Il 2022 agonistico di Samuele Cavalieri è iniziato a fine luglio, il pilota del team Black Flag Motorsport è finalmente tornato in gara al CIV dopo l'infortunio subito a Cremona ad inizio stagione. Un weekend complicato perché la pioggia ha cancellato un turno in notturna che ha quindi reso molto più difficile la "Racing Night" di "Cava". In gara2 invece in normali condizioni ecco un ottimo ottavo posto che però non soddisfa il pilota Kawasaki che sogna di poter tornare al mondiale in pianta stabile.

E' finalmente giunto il momento del debutto stagionale per Samuele Cavalieri nel CIV Superbike. Il pilota bolognese ha infatti dovuto saltare le prime tre gare della stagione a causa di un brutto infortunio ad inizio stagione a pochi giorni dalla prima gara stagionale. "Cava" si è confessato a Motorbike Circus durante la puntata 328 andata in onda ieri sera.

DALL'INFORTUNIO ALLA RACING NIGHT

Per cominciare vediamo la mano libera, finalmente, e sembri stare bene. Come stai? "Si dai sono abbastanza contento e la prova del nove era tornare in moto e vedere come rispondeva. Devo dire che il test è stato ben superato. E' chiaro che non sono ancora al 100% perché per via dell'operazione non sono riuscito ad allenarmi per bene. Devo dire che però sto molto bene e sono contento".

Un rientro a Misano per la "racing night" del CIV chiusa in tredicesima posizione mentre un buon ottavo posto in gara2. Non è stato certo un rientro facile viste le condizioni particolari in cui si è corsa gara1. A maggior ragione per la pioggia caduta venerdì che ha annullato il turno di Qualifiche 1 in notturna. 

"Anche perché avevamo fatto un solo turno giovedì ma avevamo avuto problemi con la moto, abbiamo girato ma molto male. Venerdì sera non abbiamo girato perché pioveva e quindi non avevo troppi riferimenti di notte. I primi giri soprattutto ho faticato un po' mentre gara due non è andata male. E' chiaro che se prendiamo un'insieme di cose: sono tornato in moto dopo quattro mesi, è una moto ancora tutta da sviluppare, è stata una discreta prestazione".

"Chiaro che a livello personale, io che sono sempre stato un riferimento della categoria, sono stato vice campione CIV Superbike due anni fa, fare ottavo non mi rende felice. Se penso anche i risultati che ha fatto Morais, che è un pilota di tutto rispetto, che ha fatto anni di mondiale, non è andata male. E' chiaro che questo sarà solo un punto di partenza perché di lavoro ce ne tanto ma vedo il team bello carico".

UNA KAWASAKI DIFFICILE PER TUTTI

"E' una cosa che noto anche io, vanno forte solo la Kawasaki ufficiale, o meglio solo una. Anche Puccetti Racing con Mahias fanno fatica, non è una moto facile. Nel CIV è un po' diverso perché c'è un altro regolamento. Abbiamo un po' di dati dal team ufficiale però abbiamo gomme diverse, centralina diversa, la moto è più simile ad una Stock che a una Superbike. Quindi qualche differenza c'è, è chiaro siamo l'unica Kawa in pista ed era anni che Kawasaki non era presente in forma ufficiale nel CIV. Oltre il pilota quindi sto facendo anche un po' il collaudatore".

Come sta andando l'adattamento alla Kawasaki? Hai già capito seguendo i piloti in pista quali sono i punti forti e quelli su cui lavorare?

"Ho visto che nella parte di frenata secondo me siamo forti, dove dobbiamo migliorare tanto è in uscita di curva e soprattutto nel mettere a terra i cavalli. Anche come velocità eravamo molto indietro, facevo fatica a sorpassare perché anche se fai una curva più forte poi sul dritto non puoi difenderti e quando andavo a frenare ero lontano e non è un problema di cavalli, secondo me dobbiamo cercare di mettere a terra i cavalli a livello di strategia elettronica. Poi ovvio devo lavorare anche io perché con questa centralina e le Dunlop ho fatto un solo test e questa gara del CIV. Gli altri hanno già fatto praticamente tutto il campionato quindi non è facile. Ma se devo dire un'area su cui lavorare è l'uscita di curva e mettere a terra i cavalli".

DA PIRELLI A DUNLOP

Parlando proprio di Dunlop è una gomma, come abbiamo visto in gara, che permette di fare ottimi tempi anche a fine gara. Come ti sei trovato dopo tanti anni nei quali hai corso con Pirelli?

"Allora, innanzi tutto come hai detto è una gomma diversa. Con Pirelli metti una gomma nuova e senti subito questo mega grip e migliori subito il tempo. Con Dunlop entri con una gomma da 40 giri, vai anche forte e pensi che mettendo una gomma nuova andrai ancora più forte. Invece migliori di soli pochi decimi, non c'è tutto questo gap tra gomma nuova e gomma usata. Ma stupiscono soprattutto anche quando la raffreddi, finisci il turno, la riscaldi per il turno dopo e torni in pista va ancora molto bene. Non soffre gli shock termici che invece altre gomme possono soffrire".

Per quanto riguarda invece lo stile di guida?

"Come guida invece la cosa che devo cercare di migliorare è l'inserimento. E' una gomma che ti da molto sostegno essendo un po' più dura e devo cercare di sfruttarlo. Forse ha un po' meno grip nel massimo angolo di piega. E' difficile fare quelle staccate alla Razgatlioglu che va con il freno forte in mano fino dentro la curva. Questa gomma sembra preferire uno stile dove si deve frenare prima, fermandola a moto dritta e in curva cercare di stressarla poco perché al massimo angolo si muove un po' e non ha tantissimo grip".

E' vero che le Dunlop sono "allergiche al caldo"?

"Quest'inverno quando abbiamo fatto i primi test i tempi erano stati subito molto vicini a quelli fatti con Pirelli. Ed anche nelle prime gare con temperature basse i tempi sono stati ottimi. Al Mugello e con il caldo i tempi invece erano davvero tanto lenti. Si è iniziato a dire che col caldo questa gomma non funzionava, invece qua a Misano freddo non l'ho sentito (ride, ndr) eppure i tempi sono stati molto buoni. Quindi secondo me questo va ancora a rafforzare la mia idea che questa gomma soffre il massimo angolo di piega. Al Mugello infatti si passa molto tempo al massimo angolo di piega e quindi quello insieme al caldo hanno rallentato i piloti".

Credits: Black Flag Motorsport
UNA KAWASAKI, TANTO LAVORO

Kawasaki nel CIV ha una sola moto quindi, questo comporta una differenza nel numero di dati raccolti ed hai quindi meno dati su cui lavorare. E' questo uno dei problemi che state affrontando?

"Diciamo che più moto hai e più dati hai a parità di condizioni e questo accelera lo sviluppo. I dati che abbiamo noi sono quelli di Rea ma ripeto, sono condizioni diverse. Non sono le stesse condizioni di pista e soprattutto la moto è molto diversa. Sono comunque dati molto utili ma il fatto che siamo gli unici con Kawasaki nel CIV con questa configurazione di moto non è facile e rallenta un po' il tutto".

Hai mai parlato di avere una seconda moto per il team?

"Sinceramente non ne abbiamo mai parlato e quindi non so se il team la ha in programma".

UN FUTURO TUTTO DA SCRIVERE

Parlando per il futuro c'è sempre Kawasaki o ci dobbiamo aspettare qualcosa di nuovo?

"Siete in tanti a chiedermi del futuro ma è strano. Mi sembra di essere a marzo perché questa è la mia prima gara mentre mi rendo conto che siamo praticamente a settembre. Stanno tutti preparando il 2023 ma io devo ancora cominciare il 2022 a causa dell'infortunio. Purtroppo comunque non ho ancora nulla di programmato. La mia voglia adesso è quella di finire il meglio possibile questo campionato. Il bello di questo progetto è che c'è Kawasaki alle spalle in maniera importante. Sono coinvolti sia Kawasaki Italia che Kawasaki Europe e quindi mi piace, per il resto vediamo".

"Il mio obiettivo come sempre è andare al mondiale. Perché mi piacerebbe avere una stagione normale con i miei test e non una stagione da tappabuchi. Già il mondiale è difficile se lo fai fatto bene e così lo sarebbe ancora di più. Adesso voglio concentrarmi a finire al meglio qui e poi vedremo quello che si potrà realizzare".

I giochi per il WorldSBK sembrano quasi tutti già fatti, prenderesti in considerazione anche una sella nel WorldSSP?

"La mia voglia era quella di fare il WorldSBK ma quando ho visto che non era possibile il fatto che con il "Panigalino" lo scorso anno mi ero trovato bene e c'erano tanti team che avrebbero corso con quello era una opzione che mi stuzzicava. Qualora ci fosse una buona situazione la terrei in considerazione. Trovo che il WorldSSP abbia un ottimo margine, fino allo scorso anno era quasi un monomarca, mentre ora sta diventando davvero bella".

TENTAZIONE MOTOE ED EWC

Tanti tuoi colleghi al CIV hanno affiancato campionati come la MotoE o il FIM EWC, li hai mai tenuti in considerazione?

"Diciamo che non mi dispiacerebbe, soprattutto il prossimo anno che passeranno a Ducati da vedere sembra molto più una moto. Ho avuto modo di parlare con chi l'ha usata e mi ha assicurato che è molto divertente quindi di sicuro mi piacerebbe. Anche perché saresti nel paddock MotoGP, ci sono tutti gli junior team. Ovviamente però lo affiancherei ad un altro campionato. Anche perché si guida in maniera completamente diversa da quelle endotermiche. E correre una stagione solo con quella potrebbe farti perdere certi automatismi che le moto "normali" hanno. Per l'EWC ho parlato con alcuni colleghi e mi piacerebbe. Lo trovo figo perché è un campionato che sta crescendo tanto. Anni fa sembrava il campionato di chi era a fine carriera mentre ora la griglia è davvero competitiva. Poi correre a Suzuka, la 24 ore di Le Mans, il Bol d'Or... Mi piacerebbe".

Grazie mille per essere stato con noi questa sera.

"Grazie a voi a presto!"

RIGUARDA LA PUNTATA 328 DI MOTORBIKE CIRCUS 

Mathias Cantarini