Risposte arrivate nel pomeriggio di Aragon, in un weekend che era partito con il "solito" successo di Rea colto in gara-1. "Solito" per l'esito finale, che aveva visto il fuoriclasse della Kawasaki cogliere la quinta affermazione su cinque gare disputate, ma non senza un'aspra battaglia proprio con il ducatista, scivolato proprio nel corso dell'ultimo giro e costretto a dover dire addio ai propri sogni di gloria. Eppure, l'appuntamento con il successo per Davies era solo rimandato, vista la grande prova messa in mostra nella gara di domenica.

Scattato dalla decima casella, il gallese si è ben presto portato nelle posizioni che contano, ingaggiando un duello a tre per il successo finale con Rea e con il compagno di squadra Melandri. Quando quest'ultimo si è leggermente staccato negli ultimi giri, la "cattiveria" agonistica" di Davies è venuta a galla, con tanto di spallata finale al campione in carica e magnifico sorpasso all'esterno: giusto per fare capire che, in questa occasione, non avrebbe mollato l'osso per nessun motivo al mondo.

Ed è quindi arrivato il primo successo stagionale per la "rossa" di Borgo Panigale, capace di rappresentare un'iniezione di fiducia importante in un campionato che comunque vede prevalere Rea con un ampio vantaggio in classifica: quest'ultima recita infatti +60 per il nord-irlandese nei confronti dello stesso Davies, anche se la stagione è ancora lunga e gli avversari dovranno tirare fuori gli artigli per cercare di tornare ad impensierire il leader incontrastato di questo campionato.

Già, ma quali avversari? Davies a parte, il quale sembra l'unico in grado di poter contrastare lo strapotere del binomio Rea-Kawasaki, gli altri sembrano essere un gradino più in basso, se non addirittura qualcosa in più. Marco Melandri continua con le sue ottime performance: ad Aragon è arrivato per lui un doppio podio, ma sarebbe impossibile per il momento potergli chiedere di più, visto che per lui si tratta della stagione del rientro e finora è probabilmente andato al di là di ogni aspettativa. Manca invece all'appello Tom Sykes, apparso finora svuotato di fronte allo strapotere del compagno, mentre sicuramente Honda, BMW e Aprilia ben difficilmente potranno aspirare a qualcosa in più rispetto a qualche piazzamento a podio.

Appuntamento ora ad Assen per fine mese, quando si avranno maggiori risposte in merito ad un Davies finalmente ritrovato in una caccia al titolo destinata a non rimanere una semplice utopia primaverile.

Marco Privitera