Quella dell’Alpine A541 sicuramente era una delle presentazioni più attese all’interno del Circus della F1. Le aspettative, però, sono state quasi del tutto smentite. Se da una parte troviamo un brand ricco di fascino e storia con una livrea accattivante, dall’altro vediamo una monoposto poco evoluta rispetto alla Renault RS20 della passata stagione. A colpire soprattutto il corpo vettura con delle fiancate davvero generose rispetto alle altre monoposto presentate finora. Voci di corridoio dicono che in Alpine hanno avuto non pochi problemi con la correlazione fra galleria del vento e pista.

Anteriore tradizionale

Evidentemente c’è qualcosa di vero considerando che la Alpine A541 è una stretta evoluzione della Renault della passata stagione. Si nota il musetto stretto e appuntito (freccia rossa) con i due piloncini di sostengo dell’ala. Segue un Cape a doppio stadio (frecce gialle) per cercare di recuperare quanta più aria dal frontale e alimentare sia il fondo piatto che l’S-duct. L’alettone anteriore presenta un main plain più lineare, con gli upper flap con corda ampia ma che seguono il concetto dell’Outwash. A conferma di ciò gli endplate svergolati (freccia gialla) verso la fine per deviare il flusso dalla sagoma delle vettura. La sospensione anteriore Push Rod mantiene il tirante dello sterzo distaccato dai due triangoli (freccia verde), con il superiore infulcrato al portamozzo per mezzo del Pivot (cerchio azzurro). Confermate le due “corna” sulla scocca (freccia rossa) per preparare il flusso verso la zona centrale. Sono inoltre presenti due nervature ai lati dell’abitacolo (freccia verde) per garantire la dimensione minima del telaio.

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Airbox e cofano generoso

La zona centrale presenta i bargeboard in configurazione 2020 con il doppio boomerang. Tuttavia il marciapiede presenta tre generatori di vortici, provvisti di soffiaggio (freccia verde), che hanno il compito di energizzare il flusso che rischierebbe di ristagnare in questa zona nevralgica per la monoposto. Si prosegue con i due deflettori: il primo composto da cinque slot (freccia rossa), mentre l’elemento verticale (freccia gialla) è “fluttuante” non essendo totalmente ancorato al fondo. Il deflettore non continua a ponte attorno l’ingresso delle pance laterali che, a loro volta presentano un’imboccatura più piccola (freccia gialla). L’airscope dell’Alpine A541 è lo stesso della Renault, con le cinque canalizzazioni (freccia rossa) e costituito da un ingombro frontale notevole. Così come notevole è la parte superiore del cofano motore (linea verde) che copre una buona metà dell’alettone posteriore. Sintomo che il turbo è montato fra le due bancate, resta da capire anche il lavoro di evoluzione della Power Unit francese.

Fianchi giunonici

L’Alpine A541, a differenza di tutte le monoposto finora presentate, presenta delle pance molto grandi e senza seguire l’effetto Coanda. Nello specifico i fianchi, dopo i radiatori, scendono dolcemente e senza stringersi molto nella zona centrale (linee gialle), sintomo che la Power Unit Renault è assetata di aria. Ne è una prova le due feritoie ai lati dell’abitacolo, nei pressi dell’Halo (frecce rossa e gialla). Il fondo piatto presenta delle lame subito dopo i deflettori (freccia rossa), per cercare di ricreare un effetto sigillo. Mentre nella zona coca cola, piuttosto voluminosa, lascia spazio a una deriva (freccia verde), posta internamente agli pneumatici posteriori, per cercare di gestire al meglio il flusso al retrotreno. Invariata la sospensione posteriore Pull Rod con il triangolo inferiore aperto verso l’anteriore (freccia azzurra) e il superiore più chiuso (freccia rossa). Strana la conformazione dello scarico del motore endotermico che presenta una curva (freccia verde) fra i piloncini di sostegno dell’alettone, a loro volta affiancati dagli scarichi della valvola Wastegate. L’alettone posteriore, in specifica 2020, presenta le classiche frange di mezzeria (freccia gialla) per raddrizzare i flussi turbolenti generati dal rotolamento degli pneumatici posteriori.

Vedendo la A541 l’Alpine si prepara ad un anno di transizione con l’obiettivo di focalizzare tutte le energie per la stagione 2022, che segnerà l’introduzione di un nuovo regolamento aerodinamico.

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Articolo e grafiche a cura di Michele Montesano