Le nove gare ancora rimanenti da qui sino al termine della stagione rappresenteranno anche le ultime della lunga carriera in Formula 1 di Mark Webber. L'australiano, presente sulla griglia dal 2002, dal prossimo anno gareggerà difatti nel Mondiale Endurance al volante della Porsche. Nessun rimpianto, comunque, per il pilota della Red Bull, a proposito del quale il manager Flavio Briatore, nei giorni scorsi, ne aveva però definito come "troppo frettoloso" il ritiro. In ogni caso, Webber non si è tirato indietro nell'esprimere la propria opinione a proposito dell'attuale livello medio di competitività dei piloti nella massima categoria, definendolo inferiore rispetto a quello del 2002, anno del suo debutto al volante della Minardi. Il motivo? L'eccessiva presenza, secondo l'australiano, dei cosiddetti "piloti con la valigia": "Ai tempi del mio esordio - ha dichiarato all'inglese Autosport - la griglia era piena di giovani piloti che avevano vinto tanto in F.3000: gente come Irvine e Salo, ad esempio. Adesso invece, molti di loro vengono sopravvalutati, e promossi non certo per merito delle proprie potenzialità: è una cosa triste. Al tempo stesso, ci sono piloti validi come Robert Frijns che si ritrovano fuori dai giochi semplicemente perchè non hanno abbastanza sponsor". Secondo Webber, il possibile ingresso di piloti privi della necessaria esperienza (vedasi il caso del russo Sirotkin, candidato ad un sedile Sauber) potrebbe rappresentare un problema dal punto di vista della sicurezza: "Vedremo, di sicuro non è facile salire in macchina ed avere tutto subito sotto controllo". L'australiano è anche impegnato ad aiutare il connazionale Mitch Evans, campione Gp3 in carica, nel proprio percorso verso la Formula 1: "Mi auguro che abbia la possibilità di mostrare a tutti il proprio valore, nonostante i test al momento siano molto limitati".

{jcomments on}