L’inno tricolore è tornato a suonare nel Mondiale Turismo grazie al team Mulsanne e alla determinazione degli uomini di Romeo Ferraris. Sul circuito dello Slovakia Ring le Giulietta Veloce sono state le uniche vetture sempre a podio in tutte le gare, sia con il nostro Kevin Ceccon, che con il vincitore della terza manche Ma Qinghua. Le lacrime di gioia e soddisfazione degli uomini del costruttore di Opera hanno riempito di orgoglio gli italiani e gli appassionati di Motorpsort.

Vedere un team formato da soli ottanta uomini battere Costruttori con alle spalle numeri ben più alti somiglia più a una favola che ad una storia vera. L’impresa è stata resa possibile grazie alla caparbietà di tutti i componenti della squadra che non hanno mai smesso di crederci, resistendo alla sconfitte e a tutti i momenti difficili che hanno attraversato. L’Alfa Romeo è l’unico Costruttore presente in griglia con solo due vetture, a dimostrazione dell'inferiorità numerica.

Durante la pausa invernale, il progetto Giulietta è stato completamente stravolto, intervenendo soprattutto sulle sospensioni anteriori, vero tallone d’Achille della stagione 2018, e sull’erogazione del motore, in modo da rendere più docile il comportamento della vettura sugli pneumatici anteriori. Tutte queste modifiche hanno reso obbligatorio un nuovo giro di omologazioni e la ridenominazione della stessa vettura in Giulietta Veloce.

Il campionato è iniziato in maniera onesta sul circuito semicittadino, così atipico, di Marrakech, dove la vettura di Arese è comunque andata a punti (ricordando che quest’anno i punti vengono assegnati ai primi quindici, a differenza della passata stagione), sia con “l’esperto” Ceccon, che con il "nuovo arrivato" Ma.

Discorso opposto per quanto riguarda la gara sul tracciato di Budapest, dove le Alfa sono completamente scomparse dai radar: vettura lenta che faticava a mandare in temperatura gli pneumatici su una pista molto fredda e umida, senza dimenticare gli errori da parte dei piloti, costretti ad osare per cercare di compensare alla mancanza di competitività della Giulietta.

In Slovacchia, invece, le vetture del Biscione, a differenza delle altre, sono arrivate prive di zavorra e, complice un layout del circuito favorevole, sono state le vere dominatrici del weekend, cominciando dalle qualifiche del venerdì, dove Ma ha ottenuto due terzi posti. Il pilota cinese è stato il punto di riferimento del team Mulsanne, sempre velocissimo sul giro secco, poco più distaccato Ceccon.

In gara l’apoteosi: nelle prime due gare due gradini del podio per ciascun pilota (rispettivamente terzo Ma e secondo Ceccon), concludendo in bellezza con il doppio podio dell’ultima manche. Il cinese è stato abilissimo nelle partenze, riuscendo a sfruttare il minor peso della Giulietta, beffando le Hyundai di Nicky Catsburg e Norbert Michelisz.

Il driver del Sol Levante ha messo il turbo cercando di distanziare gli inseguitori, capeggiati da Michelisz, sfruttando oltremodo gli pneumatici. In crisi con le gomme, ha rintuzzato con maestria gli attacchi dell’ungherese della Hyundai, sfruttando il motore negli allunghi dei rettilinei. Al treno si è attaccato anche Ceccon, autore di una gran rimonta, e per poco è sfumata la doppietta in casa Ferraris: rimane comunque la sensazione di aver realizzato una grande impresa.

Ora si guarda avanti: obiettivamente sarà difficile confermarsi ad alto livello su tutti i circuiti, in modo da essere considerati dei seri pretendenti per la lotta al titolo mondiale. L'essere costanti, raccogliendo punti ad ogni gara, approfittando delle zavorre altrui e cercando di massimizzare ogni situazione di certo potrà giocare a loro favore.

In altre parole, l’obiettivo del Balance of Perfomance è proprio questo: cercare di livellare i valori in campo di tutti i partecipanti. Per ora, considerando i vincitori dei primi tre appuntamenti, la FIA può ritenersi soddisfatta, ma sarà così anche nelle restanti tappe del campionato? Inoltre, un team fatto da pochi uomini, anche se si battono come leoni, potrà fronteggiare sullo stesso livello con gli investimenti, la ricerca e lo sviluppo dei colossi dell’auto quali Volkswagen, Hyundai e Geely?

L’obiettivo è arduo, ma quello che fa più rabbia, a noi appassionati di Motorpsort a tinte azzurre, è vedere una vettura progettata con poche risorse, e già così competitiva, non essere appoggiata dal Costruttore per fregiarsi dei galloni di ufficialità con le relative risorse messe in campo.

FIAT dove sei? Il motorsport non è fatto solamente di Formula 1!

Michele Montesano