I tempi messi a segno dall’unica Lmp1 ibrida rimasta nel parterre dei protagonisti sono però da prendere con le pinze. Sull’esito di questo prologo pesa infatti il famigerato regolamento dell’EoT, l’equivalente tecnologico studiato per pianificare le prestazioni tra le varie Lmp1, che non è stato rispettato da Toyota nel corso di queste prime prove ufficiali. Un gesto volto probabilmente a dei fini sperimentali, ma sul quale non sono da escludere anche delle motivazioni politiche nei confronti degli organizzatori dell’Aco.

In ogni caso ciò non toglie la scontata ed annunciata superiorità mostrata dalla corazzata giapponese, che si è dimostrata irraggiungibile anche sulla durata. E ci mancherebbe altro verrebbe da dire, considerando le risorse di uomini e di mezzi nei confronti di tutti gli altri concorrenti. Complice anche la nuova formula di questo prologo che non ha convinto in fondo, non è venuto fuori il reale potenziale di tutti i protagonisti, propensi più a nascondersi che a scoprire le proprie carte.

Difficile quindi trarre delle conclusioni veritiere, anche perché i test di tutte le altre Lmp1 si sono svolti piuttosto a singhiozzo, contrariamente alla Toyota che ha marciato come un orologio svizzero. Tra le nuove vetture della classe regina è stato buono l’esordio della Br1 Dallara della Smp di Petrov-Aleshin, seconda nella classifica dei tempi. Con il suo 1’37”034, l'equipaggio russo ha preceduto per soli 10 millesimi la Rebellion di Lotterer-Senna, inseguita dalla seconda Br1 di Sarrazin-Isaakyan-Orudhzev (1’37”574) e dalla CLM ByKolles guidata da Dillman-Kraihamer-Bonanomi (1’37”795). Rimandata invece la Ginetta che, equipaggiata con il motore Mecachrome, è stata uno dei prototipi a girare di meno.

Per quanto riguarda la classe GTE-PRO, alla fine del prologo si sono issate in cima alle classifica le due Porsche 911 Rsr, che hanno avuto occasione di provare le gomme con le nuove specifiche per Le Mans. Sia Lietz-Bruni (1’51”332) che Estre-Christiansen (1’51”837) non hanno avuto particolari problemi a spingersi sotto la barriera dell’1’52, senza però provare una vera e propria simulazione di gara. Cosa che invece hanno fatto sia Aston Martin che le rientrante Bmw, con la prima che ha percorso ben 872 giri (più di una Le Mans intera) mentre la squadra tedesca si è fermata a quota 682. Per loro però non è stato tutto rose e fiori, dato che entrambe hanno accusato parecchi problemi con gli pneumatici. Lo stesso problema è stato riscontrato anche da Ford che con i suoi due esemplari affidati a Priaulx-Tincknell e Mucke-Jonhson-Pla, che hanno percorso rispettivamente 304 e 253 tornate. Molte difficoltà in casa Ferrari, dove la 488 di Pier Guidi-Calado è stata costretta a trascorrere la maggior parte del tempo ai box a causa di un principio di incendio che ha provocato danni ad alcuni cablaggi. Il programma di lavoro è stato quindi portato avanti da Bird-Rigon che però hanno percorso solo qualche tornata isolata senza tempi di rilievo.

La supremazia di Porsche tra le vetture Gt si è confermata anche nella classe GTE-AM. Il nostro Matteo Cairoli ha siglato il miglior tempo in 1’52”936, con cui ha preceduto di circa un secondo la vettura gemella di Barker. Il dominio della casa di Stoccarda è proseguito con il terzo e quarto tempo delle 911 di Campbell e Bergmeister. Più in difficoltà invece Aston Martin e Ferrari, piuttosto distanti dai primi tempi.

In Lmp2, invece, si conferma al vertice il team Dragonspeed con Gonzales-Maldonado-Hanley al top della classifica con un 1’40”771, grazie al quale ha preceduto la Alpine del team Sognatech di Lapierre-Negrao-Thiriet. Chiude la top ten la Oreca della Tds affidata a Perrodo-Vaxiviere-Duval. Il tutto in attesa del primo appuntamento stagionale, in programma dal 3 al 5 Maggio con la 6 Ore di Spa Francorchamps.

Alessio Sambruna