza.

La F1-75, presentata per la stagione di quest'anno, utilizza molte parti in colorazione nera. Essendo un chiaro richiamo al passato, speriamo che non lo replichi proprio del tutto, ma che porti il Cavallino Rampante sul tetto del mondo, dopo ben quindici anni.

Sebastiano Blancardi