Con una conferenza stampa annunciata a sorpresa un paio di giorni fa, Marco Melandri annuncia che i prossimi cinque round di campionato saranno gli ultimi della sua carriera come pilota. La decisione del ravennate è stata presa tra la gara di Imola e i test di Misano post round del Mondiale. A quasi 37 anni, ha deciso di dire basta: a fine stagione per lui arriverà il ritiro dalle gare, dopo un'annata nella quale non ha ammesso di non divertirsi più, nonostante il podio australiano colto a inizio stagione.

Arriva come un fulmine a ciel sereno, tra Donington e l’incombente round di Laguna Seca, la conferenza stampa convocata da Marco e dal suo manager Alberto Vergani per annunciare il suo ritiro dalle corse a fine stagione. Marco dunque partirà in direzione USA per disputare il suo ultimo round sul suolo americano nel Mondiale Superbike e lo farà con il cuore più leggero dopo aver comunicato la sua decisione.

Il pensiero del ritiro ha cominciato ad insinuarsi in Marco prima nel round di Imola e poi nella gara-1 bagnata di Misano, nella quale ha capito che non poteva continuare così. Marco stesso ha detto nella conferenza stampa di salire in moto “senza essere tranquillo e divertirmi”: questo fa pensare che qualcosa si sia rotto tra Imola e Misano, con Donington quale momento decisivo per ratificare la decisione, comunicata prima alla squadra nel post gara e poi al mondo intero con questa conferenza stampa.

Adesso, senza pensieri, finirò meglio la stagione. Voglio altri podi, non ho mai pensato di fermarmi ora”: con questo passaggio Melandri ha fatto capire che lotterà fino alla fine della stagione per chiudere al meglio quest'ultimo anno di gare, che lo ha visto tornare lì dove aveva debuttato in Superbike nel 2011, ovvero la Yamaha, seppur con il piccolo team GRT.

Riportiamo alcuni passaggi salienti di questa conferenza stampa, nella quale il ravennate ha ripercorso la sua carriera, ricordandosi anche dell’anno forse più duro, quel 2012 quando era in BMW con Haslam.

Dalla Thailandia ho iniziato a riflettere. Mi sono ritrovato con lo stesso problema dell’anno prima, ma con una moto diversa. Continuare sarebbe stato come ripartire da zero”.

Ho iniziato a confidarmi con la mia famiglia e con Alberto Vergani. Sabato a Misano ho toccato il fondo, sono andato male sul bagnato e non ho avuto una reazione”.

“Nel 2012, quando il mondiale era ormai vinto e sabato pomeriggio il presidente di BMW Moto ci disse che non avrebbero continuato, fu l’unica volta che accusai il colpo e andai in crisi”.

Marco ha parlato anche del suo futuro, che potrebbe essere anche in MotoE: “Magari… potrebbe essere carino. Potrei fare qualcosa che mi faccia divertire senza stress, senza allenamento e tabelle… La MotoE, magari con poche gare, la potrei vivere in modo più sereno”.

Marco Pezzoni