Una città che non intende dimenticare il suo cittadino più illustre. Capace di regalare grandi emozioni in pista, di sfiorare il titolo mondiale al volante della Ferrari, di fare sognare i tanti tifosi che ne ammirarono le gesta nel corso della sua carriera. Ma soprattutto, dei tanti che ebbero l'opportunità di apprezzarne le doti umane: quelle di un uomo buono, gentile, d'altri tempi. Si fa presto a cadere nella retorica nel momento in cui si ricorda una persona che non è più tra noi: eppure, ancora oggi il ricordo di Michele Alboreto commuove e unisce, ripensando ad un destino beffardo che lo ha strappato troppo presto alla vita ed all'affetto dei suoi cari.

Andando a spasso per le vie di Rozzano sono tanti i luoghi che richiamano alla memoria il grande campione scomparso: innanzitutto la piazza a lui intitolata, inaugurata nel 2006, che rappresenta il fulcro di un'opera di riqualificazione urbana capace progressivamente di trasformare e rendere più a misura d'uomo il centro cittadino. Ma anche la scultura ribattezzata "Come il vento", presente all'esterno del centro culturale Cascina Grande e realizzata dall'artista Silvio Fiorenzo: un'opera che raffigura il volto del campione e scelta da una giuria di critici d'arte e dalla stessa Nadia, moglie ed inseparabile compagna di vita di Michele. Bello, inoltre, anche il ricordo a lui dedicato dal centro commerciale Fiordaliso, il principale shopping center della città, all'ingresso del quale campeggiano due foto raffiguranti lo stesso Alboreto al volante della Ferrari: un'accoppiata indissolubile che rievoca i tempi d'oro di una Formula 1 ormai lontana nel tempo. Senza contare le svariate iniziative susseguitesi nel corso degli anni, tra cui una grande mostra a lui dedicata in occasione del decennale della scomparsa ed un memorial istituito in suo onore dalla società calcistica Milano 3.

Ed è sempre nei dintorni di Rozzano che anche i familiari più stretti di Michele continuano la propria vita, bruscamente ed inevitabilmente segnata da quel tragico 25 Aprile 2001: la moglie Nadia, la quale vive ancora nell'elegante quartiere Milano 3 di Basiglio che per anni ha condiviso con il marito, ed il fratello Ermanno, quotidianamente all'opera nella sua officina di Fizzonasco. Un piccolo tempio, quest'ultimo, dove lo stesso Ermanno conserva gelosamente alcuni cimeli che hanno segnato la carriera di Michele: tra fotografie, caschi ed oggetti vari, spicca la tuta Tyrrell con cui quest'ultimo conquistò il successo a Detroit nel 1983, l'ultimo prima di trasferirsi in Ferrari.

Insomma, Michele Alboreto è ancora tra noi: ben presente nel cuore e nella mente di chi non lo ha dimenticato, di chi per anni ha cercato (finora purtroppo senza successo) di intitolargli una curva dell'autodromo di Monza, di chi è cresciuto ammirandone le gesta in pista. E che oggi, a distanza di anni, può solo dirgli un grosso grazie.

Marco Privitera   monumento alboreto   piazza alboreto2   {jcomments on}