Questa volta ha vinto il “cabroncito”, ma non possiamo trascurare la prova maiuscola di una ritrovata Yamaha che, finalmente, ha messo fine alla striscia negativa di podi mancati, che durava da ben cinque gare e precisamente, dal Sachsenring. “Abbiamo trovato la giusta distribuzione di pesi sul posteriore della moto, che mi permette di controllare l'accelerazione della ruota posteriore, che però resta il vero tallone d'Achille - ha dichiarato un visibilmente soddisfatto Maverick Vinales -. “La specifica di pneumatici usati in questa gara non sono sicuro sia la vera soluzione ai nostri problemi. Di certo, hanno funzionato bene sulla nostra moto, ma dobbiamo vedere come si comporteranno in Giappone”.

Alla ritrovata competitività dello spagnolo, fa il paio una gara tutta all'attacco di Valentino Rossi, che fino a otto giri dalla fine aveva tenuto il passo dei due di testa, per poi chiudere quarto alle spalle del compagno. Un risultato che dà morale al campione di Tavullia e può far ben sperare per il finale di stagione, ma, soprattutto per il prossimo anno. Il risultato della Thailandia non deve infatti, illudere i tifosi, posto che il team principal di Yamaha Lin Jarvis, ha fatto capire che la crisi tecnica della casa giapponese è profonda e va affrontata con investimenti importanti e una ristrutturazione tecnica radicale, senza però stravolgere gli equilibri all'interno della squadra.

La prossima gara si terrà in Giappone, un circuito per certi aspetti simile a quello Thailandese, ma con temperature difficilmente elevate come a Buriram. Staremo a vedere se le novità apportate dalla casa dei tre diapason, saranno sufficienti a permettere ai due piloti di giocarsi le posizioni che contano da qui alla fine del mondiale, per affrontare la stagione 2019, da protagonisti.

Michele Bertolini