Oggi, 21 ottobre 2020, sono passati trent'anni da quando Ayrton Senna ha vinto matematicamente il suo secondo titolo mondiale a Suzuka. Un titolo assegnato alla prima curva del primo giro del Gran Premio del Giappone con il ritiro sia di Alain Prost che di Senna.

Sempre Suzuka, ma nel 1989

Tra il pilota brasiliano e il francese c’era un'accesa rivalità diventata ancora più incandescente dopo gli avvenimenti dell’anno precedente, sempre in Giappone.

Nel 1989 Ayrton inseguiva Prost in classifica per la vittoria e si ritrovò anche in pista ad inseguire il francese durante la gara. Il brasiliano riuscì a recuperare il divario e al 47° giro attaccò Prost alla chicane del triangolo e i due si toccarono finendo nella via di fuga.

Prost uscì dalla vettura, mentre Ayrton grazie all’aiuto dei commissari di percorso e tornò in gara. Il brasiliano ritornò a box per sistemare il musetto e dopo rimontò fino a superare il leader Nannini al 51° giro e vincere la gara.

Tuttavia, dopo il termine della gara il pilota brasiliano fu squalificato per aver tratto vantaggio dalla spinta dei commissari e rientrando dalla via di fuga della chicane, senza percorrerla.

Con la squalifica di Ayrton, Alessandro Nannini ottiene la sua unica vittoria in Formula 1 e il titolo assegnato matematicamente ad Alain Prost.

La Mclaren tentò la strada del ricorso, subito respinto dalla FIA che accusò Senna di essere un pilota pericoloso e lo multò di 100.000 $. Questo fatto fece inasprire ancora di più le polemiche che, continuarono per tutto l’inverno.

Ayrton accusò apertamente l’allora presidente della FIA, Jean-Marie Balestre di aver favorito Alain Prost con la sua qualifica e, la federazione internazionale di automobilismo come risposta minacciò di togliere la superlicenza al brasiliano.

La situazione si risolse poco prima dell’inizio della stagione e Alain Prost lasciò la Mclaren per andare a correre con la Ferrari, dove trovò come compagno di scuderia Nigel Mansell, il Leone d'Inghilterra.

1990

La stagione 1990 partì con Senna che riuscì ad ottenere la vittoria nella gara inaugurale, mentre Prost ottenne la vittoria in casa del proprio rivale.

Dopo Imola, Ayrton rispose con due vittorie a Monaco e Canada, mentre Prost conquistò tre vittorie di fila. Di nuovo la sfida tra il pilota brasiliano e il pilota francese accese il mondiale di Formula 1.

Per tornare di nuovo alla vittoria, Ayrton dovette aspettare Hockenheim e poi vinse anche a Spa e Monza. Proprio a Monza i due rivali siglarono, per così dire, la pace stringendosi la mano davanti alla TV e una sala gremita di giornalisti.

Una pace che sarebbe durata solo fino alla tappa giapponese del mondiale.

Dopo Monza toccò al Portogallo, dove Prost in partenza venne stretto al muro dal compagno di scuderia, Nigel Mansell. Nigel vinse la gara di Portogallo davanti a Senna e Prost che, dovette accontentarsi del terzo posto in classifica.

Prost vinse il Gran Premio di Spagna e si arrivò al penultimo appuntamento in Giappone sul tracciato di Suzuka.

A differenza della gara dell'anno precedente, Alessandro Nannini non era presente a causa di un brutto incidente con l'elicottero, e la Benetton lo sostituì con Roberto Moreno.

Ayrton Senna arrivò sul tracciato giapponese con un vantaggio di nove punti su Prost. Bastava solo il ritiro del proprio avversario per permettere ad Ayrton di vincere il secondo titolo iridato.

Suzuka, qualifiche e polemiche

Nella qualifica, Ayrton conquistò la pole position davanti al francese della Ferrari. Dopo le qualifiche scoppiò la polemica.

La direzione gara prese la decisione di far partire tutti i piloti con numerazione dispari nella parte più sporca del tracciato. Senna andò su tutte le furie e accusò Jean-Marie Balestre di aver favorito di nuovo Alain Prost.

Il brasiliano andò a parlare con la direzione gara per convincere i commissari a spostare la pole sul lato pulito della pista, ma la sua richiesta non venne accolta.

Quando il semaforo diede il via al Gran Premio del Giappone, Prost sfilò Ayrton e il brasiliano si posizionò in seconda posizione. Trecento metri dopo la partenza della gara, Ayrton tamponò Prost alla prima curva di Suzuka e facendo finire la McLaren e la Ferrari nella ghiaia.

Entrambi i piloti furono costretti al ritiro e Ayrton diventò matematicamente campione del mondo, mentre Nelson Piquet, brasiliano e campione del mondo, ottenne la vittoria della gara.

Davanti ai microfoni, Senna fece la seguente affermazione: "A volte le gare finiscono a sei giri dalla fine, a volte alla prima curva." Diversi anni più tardi, il pilota brasiliano ammise di aver causato di proposito l'incidente con il francese.

Al termine della corsa Prost e Ferrari accusarono Ayrton per la manovra commessa e chiesero alla Federazione di prendere provvedimenti.

Non ci fu nessun provvedimento e Ayrton diventò per la seconda volta campione del mondo di Formula 1.

Chiara Zaffarano