Tagliente, senza peli sulla lingua. Bernie Ecclestone torna a parlare di F1 tra passato e presente in un’intervista ad Autocar. Dalla sfiducia nell’elettrico alla necessità di tornare a valorizzare il lato umano dei piloti, Mr E delinea la sua ricetta per correggere i difetti del Circus. Con occhio clinico analizza le criticità della F1 moderna, rivendicando la sua nota impronta conservatrice da sempre imposta alla F1, prodotto da lui modellato nel corso degli anni.

C’è una remota possibilità che Ecclestone torni? No. L’89enne di Ipswich ha ormai le idee chiare dopo il takeover di Liberty Media, ma continua a essere una presenza fissa nel paddock, nonché un punto di riferimento.

Non mi manca, continuo a parlare con le stesse persone - ha dichiarato - mi fanno visita e chiedono le mie opinioni”.

Opinioni certamente controverse quelle di Mr E, che continua a seguire le gare e a sviluppare un pensiero critico a riguardo. Il dominio Mercedes ha sicuramente contribuito al rovinoso crollo dell’attenzione e dell’interesse da parte degli spettatori, ma l’Ecclestone-pensiero si concentra anche sulla mancanza del lato umano del pilota.

Ciò che rimprovera maggiormente alla F1 è il disequilibrio tra avanguardia e spettacolo, attualmente in crisi a causa dell’elevato livello tecnologico raggiunto e promosso dai regolamenti.

La F1 era in grado di accogliere il progresso ingegneristico e rimanere interessante allo stesso tempo. Attualmente, il livello tecnico è eccellente, ma favorisce l’intrattenimento? Non credo”.

Ci sono tutte queste idee sul favorire i sorpassi, ma le corse di oggi non sono poi cambiate così tanto. C’è bisogno di competizione. E’ quando un team domina che diventa frustrante”.

Guardo tutte le gare. Analizzo lo sport e lo critico un po’, non ciò che succede in pista ma il modo in cui lavorano team e piloti. Mi dà fastidio quando vedo un pilota camminare e al suo fianco c’è un giovane addetto stampa con un microfono. Se il pilota vuole sbottare e dire qualcosa, lasciatelo fare. E’ come se avessero le bambinaie per non farli incappare nei problemi”.

UNA FORMULA 1 PIU' UMANA

La carenza di carattere e veri ‘personaggi’ sulla griglia è una critica già mossa da Ecclestone all’inizio dell’era turbo-ibrida. La figura del pilota è mutata con l’avanzamento del ‘politically correct’ come approccio da parte dei team, con una comunicazione più invasiva e standardizzata.

Qualcuno dovrebbe strappare i regolamenti e riscriverne di nuovi. Si dovrebbero mantenere le basi della F1 ma bisognerebbe anche allontanarsi da tutti questi principi ultra-tecnologici. E soprattutto si dovrebbe smettere di dire ai piloti cosa non possono fare. Voglio vedere atleti sopra le righe, senza arrivare agli incidenti, ma voglio vedere veri ruota a ruota. E se qualcosa va storto? Ricordi quando Nelson Piquet è uscito dall’abitacolo e ha colpito Eliseo Salazar dopo un contatto? Al pubblico piacque molto. E’ umano”.

La corsa allo svecchiamento dello sport sembra essere una delle priorità di Liberty. La visione di Ecclestone appare completamente opposta. Un esempio è l’idea di accorciare la distanza delle gare, ed ecco che non tarda ad emergere il lato conservatore dell’imprenditore britannico.

Non penso sia la cosa giusta da fare. La F1 è uno sport consolidato da oltre 50 anni; perché cambiarlo? Il mondo sta cambiando così rapidamente che è difficile sapere cosa vuole vedere la gente o come vuole divertirsi”.

Resta inoltre invariato lo stretto legame tra F1 e Ferrari, così come l’eterno dibattito sulla forza dei due brand e un’ipotetica separazione.

Penso che la F1 senza la Ferrari non possa funzionare. E il brand Ferrari è così forte da poter lasciare la F1 e continuare ad avere successo. Anche se non vince in F1, potresti chiedere chi ha vinto il titolo a una persona qualsiasi per strada e ti direbbe comunque ‘la Ferrari’”.

LA FORMULA E

L’attenzione si sposta successivamente sull’elettrico, un’opzione di gran lunga più attraente della F1 per l’ingresso di nuovi costruttori. Il confronto tra Formula 1 e Formula E è ormai inevitabile, e secondo Ecclestone è in parte una conseguenza dell’attuale gestione di Liberty Media.

Dobbiamo fare in modo che la F1 continui ad essere un pacchetto di intrattenimento. Tornerei ai motori aspirati, rumorosi, che fanno emozionare”.

Mi dispiace per chi gestisce la F1 adesso. Devono considerare l’impatto della Formula E. Io l’avrei seppellita, risparmiando ogni discussione. Non sarebbe successo nulla se ci fossi stato ancora io, ma adesso tutti parlano di macchine elettriche, quindi sarebbe un atto di coraggio remare contro”.

I BIG DI OGGI

Hamilton e Vettel. Due nomi, due pedine, attorno alle quali ruota l’equilibrio generale della griglia di F1. Chi è il migliore? Cosa farebbe un altro pilota al posto di Hamilton alla Mercedes?

Tutti diranno Lewis [Hamilton],- risponde Ecclestone- ma ci sono altri piloti al suo livello o che farebbero addirittura di meglio al suo posto? Probabilmente sì. Max Verstappen, al cento per cento. Anche Vettel sicuramente, anche se si è un po’ spento”.

Il quattro volte campione del Mondo è da lungo tempo al centro di speculazioni sulla propria situazione contrattuale e psicologica in Ferrari. Il suo non è certamente un caso facile, con l’ingombrante Leclerc e le insistenti voci che accosterebbero Hamilton al Cavallino.

All’improvviso arriva un ragazzino sconosciuto [Charles Leclerc] che va forte e fa innamorare tutti alla Ferrari. Ho un rapporto stretto con Sebastian, ma non parliamo di questo. Credo che si senta un po’ messo in secondo piano”.

Non si trova in una posizione facile. Il suo contratto scade alla fine di quest’anno e se riesce a farsi valere, deve rimanere. Altrimenti, era molto felice alla Red Bull, perché lì lo adoravano...

Ripensandoci, non avrebbe dovuto lasciarla, ma molti piloti vorrebbero correre per la Ferrari”.

Maranello è un’opzione che fa gola, ma si rivela poi un’arma a doppio taglio, come sottolinea Ecclestone. Se Hamilton finisse per approdare in Italia, dovrebbero verificarsi le condizioni giuste per garantirne il successo in un ambiente come quello della Ferrari.

Non credo che Hamilton si adatterebbe poi così bene. E’ abituato a essere in una posizione privilegiata. Se dovesse andare in Ferrari e il team continuasse ad amare Leclerc, finirebbe nel dimenticatoio”.

Beatrice Zamuner